Altre 14/10/2015 17:43

Quel fiume di milioni dalla Infront alle squadre di Serie A

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L'ESPRESSO (L. PIANA) - Un fiume di denaro, pari a decine di milioni di euro, si riversa ogni anno dalla Infront di Marco Bogarelli direttamente nei conti di alcune squadre di calcio, dalla Lazio alla Sampdoria, dalla Roma all'Inter. È questo il primo risultato che emerge da un'analisi dei bilanci dei team di Serie A, visti alla luce dei rapporti che ognuno di loro dichiara nei propri documenti ufficiali con la società al centro delle indagini sui diritti tv condotte dalla Procura di Milano .

Tutto parte dalla Lazio di Claudio Lotito, che è anche il vicepresidente della Lega che raccoglie le squadre che militano nel massimo campionato di calcio. Lotito ha avuto un ruolo centrale nella complessa trattativa che, nell'aprile 2014, ha portato la Lega ad assegnare per sei anni a Infront il ruolo di advisor per l'affidamento dei diritti televisivi della Serie A. Ebbene, nel proprio bilancio relativo all'esercizio annuale chiuso al 30 giugno 2015, la Lazio dichiarava “proventi pubblicitari” legati al contratto siglato con Infront pari a 4,3 milioni di euro. Una cifra inferiore, va sottolineato, a quella percepita l'anno precedente e in quello ancora prima, quando la società diretta in Italia da Marco Bogarelli aveva versato nelle casse della squadra di Lotito 7,2 milioni di euro l'anno.

Proprio nel 2013 la società biancoceleste descriveva in maniera più dettagliata di quanto fatto di recente i diritti ceduti a Infront: “esposizione pubblicitaria e sponsorizzazione relativi al club e al suo stadio”, “organizzazione dei summer camp”, “trasmissione su piattaforma Umts delle partite”, “servizio di gestione dei club community” e “gestione editoriale e commericale del sito Internet ufficiale”.

La Roma, invece, nel bilancio chiuso al 30 giugno 2015 spiega di aver incassato dalla società di Bogarelli 3,4 milioni di euro, una cifra in linea con l'anno precedente, come minimo garantito per la commercializzazione dei diritti sulla “library”, ovvero l'archivio delle immagine delle partite. Il relativo contratto era stato firmato il 23 marzo 2013 e, nel bilancio, non c'è traccia della rottura dell'accordo di cui erano circolate indiscrezioni la scorsa primavera, proprio in seguito alla querelle per la firma del mega contratto tra la Lega e Infront, che aveva visto il club di James Pallotta schierato su posizioni opposte rispetto a quelle di Adriano Galliani e Claudio Lotito, considerati i grandi sostenitori del rinnovo con la società di Bogarelli.

L'ultimo anno, comunque, è stato foriero di grandi affari per la Infront. Un esempio è quello della Sampdoria di Massimo Ferrero, che nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2014 (cioè a metà del campionato scorso) spiega di aver visto raddoppiare i “proventi pubblicitari”, saliti a 1,6 milioni di euro dagli 842 mila euro dell'anno prima, proprio grazie al nuovo contratto firmato con Infront, definito nel bilancio del club blucerchiato quale “advisor commerciale”. Possono sembrare cifre contenute rispetto a quelle in gioco per altre squadre ma va detto che, per la squadra genovese, si tratta di un introito di tutto riguardo, considerando che nell'intero esercizio 2014 dalla vendita dei biglietti per lo stadio aveva incassato appena 3,9 milioni di euro, in calo rispetto ai 4,1 milioni dell'anno precedente.

Un altro caso interessante è quello dell'Inter di Erick Thohir. Nel bilancio chiuso al 30 giugno 2014 di Infront non si fa ancora cenno ma sul sito web del club nerazzurro è facilmente rintracciabile un comunicato stampa diffuso il 29 aprile 2014, dunque negli stessi giorni in cui la Lega assegnava a Bogarelli & soci il ruolo di advisor per la cessione dei diritti della Serie A. Vi si legge che Inter e Infront Sports & Media hanno sottoscritto «un accordo per la commercializzazione delle sponsorship a livello europeo e per l'offerta legata alla corporate hospitality in occasione delle partite allo stadio Meazza» fino alla stagione 2017-2018. Quanto frutterà alla squadra di Roberto Mancini il contratto? Nel comunicato non si dice ma Bogarelli, interpellato dalla Rai, aveva parlato di «17 milioni e qualcosa l'anno».