Altre 05/05/2020 00:41
LIVE - Coronavirus, visite mediche a Trigoria per la Roma, slitta la ripresa per l'Inter. Cairo: "Non so se il campionato ripartirà. Fondamentale il protocollo". Germania: 10 giocatori positivi tra prima e seconda divisione. Belgio: nuovo rinvio della decisione
Il calcio prova a ripartire, almeno con gli allenamenti in forma individuale nei centri sportivi, nonostante il commento arrivato ieri in serata del ministro dello Sport Spadafora ("Gli allenamenti delle squadre non riprenderanno prima del 18 maggio e della ripresa del campionato per ora non se ne parla proprio"). A Trigoria via alle visite mediche, prima delle sedute a partire da giovedì. Di seguito tutti gli aggiornamenti della giornata.
LIVE
21.00 - L'Herta Berlino ha reso noto di aver deciso di sospendere Salomon Kalou, attaccante del club tedesco. Il giocatore ha effettuato nella giornata di oggi una diretta Facebook in cui era possibile individuare il mancato rispetto delle norme igieniche e anti contagio nello spogliatoio della squadra. Nel video appaiono due compagni che si stringono la mano, facendo subito dopo la stessa cosa con il preparatore, e il difensore Torunarigha mentre viene sottoposto al tampone per il Covid-19.
18.41 - Slitta intanto la ripresa degli allenamenti per l'Inter, che riprenderà con l'attività individuale dei calciatori a partire da mercoledì o, al massimo, giovedì.
18.20 - Fissata per l'8 maggio la prossima riunione del Consiglio Federale. A comunicarlo è la Federcalcio che, sul proprio sito ufficiale, annuncia i punti all'ordine del giorno. Fra questi le determinazioni conseguenti all'ultimo DPCM del Premier Giuseppe Conte e alla circolare Uefa del 24 aprile.
(figc.it)
18.08 - Salomon Kalou nella bufera: il calciatore dell'Hertha si è reso responsabile di essersi presentato alla ripresa degli allenamenti, regolarmente prevista, violando ogni tipo di prescrizione per limitare il contagio da Coronavirus: strette di mano e distanze non rispettate, tutto rigorosamente documentato con una diretta Facebook. Immediata a reazione della Lega tedesca, che ha stigmatizzato il comportamento del calciatore.
18.00 - Dure le parole di Daniel Wass, calciatore del Valencia, nei confronti dell'Uefa. Il calciatore si scaglia contro la decisione del massimo organo del calcio europeo di far disputare la partita tra Atalanta e Valencia di Champions League, quando l'emergenza coronavirus era ancora in una fase embrionale: "È terribile che ci abbiano permesso di giocare quella partita. Molti dei nostri giocatori si sono ammalati e tanti spagnoli hanno portato il virus in Spagna. Adesso vorrei essere in Danimarca, con la mia famiglia che però resta lì perché crediamo sia più sicuro della Spagna. Ci sono stati tanti morti e gli ospedali sono ancora sovrappopolati".
(tv3)
17.28 - Slitta ancora la decisione dell'assemblea generale della Pro League belga. La riunione prevista per oggi è stata spostata al 15 maggio in base a una decisione unanime del Consiglio di amministrazione della Pro League.
(proleague.be)
17.08 - Real Sociedad e Athletic Bilbao, finaliste designate per l'edizione di quest'anno della Coppa del Re, hanno redatto un comunicato congiunto in cui chiedono di poter disputare la partita a porte aperte. "Il desiderio e la volontà di entrambi i club - si legge nella nota - è tuttora di giocare e godersi la finale insieme ai tifosi. Questo è ciò che ci piacerebbe: una finale da vivere con i nostri sostenitori sugli spalti".
(realsociedad.eus - athletic-club.eus)
17.07 - Il prof. Castellacci è intervenuto anche sulle frequenze dell'emittente radiofonica per parlare del momento del calcio italiano in relazione all'emergenza Coronavirus. Di seguito le sue dichiarazioni:
Il calcio ripartirà?
