Oltre che compositore di fama mondiale, Ennio Morricone è stato un grande romanista. Una passione che nel 2012 lo ha portato a fare parte della commissione che ha eletto i primi 11 membri della Hall of Fame del Club.
E furono le sue note, quelle di ‘Estasi dell’Oro’, ad accompagnare il video realizzato per il lancio dell’iniziativa.
“Ci metta la parola ‘giallorosso’ alla fine. Estasi dell’Oro Giallorosso, è proprio il caso di dirlo”, ci raccontò in quella occasione.
“Scegliere soltanto 11 giocatori è una cosa difficilissima. Abbiamo avuto formazioni fortissime e anche quando non si andava bene c’erano comunque individualità straordinarie che emergevano per talento e classe. Per me, ad esempio, lasciare fuori giocatori come Vincent Candela è stato bruttissimo. A me piaceva molto anche Antonio Carlos Zago, anche se a volte era un po’ fumantino. Ma soprattutto Giacomo Losi, al quale ho preferito Pietro Vierchowod per la stagione che giocò l’anno dello scudetto. Anzi, posso chiedere una cosa? Posso mettere Losi centravanti?!”
Nato nel 1928, il suo primo approccio con la Roma fu sugli spalti di Campo Testaccio.
“Quando andavamo allo stadio con Sergio Leone ricordo sempre il delirio, il parcheggio, l’entusiasmo della folla ma anche le file. Quanto alla mia prima volta allo stadio, ho un ricordo nitido. Andai a Campo Testaccio con mio padre, ero piccolo. Avevamo un posto in piedi dietro alla porta, ero a pochi metri da Guido Masetti...sì, quel giorno in porta c’era lui mi sembra di ricordare”.
Si trattava di Roma-Juventus 1-0 del 2 ottobre 1938, con gol vittoria di Danilo Michelini. E ci indicò un’altra sfida contro i bianconeri come una delle più emozionanti dei suoi ricordi: “Il 2-1 del 1993, fu quella volta in cui Roberto Baggio e un altro attaccante (Gianluca Vialli ndr) sbagliarono un rigore a testa e vincemmo noi. Mi prese un colpo, fu indimenticabile”.
(asroma.com)
VAI ALLA NOTA UFFICIALE