Altre 03/10/2014 21:46

Losi: "Mi auguro di tagliare il nastro del nuovo stadio con Pallotta. Totti è il più grande dal dopoguerra. De Rossi? Continuerà la storia dei capitani"

LOSI DDR

ROMA TV – Dopo e , Giacomo Losi è stato ospite della trasmissione ‘Slideshow’, in onda sul canale satellitare ufficiale del club. Il programma consiste nel mostrare all’intervistato una serie di foto, alle quali può rispondere liberamente. Queste le dichiarazioni della bandiera giallorossa:

Il Castello di Soncino
Non mi facevano entrare quando ero piccolo, chissà quante volta mi sono arrivato al Castello di Soncino per entrarvi. Era il nostro vanto.

Sacerdoti
Con lui divenni uno dei titolari, fu il mio primo presidente. Mi consegnò una busta, non seppi cosa ci fu dentro. C’era un assegno di mezzo milione, per me fu qualcosa di incredibile, ci comprai un terreno.

Via Quintino Sella
La mia prima casa, abitavo in una pensione. L’allora della Roma mi accompagnò lì, e vicino vi era un ristorante dove mangiavamo con i compagni. Mangiammo nella stanza per risparmiare, nella mia stanza vi erano tre letti. Prima eravamo tre, poi rimasi soli.

Haller
Fu il mio primo allenatore, facemmo un grande campionato, mi fece debuttare dopo due sconfitte contro Lazio e . Quando riprendemmo gli allenamenti per giocare con l’Inter, che lottava per lo scudetto, mi disse che avrei giocato. Dal martedì alla domenica dormii poche ore, perché per me sarebbe stata la partita della vita. I tifosi romani si agitavano con i fazzolettini, quando entrai in campo passò l’agitazione e vincemmo 3-0.

Partenza per il Venezuela
Fu una delle nostre prime tournée, io sono il secondo, poi ci sono altri miei compagni. Fummo una delle prime squadre a fare questi viaggi.

Un Roma-Torino
È uno dei tanti Roma-Torino. Deviai il pallone per mandarlo in angolo, mi sembra che vincemmo 1-0. Alle spalle la gente era da tutte le parti.

Il gol contro la Sampdoria
Saltai alle spalle del mio avversario, mi sembra Bernasconi, lo anticipai e segnai il gol del 3-2. Ricordo che giocammo in 9, fu una partita storica, inoltre avevo un dolore incredibile alla gamba. Quando segnai, esultai alla grande, eravamo anche passati in svantaggio. Fu un gol che passò alla storia, match indimenticabile.

La Coppa delle Fiere
Pesava moltissimo, non la passai a nessuno. La finale con il Birmingham, fu un momento importantissimo. Non è una coppetta come tanti dicono, fu difficile vincerla. In semifinale e finale facemmo tre partite, perché quando si pareggiava si faceva la ripetizione. La finale la vincemmo 2-0 con Lojacono e Pestrini.

La prima Coppa Italia
La vincemmo a Torino, dopo aver pareggiato 0-0 a Roma. Ribaltammo il pronostico e vincemmo 1-0, poi De Sisti alzò anche la Coppa Disciplina. Vincerla fu eccezionale.

“Piedone” Manfredini
Il suo soprannome gli fu dato in questo modo: uscendo dall’aereo, un fotografo lo inquadrò dal basso ed il suo piede nella foto risultò grossissimo. Fu un grande centravanti, uno dei migliori, un rapinatore dell’area di rigore.

Taccola
Purtroppo non c’è più, poteva diventare un grande centravanti, c’è mancato nel momento più importante della sua carriera.

Anacleto “Quinto”
Eravamo quinti o sesti in classifica quando fu presidente, quindi lo chiamarono così. Alle sue spalle c’era anche il dottore. Era un presidente passionale, non ce ne sono più come lui.

Ghiggia
Quando lo conobbi avevo 19 anni, con il suo gol batté il Brasile. In allenamento giocavo sempre contro di lui. I miei compagni chiedevano sempre chi fosse, non pensavano fosse così bravo con quella corporatura.

L’infortunio di Tommasin
La barella non c’era, quindi lo portai fuori io sino al sottopassaggio. Si era fatto male ad una gamba dopo uno scontro.

Un match giocato a
Mi infortunai, il medico non riuscì a terminare di farmi la fasciatura. Io strappai la garza e andai a recuperare un pallone molto pericoloso.

Con la Nazionale
Giocammo contro Israele, fu una grande emozione, fu una delle prime partite. Vincemmo 4-2, erano nel nostro girone di qualificazione, poi vincemmo anche il ritorno 6-0. Mi rimasero impressi i tifosi israeliani, che cantarono Volare di Domenico Modugno, pensando fosse l’inno italiano.

Helenio Herrera
Voleva farci vincere parecchio, vincemmo una Coppa Italia. Avrei voluto che avesse fatto altri due campionati con me. Alla fine di quel campionato non giocai più, io volevo rimanere a vita con la Roma e purtroppo è andata come andata.

Il suo primo capitano
Giocava in Nazionale, era un giocatore, Venturi, molto bravo. Onorò la maglia azzurra.

Losi non più giovane
Stavo ancora dando il massimo per la mia squadra.


Il più grande giocatore che ha avuto la Roma e l’Italia dal dopoguerra. E’ uno dei più grandi giocatori al mondo, non italiani anche se molti non lo hanno riconosciuto adesso si ricordano e lo stanno calcolando per quello che è dovevano farlo prima. Gli auguro il più grande bene del mondo.


Daniele è un altro grande giocatore, dopo continuerà questa storia dei capitani, merita anche lui il meglio, è un ragazzo di cuore,
sia in campo che fuori dal campo. Li ho visti crescere stanno dando qualcosa in più alla squadra, ho sempre detto che avrebbe dato qualcosa in più alla squadra.

Pallotta
Ha riconosciuto che c’eravamo anche noi. Riconoscere il passato della Roma è importante, chi non conosce la storia di una squadra non apprezza l’essere romanisti. Ci ha onorato di tante cose a cui prima non si pensava. Ci fa partecipi a tante manifestazioni ed io insieme ad altri colleghi gli siamo grati. Mi auguro di vedere lo stadio e mi aveva promesso che lo avrei accompagnato al taglio del nastro.

Hall of Fame
Fu un giorno indimenticabile, ringrazio Pallotta che ci ha fatto conoscere a chi non ci conosceva.