“A decidere sarà sempre il Governo, nel calcio così come in tutte le dinamiche della nostra vita in questa fase d’emergenza. Certamente le nostre istituzioni hanno commesso un errore quando è stato consentito agli atleti di sport individuali di tornare ad allenarsi mentre a quelli degli sport di squadra no, per fortuna questo errore è stato sanato, considerando i tanti campi da calcio che ci sono nei centri sportivi, soprattutto in Serie A. Da questo punto di vista il Governo ha fatto un passo indietro, dopo di che si arriverà al 18 maggio. E’ giusto partire con gli accertamenti, i test sierologici, a chi ha contratto il virus vanno fatti accertamenti più approfonditi”
Sul protocollo e la gestione dei nuovi positivi?
“Stiamo vivendo un momento drammatico ed eccezionale, vale nel mondo sociale e nel mondo sportivo. Non ci sono ancora le idee chiare. Se seguiamo i protocolli della FIGC, nell’eventualità di un nuovo contagio ovviamente ci sarebbe la quarantena del singolo e tutta la squadra sarebbe isolata ma solo per alcuni giorni. La deroga richiesta dal mondo del calcio sarebbe quella di mettere in quarantena solo il calciatore positivo e nel frattempo svolgere test molecolari tenendo a riparo i giocatori per qualche giorno, salvo poi tornare alla normale attività. E’ una deroga molto grossa, sulla quale si sta discutendo”
Cosa accadrebbe se il campionato fosse interrotto?
“Si può pensare di chiudere il campionato, ma i giocatori dovranno allenarsi, non possono rimanere fermi 4-5 mesi. I protocolli che dovranno esser rivisti dalla commissione medica della FIGC e poi riproposti al comitato tecnico scientifico nazionale, devono necessariamente valutare due ipotesi: che si torni eventualmente a giocare oppure che il campionato venga bloccato, concedendo in questa seconda ipotesi comunque la possibilità di allenarsi, perchè gli atleti professionisti non possono restare fermi senza far nulla per tanti mesi. C’è anche il problema della B e della C, studiando dei protocolli aperti per club che non hanno a disposizione centri sportivi attrezzati”
Le responsabilità dei medici?
“Noi come medici delle squadre di calcio, abbiamo espresso dei dubbi per avere dei chiarimenti, perchè conosciamo molto bene le realtà locali. I protocolli sono validi solo se applicabili. Noi come associazione non siamo stati invitati al tavolo della Federazione e ci dispiace non poter portare il nostro contributo in questa fase. Servono dei protocolli plasmabili in funzione di ciò che deciderà il governo sulla ripresa. Le responsabilità sono enorme, sia per i club sia per i medici, ricordando che i calciatori professionisti sono dei lavoratori. Il club ha la responsabilità di porre in sicurezza i propri tesserati e il tutto è demandato ai medici nell’applicazione di questi protocolli. Queste sono tematiche sensibili, su cui bisogna trovare un’intesa. In Cina a tutt’oggi non è stata ancora decisa la ripresa dei campionati e conoscendo bene quella realtà, loro sono avanti a noi 3 mesi, servirà grandissima cautela nelle decisioni finali da parte di tutti”
Sui controlli dei giocatori?
“Per controllare effettivamente tutti i calciatori, costantemente, serve una mole di tamponi e test sierologici enorme, soltanto così i medici con serenità potrebbero avere uno screening chiaro del gruppo squadra. In Germania utilizzeranno una marea di test, ma evidentemente al contrario nostro li hanno e non è solo un problema etico, ma anche pratico e sociale”.
(Centro Suono Sport)
16:14 - Una prima serie di test ha rivelato dieci casi di positività (su 1724 tamponi effettuati) al coronavirus nei club tedeschi di prima e seconda divisione, che sperano di riprendere la competizione a maggio. Lo ha reso noto la Lega calcio tedesca (DFL).
