Altre 05/11/2018 16:23

Rosella Sensi: "Le cessioni hanno portato una carenza di motivazioni. Invito Pallotta a pensare più alla squadra che allo stadio"

ROSELLA SENSI FUNERALE MARIA SENSI

RAI 2 - Ospite de "La domenica sportiva", Rosella Sensi ha spaziato tra Var e momento in generale della Roma, per finire sulla posizione di Totti in società. Queste le sue parole sulla tecnologia che ha danneggiato, col suo mancato utilizzo, la Roma nell'ultimo match: "La Var  sarebbe stata utilissima anche ai nostri tempi. Il suo uso sarebbe stato corretto in occasione del rigore concesso contro la Roma, usata in questa maniera non va bene".

Poi sul momento dei giallorossi: "Sarebbe interessante capire cosa succede alla Roma, bisognerebbe stare dentro per capirlo davvero. Non è in una posizione che le compete, è un momento difficile anche se la Champions regala prestazioni diverse e vediamo giocatori più motivati. Le cessioni ci sono state e sono state molte, manca un gruppo: per esperienza personale con le cessioni non si riesce a costruire un gruppo col quale Di Francesco ha fatto cose eccezionali. È il gruppo che ti fa arrivare a risultati importanti. Eusebio lo stimo tanto, potrà fare cose migliori ma le cessioni hanno portato carenza di motivazioni: in Champions giocano bene, in campionato lo smembramento di squadra si vede. I tifosi sono sempre stati il nostro grande punto di forza e ora la vivono malissimo questa situazione. Io sono stata molto contestata dai tifosi eppure per me sono un elemento fondamentale per la Roma. Io mi aspetto e spero che la Roma possa vincere, mi auguro che gli americani ne abbiano coscienza, sapendo cosa significa rappresentare questo club. Spero che le cessioni possano smettere e si possa costruire una squadra vincente, questa città deve vincere".

Chiusura su Totti: "Lo vedevo come dirigente, non in questo ruolo: lui l’ha scelto ed evidentemente gli piace. Avevo in mente tutt’altre cose per lui e glielo continuo a dire. Lui ascolta solo se stesso, l’ultima parola è sempre la sua e fino a quando non diceva ‘sì’ si tremava sempre, anche in sede di contratto. Invito il presidente Pallotta a pensare più alla squadra piuttosto che allo stadio, cercando di comprare più giocatori perché la Roma merita questo e altro".