Altre 26/04/2020 18:12

Osvaldo: «A Roma stavano per uccidermi, chiesi aiuto a Totti e De Rossi. Io in Nazionale per merito di Heinze, spero che Prandelli se la passi male...»

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TNT SPORTS - Pablo Daniel Osvaldo senza filtri. L'ex attaccante della Roma, tornato di recente all'attività dopo il suo ritiro, è stato il protagonista di una diretta della tv argentina e ha parlato a ruota libera della sua esperienza in giallorosso.

Per l'ex capitano solo complimenti particolari: «Gli dicevo che secondo me sua moglie era cornuta - ha scherzato -. Non poteva essere: aveva una bella faccia, era il miglior calciatore con cui io abbia mai giocato… Aveva solo pregi, non aveva neanche l’alito cattivo, per dire. E sua moglie… Qualcosa di brutto avrà pur dovuto avere. Ma in realtà non aveva neanche le corna. Una volta ero in un bar e mi stavano quasi uccidendo. Poi chiesi a Daniele (, ndr) e Francesco di accompagnarmi per sistemare le cose, non sono stupido». Osvaldo ricorda anche il momento in cui indossò la fascia da capitano al posto di : «Lui uscì, ma non mi diede la sua fascia. Ne usai un’altra. Me la firmò e scrisse 'Per il mio futuro»

Un retroscena svelato poi sulla nazionale italiana: fu Gabriel Heinze a convincerlo ad accettare la convocazione. «Se non fosse stato per lui, non avrei mai detto si. Eravamo nello stesso hotel, mi hanno chiamato dalla Nazionale italiana, volevano convocarmi... Risposi che dovevo pensarci, mi hanno detto di chiamarli tra cinque minuti. E lì Heinze mi ha detto: "Hai detto di sì, no? Ma sei un idiota, chiama e accetta, loro quando sono in viaggio vestono Dolce Gabbana." Allora ho richiamato e ho detto di sì».

Durissimo l'attacco all'ex ct azzurro Cesare Prandelli: «Ho segnato 6 o 7 gol nelle qualificazioni, mi avevano dato la maglia numero 10, ma sono stato escluso per colpa della stampa. Prandelli, il mio amico Prandelli, spero che se la stia passando male in questa quarantena... Hanno iniziato a scrivere che ero un argentino che toglieva il posto ad altri. La cosa peggiore poi è che ho saputo dai giornali della mancata convocazione per i Mondiali, non mi ha nemmeno chiamato... Avevo già preso i biglietti. Mi ha colpito di brutto, ho pianto. Volevo morire, quel Mondiale me l'ero guadagnato. Dopo il Mondiale mi ha richiamato, mi voleva con lui al Galatasaray, risposi che non avrei accettato nemmeno per 50 milioni al mese»