Die gesamte Meldung zur ersten #Coronavirus-Testwelle in der #Bundesliga und 2. Bundesliga finden Sie hier ➡️ https://t.co/DPb8dQ1J6w pic.twitter.com/qqecRYZLGu
— DFL Deutsche Fußball Liga (@DFL_Official) May 4, 2020
16.07 - Torna a parlare il prof. Castellacci, ex medico della Nazionale Italiana di Calcio e presidente di Libera Associazione Medici Italiani del Calcio. Di seguito uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Secondo delle indiscrezioni del quotidiano “La Repubblica” il premier Conte decreterà lo stop al campionato questo mercoledì. Lei cosa ne pensa?
“L’auspicio di tutti sarebbe quello di rivedere il campionato, cosa difficile. Questo è un periodo drammatico sotto vari punti di vista. C’è voglia da parte della Federazione di vedere completato il campionato, anche per i problemi economici che comporterebbe un’eventuale interruzione. Questo, però, lo deciderà il governo. Bisogna anche dire che un giocatore professionista non può stare quattro mesi senza allenarsi. Dovremmo studiare un metodo per farli allenare in sicurezza, magari con protocolli diversi rispetto a quelli messi sul tavolo finora”.
A proposito di tavoli, il ministro Spadafora ha detto che si dovesse trovare un compromesso tra Figc e governo si potrà tornare a giocare, altrimenti no. Cos’è che manca? Qual è il compromesso che manca per tornare a giocare?
“Il protocollo della commissione della Federcalcio non ha soddisfatto il comitato tecnico-scientifico. Noi medici del calcio – parla da presidente Lamica – non siamo stati invitati al tavolo, nonostante fossimo un punto importante in questo progetto. Avremmo gradito portare le nostre idee. In alcune categorie – Serie B e Lega Pro – si vivono momenti diversi. L’applicazione dei protocolli in Serie C è fuori dalla realtà, perché ci sono più carenze rispetto alla massima serie. Noi l’avevamo detto subito, sostenendo da principio che questi protocolli escludono molte categorie, oltre al fatto che sono difficili anche da applicare in Serie A. Ci sono molti punti oscuri”.
Come mai non siete stati contemplati?
“Effettivamente è anomalo. Noi lo diciamo apertamente, perché conosciamo la realtà dei campi. Avremmo potuto dare e potremmo sicuramente dare un contributo importante. Chiediamo solo che sia ascoltata la voce del medico del calcio, ormai una figura classica nei club. Mi auguro che le istituzioni federali si rendano conto che sia stato un errore, ma c’è sempre tempo per cambiare idea. Noi siamo sempre pronti a dare il nostro contributo”.
Prosegue sui protocolli
“I punti oscuri dei protocolli vanno chiariti. La Federcalcio ha detto che li avrebbe ripresi. Nel protocollo si dice che qualora si dovesse trovare un giocatore positivo al Covid-19 l’atleta sarebbe messo in quarantena, gli altri invece sono limitati a dei semplici accertamenti, senza quarantena. Questo contrasterebbe col Dpcm governativo. Bisogna chiarire questo punto, prendendo spunto dal protocollo tedesco: in Germania si mette il giocatore in quarantena e si fanno più tamponi agli altri. Se sono tutti negativi si continua. Per fare questi ci vogliono grandi spazi, centri sportivi e nessuna contaminazione esterna per creare ambienti sterili. Tutto questo è difficile applicazione”.
Cosa ne pensa dell’operato del comitato tecnico-scientifico e del lavoro del ministro della Salute Roberto Speranza?
“A livello sportivo ci sono state molte incertezze. Capisco le cautele che ci dovevano essere, perfettamente giustificate. Quand’ero in Cina ho vissuto una situazione analoga, quindi ho vissuto il virus quando è cominciato in Cina. Gridavo alla prudenza, ma capisco che un governo possa essere cauto nella ripresa. Non capisco il motivo per cui i giocatori di calcio non possano allenarsi, quando invece è stato dato il via libera per gli sport individuali. Non è comprensibile, visto che ci sono club con più campi per gestire gli allenamenti”.
Su Speranza
“Mi sembra che il ministro stia facendo un passo indietro rispetto a questo punto di vista, anche perché sollecitato dai presidenti delle Regioni che hanno dato libertà agli allenamenti. Ci deve essere maggiore uniformità di intenti nel Paese”.
