Altre 13/04/2020 01:19

Totti: "Il giorno dell'addio più emozionante dello scudetto e del Mondiale. Io e Del Piero potremmo dire ancora la nostra"

totti del piero

SKY SPORT – e Alessandro Del Piero tornano come ospiti nel programma dell'emittente satellitare  #CasaSkySport, ma questa volta insieme. Gli ex capitani di Roma e , rivali in campo, compagni di squadra in Nazionale, dove hanno condiviso il trionfo del Mondiale 2006, e amici fuori dal terreno di gioco, sono intervenuti in diretta sul canale 200 di Sky raccontando il proprio passato da calciatori e non solo. Queste le loro parole:

Quanti cuori avete scaldato in 20 anni di carriera? Sentite questa responsabilità?
Del Piero: Francesco e io abbiamo vissuto questa sportività insieme, da leader e da capitani, rappresentando un movimento. Questa responsabilità è sempre stata attiva nei nostri comportamenti e nelle nostre dichiarazioni. Abbiamo fatto qualcosa di importante per le nostre società e per il calcio in generale.

Quando e dove è stato il vostro primo incontro? Come è nata la vostra amicizia?
Del Piero: Credo in Nazionale. Arrivavamo tutti e due 'sbarbatelli' rappresentando due mondi diversi, con diverse tensioni che ci portavamo dietro, diverse rivalità, ma con un rispetto reciproco. Lui per me e io per lui eravamo l'avversario da battere. Con il passare degli anni, con le similitudini delle nostre carriere, ci si riusciva a capire anche senza parlarci. Vivevamo simultaneamente certe similitudini sebbene in piazze diverse: io nella e lui nella Roma.

Cosa ricordi di quel 9 luglio 2006?
Del Piero: Avevo un senso di completezza che un calciatore può avere in maniera totale. Non riuscirei a descrivere meglio questo momento. È l'apice più alto che un calciatore può raggiungere e farlo per l'Italia, sapendo come viviamo il calcio, è un qualcosa di unico e incredibile. È il massimo della soddisfazione come persona e come gruppo di lavoro.

A : Sei uscito da San Siro applaudito dal pubblico...
È una cosa differente uscire tra gli applausi da uno stadio diverso dall'Olimpico. Vai fuori e ricevi l’omaggio di altre persone che hanno il calcio come passione. Per noi giocatori far contenti questi ragazzi e persone più grandi è motivo di orgoglio.

Avete il rimpianto di non aver vinto il Pallone d'Oro?
: Il Pallone d'Oro è un premio che tutti i giocatori aspirano a vincere, ma non è semplice. Io, rispetto ad Alex, avevo meno possibilità di vincerlo perché Roma è una piazza un po' particolare. Non tutti gli anni abbiamo la possibilità di vincere scudetti o Coppe Campioni. È un trofeo che avrei voluto vincere.

Del Piero: Le dinamiche per vincerlo sono particolari, sono variate nel tempo. Non ho rimpianti particolari. Ci sono stati degli anni in cui sono stato molto vicino, quando abbiamo vinto la , quando eravamo ogni anno in finale di . Non so perché non lo abbia vinto, ma si gira pagina.

: Non era quello che volevamo vincere per prima.

Sulle barzellette.
: Ci abbiamo messo una serata intera.

Del Piero: Al mattino abbiamo fatto allenamento, poi nel pomeriggio eravamo liberi e abbiamo fatto questo pezzo di filmografia unico.

È capitato di dire uno all'altro 'Dì al tuo difensore di fare un po' più piano'?
: Parlavamo direttamente con i difensori

Del Piero: Non c'era bisogno del passaparola

Domanda di Buffon: C'è ancora posto nelle squadre delle Legends?
: Non ha niente da fare! Lo aspettiamo a braccia aperte! (ride, ndr)

Del Piero: Siamo sempre pronti!

-Cassano e Zidane-Del Piero hanno dimostrato che anche -Del Piero forse avrebbero potuto giocare insieme...
: Eravamo due giocatori simili, ma allo stesso tempo diversi. Anche perché io e Alex con alcuni allenatori abbiamo giocato da esterni. Potevamo fare la prima o la seconda punta. I mister avevano tante possibilità, ma purtroppo non l'hanno viste e hanno sempre deciso di scegliere o uno o l'altro. Noi ci siamo sempre a disposizione, poi ogni scelta del mister veniva rispettata.

Del Piero: Lo abbiamo fatto tante volte con Trapattoni nel Mondiale di Giappone e Corea. C'è grande rammarico, ma la voglia di sperimentare un po' di più c'è stata. L'ultima volta che abbiamo giocato insieme è stato nel pre-mondiale a Firenze nel match Italia-Germania 4-1.

Tra voi al Mondiale 2006 la competizione e la lotta per il ruolo si è intromessa nella vostra amicizia?
Del Piero
: No, assolutamente no. Eravamo davvero un gruppo unito. C'erano talmente tante cose in ballo, ma soprattutto un Mondiale, che non potevano nascere egoismi.

: Non sarà una partita o una scelta dell’allenatore a toglierci l’amicizia.

Francesco parli sempre come se giocassi…
: Io e Alex potremmo dire ancora la nostra. Il problema è che non tutti la pensano come la testa nostra.

