Altre 31/12/2015 19:49
Curva Sud, Cento: "La società ha sbagliato tutto". Gasparri: "E non ha fatto nulla"
RETE SPORT - «Le istituzioni si sono impuntate con i tifosi della Roma, ma la società è latitante», è l'opinione di Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato e esponente di centrodestra, intervenuto questa mattina ai microfoni dell'emittente radiofonica insieme a Paolo Cento, presidente del Roma Club Montecitorio e esponente di centrosinistra, in un faccia a faccia in merito allo scontro tra Prefetto e Questore di Roma e la frangia più calda del tifo romanista, la Curva Sud, che da settembre sta disertando lo stadio per protesta contro le misure speciali adottate all'Olimpico, tra cui l'innalzamento di barriere divisorie nel cuore del settore. «I tifosi sono ormai considerati cittadini di serie B -, ha detto Paolo Cento – Le leggi vanno rispettate, ma loro da qualche mese sono oggetto di un’azione persistente, quella di allontanarli dallo stadio. Si cerca il pretesto per nuove azioni che a mio avvio non trovano fondamento».
«Io ho provato ad affrontare il tema con il Questore D'Angelo – ha confessato Gasparri – ma ho ricevuto una risposta secca e negativa, “assolutamente no, devono cambiare loro”, una risposta anche dura. Purtroppo D'Angelo ha un atteggiamento ormai quasi volto ad affermare il suo ruolo e un suo prestigio sulla vicenda. Con il Daspo, le macchine fotografiche e i video è possibile essere identificati e perseguiti penalmente. Non c’è più quindi la scusante dell’identificazione e della sicurezza. Poi c’è la latitanza della società, c’è uno che sta a Boston che pensa solo a fare lo stadio. La società non ha fatto nulla e la Roma soffre sia di questo che del Questore e del Prefetto». «La società con il problema della Curva e dei tifosi ha sbagliato tutto – ha sostenuto anche Paolo Cento -. Pallotta ha detto frasi insopportabili, ha solo un modo per rimediare, riconsegnare la curva ai tifosi ridimensionando la barriera».
Il presidente del Roma Club Montecitorio ha poi domandato a Gasparri se non si sia esagerato in Parlamento a pensare ogni volta a scorciatoie legislative: «Quando c'era un incidente, c'era subito un decreto...». «Molte volte si sono varati provvedimenti sull’onda di episodi e seguendo i titoli dei giornali. Se uno si sottrae sembra si complice. Non c’è dubbio che alcune norme siano state esagerato e frutto dell’episodio. L’emozione del momento porta a una scelta e se uno si rifiuta sembra in errore», ha risposto Gasparri.
«Lo stadio della Roma non si farà», è invece l'opinione trasversale di Gasparri e Cento in merito alla costruzione del nuovo impianto di Tor di Valle. «Pensare di risolvere il problema del tifo con il nuovo stadio è un boomerang – ha dichiarato Cento -, secondo me non lo faranno, sarà molto difficile realizzarlo nel modo e nei tempi previsti». «Sullo stadio la situazione è vaga – ha detto Gasparri -. L’obiettivo sembra fare una speculazione sulle cubature. Io diffido molto di questa vicenda. Pallotta è più interessato allo stadio che alla società, non si sa nemmeno se è lui il proprietario della Roma o se come molti dicono è un prestanome... I Sensi e i Viola avevano senso di appartenenza e neanche erano romani, sarò tradizionalista, ma spero che gli americani non facciano lo stadio, così la società dovrà occuparsi finalmente della squadra».
Una chiosa finale sul rinnovo del contratto di Francesco Totti. «Non si discute, il Capitano è la Roma – ha risposto Cento -. Ma è anche il nostro limite, non si è costruito a niente oltre a lui. Ma guai a chi pensa che Totti possa essere un problema». Gasparri ha invece scomodato un paragone “illustre”: “Il tempo passa per tutti, Totti sembra un po’ come Berlusconi per noi nel Centrodestra. Sostituirlo è impossibile, ma primo o poi bisognerà trovare una soluzione. Grande rispetto per Totti, è un simbolo di continuità e di passione per la Roma, il contrario di Pallotta», ha concluso il vicepresidente del Senato.