Lei è per la ripresa del campionato oppure no?
“Non sta a noi decidere. Il parere personale non ha senso, qui dobbiamo tenerci pronti a quello che decide il governo. Bisogna fare dei protocolli rigidi ma applicabili. Fatto sta che i giocatori, anche se non dovesse ricominciare il campionato, i giocatori devono cominciare ad allenarsi. Andrebbe fatto un protocollo più semplice anche per la B e la C, perché anche loro hanno diritto ad allenarsi. Fare dei protocolli senza concretezza non ha senso logico”.
Come impatterà sul mercato la crisi economica nel calcio?
“Sarà inevitabile una recessione che avrà degli effetti anche nel mondo del calcio. Le problematiche economiche si avranno se il campionato non si concluderà. Soprattutto a livello contrattuale sarà un problema. D’altro canto viviamo un momento di eccezionalità, anche a livello calcistico. Se queste problematiche ci saranno vedremo un altro calcio, almeno all’inizio”.
(sport-lab.it)
16:05 - Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha preso posizione sulla ripresa del campionato: “Se muore il calcio, di rimando si fermano tutti gli altri sport. Chi è al governo sappia che in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro: mi auguro ci sia la riapertura entro giugno, altrimenti ci sarebbe un disastro. Qualcuno ha sottovalutato il problema, persino demonizzato il mondo del calcio, forse per scarsa conoscenza della materia, non sapendo che ci sono a rischio 300.000 posti di lavoro, tutto l’indotto del sistema calcio. Invece spara sui ricconi del pallone per non parlare dei problemi degli altri. Se metà delle società professionistiche falliscono in caso di mancata ripartenza prima dell’estate, mi deve però spiegare dove prende quel miliardo per tappare il buco”.
(Rai GR Parlamento)
13.50 - "Io sono perche' il campionato riparta, perche' sarebbe un segnale molto importante e non e' un giocattolino per addetti ai lavori. E' un mondo che muove denari, passione". Lo ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intervenuto a L'Aria che Tira in onda su La7. "Ma Spadafora come si permette di dire che non se ne parla - ha aggiunto -. Il ministro dello sport non si puo' permettere di dire non se ne parla, non e' il padrone del calcio, ci sono Serie A e Serie B, ci sono interessi che si muovo intorno a questa vicenda, c'e' la garanzia di poter gestire i giocatori, che sono molti piu' curati di tutti gli altri. Per quale motivo un ministro della Repubblica si permette di dire 'il calcio non se ne parla'? Dico al signor ministro dello sport che si parla di tutto in democrazia e che non decide un ministro da solo, decidono il Parlamento, i tecnici, gli addetti ai lavori, chi capisce di calcio, categoria nella quale non mi sento di annoverare l'onorevole Spadafora. E non ne capisce di democrazia".
13.15 - "L'umanità sconfiggerà il coronavirus. Abbiamo visto quanto è sensibile e vulnerabile il nostro mondo se una tale situazione è riuscita a destabilizzarlo completamente. Il calcio è fatto di energia positiva e, fino al ritorno del calcio, la gente non avrà la percezione che la situazione sia di nuovo normale". E' il punto di vista espresso dal presidente dell'Uefa, Alexander Ceferin, in una intervista al portale sloveno 'Nova.rs'. "Il calcio cambierà, ma solo per un breve periodo di tempo. È già sopravvissuto alle guerre e alle epidemie in passato. Presto riavremo il buon vecchio calcio", prosegue Ceferin. "Ci piacerebbe molto vedere il calcio di nuovo in campo il prima possibile, ma dipende soprattutto dalle decisioni delle autorità statali. Con tutti i requisiti medici soddisfatti e a porte chiuse, le partite potrebbero tornare relativamente presto. Ma non è lo sport che lo può decidere, è la politica", conclude.