Il momento dell’addio: arrivò un’onda emotiva che ripaga più dei trofei.
È stata una giornata particolare, abbastanza inusuale. Non pensavo che la gente potesse arrivare fino a questo punto. Metto quella giornata davanti a scudetto e Mondiale per le emozioni che mi ha fatto provare. Non ci sono e non ci saranno mai parole. Per 25 anni trascorsi insieme, quel giro di campo e avere la gente che piangeva, è stato bellissimo. Quello è amore tra me e loro e nessuno me lo toglierà mai di dosso.

Del Piero: Potrei fare copia-incolla. L'onda emotiva che arriva ti travolge anche se in qualche modo ti eri preparato a quel momento e avevi cercato di prevederlo. Vedere la reazione della gente, tutti in piedi a piangere, felici ma tristi: un numero di emozioni imbarazzante. Momenti che toccano nel cuore. Per me rimane una giornata unica sotto tutti gli aspetti.

Intervengono anche Maldini e Zanetti.

Cosa ha insegnato lo sport, il calcio e l'essere campione?
Maldini
: I miei genitori mi hanno insegnato l'educazione, lo sport mi ha insegnato invece lo spirito di squadra. Non pensare a se stessi, ma al bene comune, come in questi momenti.

Zanetti: Lo spirito di squadra, la generosità e l'essere uno a disposizione dell'altro. Soprattutto in quello che stiamo vivendo adesso lo spirito di squadra è fondamentale. Tutto il Paese sta lottando contro questo virus e perciò ci vuole l'unione di tutti.

: Lo sport è tutta la mia passione. È sempre stato un sogno calpestare quel rettangolo verde. Ho cercato sempre di dare il 100%. Il calcio non è fatto di singoli, ma di un gruppo che si aiuta e che va in campo dando ognuno se stesso per far sì che tutto possa risolversi nel migliore dei modi.

Del Piero: Lo sport per me è vita. È quello a cui mi sono dedicato con passione e dove ho trovato tutti gli equilibri della vita, vivendo in un gruppo con persone che possono essere simpatiche o antipatiche, dove bisogna rispettare delle regole o dove si devono prendere delle decisioni. Ci sono tante dinamiche che puoi trovare nella vita comune. Se lo fai con passione come lo abbiamo fatto noi, dedichi tutti i tuoi pensieri, la maggior parte del tuo tempo, facendo sacrifici.

A Maldini: Come stai? E quanto occorre per recuperare?
Ho provato oggi ad allenarmi in palestra: dopo 10 minuti non ce la facevo più. Avevo capito subito che era qualcosa di diverso.

A un giovane cosa consigliare per essere un capitano come voi?
Del Piero: Io mi sono sempre ispirato alle persone che mi davano ispirazione, non per forza persone nel mondo del calcio. Persone che hanno fatto scelte forti e che meritavano la mia attenzione. Consiglio? Vivere al 100% quello che stai facendo, ascoltare tutti e avere la forza di fare scelte giuste che sono a volte complicate.

Maldini: Vivere di passione. Quando è arrivata la fascia ho sentito il peso e l'orgoglio: ho avuto tanti esempi, ma poi decidi tu che strada prendere perché ognuno di noi è unico

Zanetti: Essere te stesso, non cambiare la tua maniera di essere pur avendo la fascia di capitano. E poi grande rispetto e lealtà a chi ti sta a fianco e convivono con te tanti momenti.

: Quella fascia è tutto, anche perché non è facile indossarla. Ci vuole coraggio, forza, rispetto per i compagni e i tifosi. Bisogna onorarla in tutto e per tutto.

Rivolgendosi a e Del Piero: Maldini è stato vostro capitano? Che capitano è stato?
: Lo dico in una parola sola: 'Esemplare'

Del Piero: Francesco ha trovato la parola più giusta perché è sempre stato disponibile, pronto a dire la sua sia da compagno che da capitano. Ha sempre vissuto in maniera fantastica il ruolo e non solo nella parentesi di Trapattoni, ma anche in quella con suo papà. Sia lui che suo padre hanno avuto un comportamento esemplare.

A Zanetti e Maldini: Come si fermavano due numeri 10 come e Del Piero?
Zanetti: Difficile perché hanno tanta qualità. Erano due grandi campioni, che inventavano qualcosa in qualsiasi momento. Con loro ci siamo affrontati per 20 anni ed è sempre stato complicato. Ma da parte mia c'è sempre stato massimo rispetto e lealtà.

Maldini: Li ringrazio per quello che hanno detto prima su di me, ma il segreto era solo uno: dimenticare tutto ciò e... entrare duro! (ride, ndr). Scherzi a parte, è lo spirito del calcio... Ma con loro ci siamo fatti anche tante risate...

: Soprattutto quando la palla era distante. Io mi ricordo che all'Europeo, quando siamo andati ai rigori con l'Olanda, ho detto a Paolo che avrei fatto il cucchiaio e lui mi guardò con una faccia come per dire 'Questo è matto'. Pensava che scherzassi.

Maldini: E in quella semifinale alla fine sono stato l'unico che ha sbagliato il rigore...

: Perché volevi far fare bella figura a Toldo...

A : Raccontaci un episodio su Gigi Riva, in particolare quando nel 2006 scese da quel pullman…
Sarebbe più giusto ne parlasse Paolo, che lo conosce meglio di me. Per quello che l’ho frequentato, era una persona straordinaria. Era sempre pronto per qualsiasi battaglia, è stato un sostegno per noi. È una leggenda del calcio mondiale.