Altre 30/04/2020 16:40
Balzaretti: "Zaniolo tra i talenti più grandi d'Europa"
TELE RADIO STEREO - Nel programma di rassegna dell'emittente radiofonica è intervenuto Federico Balzaretti, ex calciatore della Roma ora commentatore Dazn dopo un'esperienza anche come dirigente nel club giallorosso.
Sul gol al derby.
“E’ stato un momento in cui si è fermato il tempo. E’ bello che sia rimasto nella memoria collettiva di tutti. Quando ricevo messaggi di qualcuno che mi ringrazia per quel momento, sono io che devo ringraziare voi”.
Come stai vivendo questo periodo?
“Fortunatamente stiamo bene in casa. Nessuno dei nostri familiari è stato colpito, poi stiamo bene in famiglia, che è una cosa bella. Le giornate passano in maniera tranquilla e veloce, con quattro bambine non ci si annoia. Al mattino ripassiamo anche noi scuola, poi il pomeriggio giochiamo, vediamo la tv, si creano momenti per stare insieme. Bisogna cercare di vedere le cose in maniera positiva. Con i miei compagni del Palermo abbiamo cercato di creare questa associazione per aiutare le famiglie al Sud, di Palermo, in difficoltà da un punto di vista sociale. Si cerca di rendersi utili e fare cose importanti per la comunità”.
Oltre al gol al derby, qual è stata l’emozione più intensa da calciatore? Cosa è mancato alla Roma nella stagione 2014/15 per fare un salto di qualità?
“Un altro momento che ricordo è la semifinale di Euro 2012 con la Germania, con la doppietta di Balotelli. E’ una partita che ha un posto speciale nel mio cuore. Loro erano davvero forti ed enormi. Nella stagione 2014-15 ho vissuto solo gli ultimi 2 mesi e mezzi con la squadra, nei mesi precedenti combattevo contro questa pubalgia. Il rimpianto, secondo me, può essere il primo anno con Rudi Garcia, era una squadra straordinaria. Con una Juventus meno straordinaria quell’anno, la Roma poteva vincere il titolo. Era un gruppo splendido”.
Qual è la difficoltà più grande per un ds? Zaniolo può diventare un top player?
“Il ds ha più aree di competenze, è una parte importante di gestione e comunicazione con i giocatori. E’ un ruolo meno tangibile nell’immediato, che ha bisogno di più tempo e continuità. Non vuol dire comprare solo il giocatore giusto, ma deve fare molto di più. La bravura deve essere quella di legare e comunicare più aree. Deve avere collaboratori bravi, è una squadra nella squadra. Zaniolo? Se non lo è già, sicuramente lo diventerà. A livello europeo è uno dei talenti più grandi che c’è, senza dubbio”.
Come vive un giocatore l’evoluzione da calciatore a dirigente e cosa deve studiare?
“E’ un periodo particolare. E’ una strada che mi piace. Mi piace un ruolo manageriale, sicuramente bisogna studiare. Ho avuto la fortuna, e dico sempre che devo ringraziare la società, che la Roma mi ha messo a disposizione la possibilità di seguire i ragazzi in prestito e seguire la direzione sportiva. Ho preso il diploma da direttore sportivo e poi ho intrapreso un altro tipo di studi: un master universitario che fanno ex calciatori. Poi l’esperienza la fai sul campo, sicuramente studiare e fare ogni cosa nel quotidiano. Questo fa parte del nostro lavoro. Ieri abbiamo fatto una sessione su come l’Uefa sta lavorando sul Covid-19. La Uefa ci mette a disposizione la possibilità di studiare e aggiornarci. Poi va fatta esperienza sul campo e trovare persone che diano possibilità di andare sul campo, sbagliare. Non basta esser stato un buon giocatore per essere un buon dirigente”.
Come ripartire?
“Non ho un quadro totale, parlo più da tifoso e appassionato di calcio, sapendo quanto produce il calcio e porta a livello di emozioni, per cui la speranza è quella di poter ripartire per tutto il movimento e quello che c’è intorno. E’ chiaro che in questo momento ci sono problemi e pensieri molto più grandi. La salute va tutelata. Posso dire, ripeto, che la speranza è che si possa ripartire, con calma e poi le soluzioni da trovare non sono facile. L’Uefa anche ha tanti dubbi. E’ una situazione complessa. Spero che chi ha il quadro completo possa trovare la soluzione migliore per tutti e per il calcio, e che gli interessi personali siano in secondo piano rispetto a quelli collettivi”.