13.05 - I club di calcio francesi si riuniscono in assemblea nel pomeriggio per sottoscrivere un prestito collettivo garantito dallo Stato. Denaro che dia ossigeno alle rispettive finanze, in difficoltà dopo la cessazione definitiva del campionato a causa del coronavirus. Il prestito, di cui non è noto l'ammontare, riguarderà i 40 club Ligue 1 e Ligue 2. Secondo Jean-Michel Aulas, presidente di Lione, intervistato da L'Equipe, ammonta a 235 milioni di euro, corrispondenti alle perdite di diritti televisivi a seguito della sospensione del campionato. Secondo RMC Sport, l'importo è di 162 milioni di euro da distribuire tra i club. Il regime di prestiti garantiti dallo Stato (PGE), istituito alla fine di marzo dal governo, consente alle società in difficoltà a causa della pandemia di contrarre un prestito con la garanzia che, in caso di mancato rimborso, sarà lo Stato ad assumere la maggior parte del resto del credito, fino ad un massimo di 300 miliardi di euro.
13.00 - Nonostante le dichiarazioni di unità e armonia, la Premier League è profondamente spaccata tra chi, i top club, vuole portare a termine la stagione, e le squadre nei bassifondi della classifica, che spingono per non riprendere a giocare così da evitare la retrocessione. In attesa di conoscere le linee guida della fase 2 dell'emergenza sanitaria, che il governo presenterà entro la fine di questa settimana, la ripresa del campionato inglese non appare più così scontata. Sembrava fosse stato raggiunto un accordo di massima tra i 20 club, ma giorno dopo giorno emerge con sempre maggior chiarezza - scrive oggi il Daily Mail - una netta divisione di interessi, e dunque di intenzioni, tra grandi e piccoli club.
Le società più titolate vogliono disputare le rimanenti 92 partite per garantire la regolarità della stagione, inseguendo un piazzamento utile per partecipare il prossimo anno alle competizioni europee. Ma sono almeno sei i club coinvolti nella lotta per evitare la retrocessione che non sembrano intenzionati a tornare in campo. Con l'annullamento della stagione, la loro permanenza nella massima serie inglese verrebbe garantita anche per la prossima stagione, preservando i lucrosi introiti garantiti dalla cessione dei diritti tv. Uno scontro di interessi che rischia così di sabotare il cosiddetto "Project Restart", il piano del calcio inglese per tornare in campo entro la prima metà di giugno. Nei prossimi giorni, anche alla luce delle indicazioni che giungeranno dal governo e dalle autorità sanitarie, si svolgeranno altre video-conferenze tra i rappresentanti della società per trovare una possibile intesa, che al momento - secondo la stampa locale - appare tutt'altro che sicura.
12.35 - Alcuni calciatori del Sassuolo sono tornati in campo, in mattinata, per riprendere gli allenamenti individuali. Al Mapei center, quartier generale dei neroverdi, è sceso in campo un piccolo gruppo di calciatori che hanno svolto delle sedute di mantenimento individuale. Di fatto hanno corso nel campo, ben distanziati l'uno dall'altro.
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— U.S. Sassuolo (@SassuoloUS) May 4, 2020
12.25 - La Pro League belga ha nuovamente rinviato, è la quarta volta, la decisione in merito alla ripresa o meno del campionato alla luce dell'emergenza coronavirus. Si attendeva per la giornata di oggi un pronunciamento dell'Assemblea della massima divisione che ha però rinviato al 15 maggio una decisione definitiva in attesa di conoscere le misure che il governo ha intenzione di adottare. «La Pro League comprende perfettamente che in questa prima fase ci fosseroaltre priorità rispetto allo sport in generale e al calcio professionistico in particolare -spiega la nota-. Tuttavia, speriamo di poter avere chiarimenti al più presto dal Consiglio di sicurezza nazionale». Il board della Pro League ad aprile si era detto orientato a chiudere subito la stagione ma una decisione in merito non è mai arrivata. Nonostante l'esortazione della Uefa a completare i rispettivi tornei nazionali, Franca e Olanda hanno ufficializzato lo stop ai campionati mentre Germania, Inghilterra, Italia e Spagna sperano ancora di completare la stagione a porte chiuse.
