Altre 27/10/2017 16:57
Juve, Roma e Real: il filo nero che unisce le curve
IL FATTO QUOTIDIANO (V. BISBIGLIA) - Anna Frank e le milioni di vittime della Shoah oltraggiate ancora dagli ultras. E stavolta è impossibile definirlo black humour. Chi si gira dall'altra parte in segno di protesta, chi fischia, chi intona cori come se nulla fosse, chi canta l'Inno di Mameli nemmeno si trattasse di una marcia fascista. Stavolta non gli Irriducibili della Lazio, che mercoledì sera hanno disertato la trasferta di Bologna "per non prestare il fianco" - a loro appartengono 6 dei 12 indagati dalla Procura di Roma per istigazione al razzismo - ma i gruppi più estremi delle curve di Juventus, Roma, Fiorentina e Ascoli. Ultras divisi dal tifo, ora uniti dal credo politico e, soprattutto, da una difesa corporativa della categoria che etichetta come "spia", "infame" e "gendarme" chi solleva critiche dall'esterno. Dopo la disgustosa iniziativa di domenica all'Olimpico, con gli insulti antisemiti e la foto della bambina ebrea vestita con la maglia della Roma, le curve d'Italia mercoledì sera si sono scoperte solidali con quella laziale.
A cominciare dai Viking Juve, gruppo di estrema destra bianconero, i cui componenti allo Stadium hanno preferito voltare le spalle al campo piuttosto che ascoltare il passo del Diario di Anna Frank letto al microfono. Un atteggiamento oltraggioso, anticipato da un comunicato sulla pagina Facebook del gruppo, dove si giustificano i laziali parlando di "puro campanilismo calcistico" e rivendicando gli insulti alle vittime della tragedia dell'Heysel, in cui morirono 39 tifosi bianconeri per mano degli hooligans del Liverpool.
Stessa cosa è accaduta all'Olimpico, dove la Roma (i cui tifosi erano oggetto di "scherno") ospitava il Crotone: durante il minuto di silenzio, i romanisti non hanno mai smesso di intonare "cori sportivi", come se nulla fosse. E non è un caso che anche nella Curva Sud viga ormai l'egemonia dei gruppi di estrema destra: fra i primi a esprimere solidarietà ai laziali è stato Giuliano Castellino, leader di "Roma ai Romani", organizzazione vicina a Forza Nuova. Tutto ciò per non parlare dei fischi di Firenze, in una curva tradizionalmente di sinistra - il gruppo principale si chiama Collettivo Autonomo Viola - ma dove ormai la destra è più che infiltrata. Insomma, sulla sottile linea nera che collega gli stadi d'Italia, l'affronto" ai laziali è destinato a non restare interesse esclusivo della Curva Nord. Un filo che unisce gli Irriducibili della Lazio, i Fedayn della Roma, i Rione Sanità di Napoli, i Boys Inter, il Gruppo Inferno dell'Hellas e i Settembre Bianconero dell'Ascoli, fino alle curve straniere di Real Madrid, Chelsea, West Ham, Wisla Cracovia e Levski Sofia: 95 gruppi di estrema destra e 8 mila sostenitori.
Intanto per i fatti di domenica, la Procura di Roma ha indagato 12 persone per istigazione al razzismo, 6 fanno parte degli Irriducibili. Tra i 12 c'è un 17enne per il quale è stata trasmessa la notizia di reato al Tribunale dei minori, mentre un 13enne non è imputabile. La Digos ha anche identificato altre 4 persone, facendo salire il conto complessivo a 20 (due di loro, uno di 46 e l'altro di 53 anni, avevano appena finito di scontare un Daspo di 5 anni): tutti rischiano di essere esclusi per 8 anni dagli stadi. Ieri pomeriggio, intanto, durante la trasmissione La Voce della Nord - La voce del dissenso, megafono degli Irriducibili, in onda su Radio Sei, il conduttore invitava i laziali ad "alzare un muro contro i gendarmi del politicamente corretto che ci vogliono affossare" e ricordava che il prossimo 18 novembre coincidono due date cruciali: il derby Roma-Lazio e il 10° anniversario della morte di Gabriele Sandri, colpito da una pallottola esplosa da un agente di polizia sull'autostrada.