Altre 27/03/2020 01:36

Coronavirus, Cairo: "Rischioso giocare oltre il 30 giugno, si comprometterebbe anche la prossima stagione"

Roma - Torino

SKY SPORT - Il presidente del Torino Urbano Cairo è tornato a parlare dell'attuale situazione emergenziale che sta vivendo il calcio italiano per via della crisi coronavirus. Ai microfoni dell'emittente satellitare il patron granata si è soffermato in particolare sulle ipotetiche date di ripresa del campionato:

 Sui calendari...
Secondo me va bene salvare i campionati e le coppe, ma andare troppo in là con i tempi e quindi andare oltre il 30 giugno sarebbe un problema perché si rischia di intaccare una stagione futura. Se parlassimo del 30 giugno vuol dire che ad agosto i giocatori riposeranno, poi si avrebbe un mese di preparazione e alla fine si andrebbe a giocare a metà ottobre. In questo modo si rischia di compromettere due stagioni. Cerchiamo di poter giocare e finire il campionato entro il 30 di giugno. Il contagio internazionale rischia di essere molto pericoloso. Non possiamo giocare a tutti i costi mettendo a repentaglio la salute di chi gioca e lavora o dei tifosi.

Difficile pensare di chiudere tutto entro il 30 giugno...
Lo penso anche io perché chiudere tutto entro il 30 giugno vorrebbe dire ricominciare ad allenarsi a partire dalla metà di aprile, quindi fra 20 giorni. Per come vedo le cose oggi penso sia un'ipotesi difficile. C'è anche il tema riguardo la salute economica dei club da fare. È importante trovare un punto di incontro affinché tutti i sacrifici vengano ripartiti un po' tra tutti e si possa ripartire con una nuova stagione. Oggi mi sembra più produttivo cercare di trovare delle soluzioni ipotizzando che non si possa finire, se poi le cose andranno meglio ben venga.

L'indebitamento del calcio italiano rischia di essere fatale con le perdite derivate dal Coronavirus. Cosa ne pensa?
L'indebitamento è un fatto innegabile, però siamo di fronte a un problema mondiale, che coinvolge tutti e oggi dobbiamo capire cosa ci consente di fare. L'indebitamento c'è e c'era anche prima, il problema è provare a risolvere una situazione epocale, totalmente imprevista e mai vista prima.

Dal punto di vista della classifica, come assegnerebbe Scudetto e promozioni in Serie A?
La classifica... io non lo so, va discussa in FIGC, in Lega, per trovare delle soluzioni. Ci vogliono anche rimedi senza precedenti per una situazione senza precedenti: in queste prime riunioni fatte via Skype, qualcuno diceva che gli allenamenti sarebbero continuati, ma io avvisavo che i numeri dicevano altro.

Il calcio italiano non ha fatto una splendida figura in questi giorni, c'è chi pensa sempre al proprio interesse.
Io vedo più unione, chi si muove in maniera isolata li conto sulle dita di una mano. C'è chi antepone i propri interessi a quello generale, è avvenuto per tanti anni in Lega e questo ci ha fatto perdere terreno rispetto ai grandi campionati europei. Questo atteggiamento di bottega ha penalizzato i ricavi e sta dando una pessima immagine del calcio italiano.

Lei ha sempre sostenuto l'idea dei campionato nazionali rispetto a quelle di Superlega, ora sembra anche la UEFA sia sulla stessa lunghezza d'onda.
Mi fa piacere, si è parlato molto di questa SuperChampions e ora mi sembra che la strada maestra imboccata sia quella giusta.