12.05 - «Sarà difficile prevedere folle di tifosi - che sono la linfa vitale del gioco - tornare presto alle partite». È un passaggio della lettera che il presidente della Federcalcio inglese, Greg Clarke, ha indirizzato al consiglio direttivo della Football Association. Dato per scontato che Premier League e Football League se riprendono lo faranno a porte chiuse, il calcio inglese si sta preparando anche all'eventualità di giocare la stagione 2020-21 senza pubblico negli stadi, afferma la Bbc. «La realtà è che non sappiamo come andranno le cose - ha scritto ancora Clarke - Ma con il distanziamento sociale in atto per qualche tempo a venire, affrontiamo cambiamenti sostanziali nell'intero ecosistema calcistico». Clarke ha avvertito poi che una riduzione del budget pari a 75 milioni di sterline sarà «sensata» quest'anno. «Nel peggiore dei casi, ciò sarebbe necessario per i prossimi quattro anni per compensare un deficit di 300 milioni (circa 340 milioni di euro, ndr)», ha aggiunto.
10.25 - In base a quanto stabilito dalla circolare del Viminale oggi, dopo due mesi riapre i battenti questa mattina il Delfino training center di Marina di Città S.Angelo. I giocatori del Pescara riprenderanno ad allenarsi al Poggio in forma individuale (agli ordini dei soli preparatori) e rispettando le prescrizioni su distanziamento e divieto di assembramento. L'allenamento al Poggio è facoltativo e i calciatori che sceglieranno di non andare potranno continuare ad allenarsi da casa. Gli spogliatoi saranno però chiusi e la doccia si dovrà fare a casa. Dal 18 maggio poi riprenderanno gli allenamenti in gruppo.
10.20 - «Sono uno dei 20 associati e non so se il campionato ripartirà. Ci sono dei tentativi, da oggi con gli allenamenti individuali e, dal 18 maggio, di gruppo. Su questo tema è bene che parli la Lega, dal presidente Dal Pino all'amministratore delegato De Siervo». Urbano Cairo, presidente del Torino, a Radio anch'io sport non si è sbilanciato sulla ripresa della Serie A. A suo parere ora «l'aspetto fondamentale è che sia adottato un protocollo totalmente sicuro, soprattutto per quando dovessero riprendere le partite, con il contatto fisico tra i giocatori. In questa fase è importante tenere in conto questo elemento». Quanto all'azione delle istituzioni, «il Governo sta facendo il possibile perché le cose vadano bene. C'è la volontà di tutti per vedere se la ripartenza è possibile. Chi guida tutto devono essere sempre le istituzioni, una parola finale spetta a loro perché sanno cosa si deve fare per tutelare la salute dei cittadini» ha aggiunto Cairo. Il presidente granata è parso poco propenso all'introduzione di novità, come campionati giocati negli anni solari. «È importante mantenere il format del torneo così com'è, conservare le tradizioni». Comunque la Serie A sembra aver ritrovato compattezza nella direzione di una ripresa: «Sì, ma evidentemente con opinioni in parte differenti». Nel rapporto con i broadcaster per i diritti televisivi «la situazione è gestita dalla Lega, al momento ci sono delle interlocuzioni». Quanto al taglio degli stipendi «da parte dei giocatori del Torino ho trovato grande ragionevolezza, tutti dobbiamo fare dei sacrifici». E il Torino quando riprenderà gli allenamenti? «Ora stiamo facendo tamponi e le visite mediche, i ragazzi saranno pronti nei prossimi giorni, per riprendere in modo individuale» ha concluso Cairo.
(Radio Uno)
10.10 - Trentadue pagine con tutte le modalità per la ripresa dello sport. Sono state pubblicate dal ministero dello sport le linee guida, che, come anticipato dall'ANSA nel weekend, regolano il graduale ritorno agli allenamenti degli atleti. Si va dalle norme igieniche agli ingressi scaglionati nei luoghi in cui si svolge l'attività, con tutte le indicazioni medico-scientifiche per una ripresa sicura in emergenza coronavirus.