CENTRO SUONO SPORT - Ai microfoni della trasmissione "Te la do io Tokyo", è intervenuta Rosella Sensi, ex presidente della Roma, commentando gli ultimi fatti dei giallorossi, partendo inevitabilmente dall'addio di Daniele De Rossi, consumato domenica sera dopo la sfida col Parma.
Su De Rossi.
C’è stata tanta tristezza appena saputa la notizia. Apparentemente sembra un duro, ma è molto fragile sull’attaccamento. La tristezza è stata tanta. Vedere Conti, Totti e De Rossi insieme mi ha fatto pensare che è finita la Roma fatta di sentimenti. Con De Rossi abbiamo avuto scontri civili, ma è sempre stato determinante. Io non l’avrei fatto, ho rifiutato un’offerta importante. Sessanta milioni? Qualcosa in più.
C’è stato un momento in cui è stato vicino all’addio?
No, non l’avrei mai fatto. Una squadra deve avere determinati personaggi anche per aiutare chi arriva. Lui era uno di questi, aiutava i compagni a dare il massimo. La sua personalità aiutava. Non sono nella testa di chi ha deciso. Io parlo di valori. Questo è stato un gesto che non capisco. Perde i valori. I bambini piangevano, Daniele era un simbolo e una persona sensibile ai problemi degli altri.
Lui trasmetteva la romanità…
Non riesco a capire il senso di questa scelta.
Su Baldissoni.
Non ho conosciuto nessuno della società. Pallotta non l’ho mai incontrato. Baldissoni l’ho conosciuto al funerale di mia madre.
Sul mandare via Ranieri.
Sono decisioni che vanno prese con il ds. Io l’avrei confermato, ma non so quale sia il progetto nei dirigenti della Roma. Ranieri è un grande allenatore, sarebbe da capire se lui sarebbe stato disposto a rimanere e con quali intenzioni.
Su Baldini.
Mio padre lo prese all’epoca poi direttore sportivo. E’ stato fortunato nell’avere un presidente come Sensi. Non capisco la sua lontananza. Pallotta non ha mai fatto calcio, ma chi fa calcio sa che si deve essere presenti. E’ una scelta strana, chi decide deve essere presente. E’ un ruolo che non capisco. Pare sia uscito dalla Roma, poi leggo che decide. L’allenatore non andrebbe mai lasciato solo. Io ringrazio chi mi è stato vicino e prendeva decisioni importanti.
Che importanza ha avuto per lei Montali?
Portava l’esperienza di un altro sport. Senza voto per me.
Che ruolo darebbe a Totti, Conti e De Rossi?
De Rossi lo vedo come allenatore, ma non oggi, gli serve esperienza. Conti lo vedo con direttore tecnico, mentre Totti lo affiancherei a Bruno. Il carattere di Conti può formare Totti. Francesco domenica l’ho visto triste, lasciava un fratello. Lui vuole sempre il meglio per la Roma, cercherà di fare qualcosa in questo senso.
Lui è imprigionato secondo lei?
No, assolutamente. Decide da solo e non si fa condizionare da nessuno. E’ tempo che non ci parlo, ma imprigionato mai.
Che dirigente aveva immaginato diventasse Totti?
Io gli avevo detto di scegliere in autonomia quando sarebbe arrivato il momento. Per me può ricoprire qualsiasi ruolo, lo vedo bene con i giovani.
De Rossi ha detto che si sarebbe rinnovato il contratto…
Gli do ragione. Lui ha un carattere diverso rispetto a Totti, non segue gli stessi tempi.