Altre 06/02/2018 21:14

Diritti Tv, De Siervo (Infront): "Con lo stop a MediaPro la Lega farà un proprio canale"

telecamera campo

RADIO 24 - «Mi aspetto che Sky possa intervenire davanti all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, che ha 45 giorni per giudicare potrebbe autorizzare l'assegnazione con dei limiti, dire che va bene così o dichiararla illegittima. Se alla fine dei 45 giorni l'Authority non la approverà, la Lega sarebbe costretta a realizzare il proprio canale, non avendo più i tempi per esperire l'ennesima gara». Questo lo scenario delineato dall'ad di Infront, Luigi De Siervo all'indomani della diffida che Sky ha inviato alla Lega Serie A sull'assegnazione dei diritti tv a MediaPro, contestando fra l'altro che il bando non prevede la realizzazione del canale tematico.

«È un paradosso» che alla fine potrebbe verificarsi proprio ciò che Sky contesta minacciando l'azione legale, ha notato il manager. «In questi mesi abbiamo individuato un paio di partner che sarebbero ben lieti, a fronte di un minimo garantito superiore al miliardo e 50 milioni, di sostenete la Lega in questo percorso - ha dichiarato De Siervo, intervenuto alla trasmissione radiofonica 'Tutti convocati' - La scelta, che è tanto temuta, del canale tematico è veramente l'ipotesi residuale di sistema».

«Un abbonato a Sky o Mediaset non dovrebbe assolutamente disdire l'abbonamento ma stare fermo e aspettare - continua - Il calcio avrà un'esposizione maggiore, nel giro di un mese e mezzo verranno formalizzati gli accordi fra MediaPro e le piattaforme. Quello che è successo ieri è un fatto fisiologico in un mercato che si è aperto. La Lega ha deciso di vendere a un intermediario indipendente. Non cambieranno le abitudini dei telespettatori che potranno restare abbonati a Sky o Mediaset e abbonarsi ad altre piattaforme. Il calcio sarà più visibile a tutti con modalità più coerenti con il nostro modo di vivere». Come nota l'ad di Infront, «in ogni mercato tradizionalmente ci sono dei passaggi di rottura ed è quello che è successo ieri. Il vecchio modello costringeva a vendere esclusive molto costose impedendo ai soggetti più piccoli di partecipare».