Altre 23/12/2013 22:16
Razzismo, sui cori si riapre il dibattito. Servono sanzioni equilibrate
L'attuale stagione calcistica sara' ricordata anche per il razzismo negli stadi e per le norme varate per contrastare questo fenomeno, norme che tornano a far discutere. Secondo il presidente della Figc, Giancarlo Abete, punire un'intera Curva per comportamenti di alcuni tifosi in trasferta "e' un problema obiettivamente esistente". Bisogna avere la capacita' di avere un sistema sanzionatorio equilibrato anche quando i comportamenti avvengono in trasferta", ha spiegato in un'intervista all'Adnkronos, dopo la decisione del giudice sportivo di chiudere le Curve di Inter e Roma per cori razzisti, poi sospesa dalla Corte di Giustizia federale. "E' sotto gli occhi di tutti il fatto che tutto l'apparato sanzionatorio e' stato immaginato in maniera sbagliata", ha sentenziato, invece, Maurizio Beretta, presidente della Lega di Serie A, che si esprime cosi' sul sistema di sanzioni previste nei casi di cori razzisti e discriminatori. La norma e' stata modificata a meta' ottobre, con il voto favorevole della stessa Lega A, ed e' di nuovo stata messa in discussione ''per tante ragioni'', dice Beretta a Sky. "La prima e' che e' sbagliato immaginare di penalizzare migliaia di tifosi per bene per le intemperanze di poche decine o a volte qualche centinaia di persone a fronte di migliaia di tifosi. E' un meccanismo che non va bene perche' invece di diminuire la capacita' di influenza di piccole minoranze ne ha rafforzato l'impatto e la comunicazione'', dice Beretta, che ora parla di ''fortissima volonta' di rivisitare l'apparato sanzionatorio"
Anche secondo il presidente della Lega di Serie B, Andrea Abodi "bisogna ripensare norma anti-razzismo". "Stiamo regalando al razzismo che non c'e' dei cori da ricondurre a una storica maleducazione. Ma fra la maleducazione e il razzismo c'e' un abisso", spiega Abodi, che torna a criticare la norma su razzismo e discriminazioni territoriali che negli ultimi mesi ha portato a una serie di sanzioni spesso riviste in seguito ai ricorsi dei club. ''Bisognerebbe ripensarla meglio tutti insieme, ad agosto prendemmo una decisione senza i necessari approfondimenti'', dice Abodi ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport. Dello stesso avviso anche il direttore generale dell'Inter, Marco Fassone. "Quando una norma non trova applicabilita' qualcosa per forza deve essere rivisto, altrimenti il sistema rischia di andare in tilt", spiega Fassone, evidenziando la necessita' di rimettere mano alla norma su razzismo e discriminazioni che ha generato molta confusione. L'ultimo caso e' avvenuto proprio prima del derby, con la curva Nord dell'Inter prima chiusa e poi, dopo il ricorso del club alla corte di giustizia federale, riaperta. Al presidente della Federcalcio ha fatto piacere vedere il derby di Milano con le Curve piene. "Io sono sempre contento quando si gioca a pieno organico, sia per i giocatori in campo che per i tifosi sugli spalti, dopodiche' ci sono delle norme, tutte migliorabili, ma sono nel quadro della normativa internazionale e c'e' l'autonomia e la terzieta' degli organi di giustizia sportiva -aggiunge Abete-. Ci sono vari gradi di giudizio perche' la valutazione del giudice monocratico, che arriva dopo la partita, puo' essere oggetto di ulteriore approfondimento, come e' stato con la sospensiva per i ricorsi dell'Inter e della Roma. Le norme sono perfettibili ma la base di riferimento e' che bisogna cambiare i comportamenti allo stadio. Se non c'e' una crescita delle societa' e dei tifosi o se si pensa che si puo' risolvere tutto modificando un aggettivo significa avere una dimensione sterile del dibattito".
Va posta attenzione secondo il numero uno della Figc alle norme antirazzismo e discriminazione territoriale. "Al di la' del quadro normativo, la discriminazione territoriale ci accompagna da quasi 25 anni. L'applicazione della norma richiede lucidita'. Noi nella norma abbiamo anche inserito riferimenti legati all'intensita' e alla percepibilita' del fenomeno. Poi c'e' una giurisprudenza. Questo e' il primo anno -spiega Abete- di una accelerazione sull'iter del contrasto alla discriminazione portata avanti dalla Uefa. Va fatta un'attenta riflessione su quanto avviene fuori casa. Non si puo' dire liberi tutti, se ci sono comportamenti da sanzionare fuori casa, ma c'e' difficolta' a creare un'applicazione lineare in relazione al settore che viene colpito". Sanzionare solo i colpevoli deve essere l'obbiettivo comune. "Ormai tendenzialmente siamo in grado di identificare persona per persona i soggetti responsabili di comportamenti non corretti grazie a strumenti come la tessera del tifoso e i biglietti nominativi, quindi e' sbagliato generalizzare la sanzione", prosegue Beretta, secondo il quale tali sanzioni ''vanno applicate in maniera rigorosa ma nei confronti chi, in termini soggettivi, si renda colpevole di tali comportamenti''. A chi domanda come uscire da questa impasse, il numero uno della Lega Serie A risponde: ''E' ovvio che e' piu' difficile cambiare le norme in corso d'opera perche' si rischia una stagione fatta in parte con certe norme e in parte con altre''. Il presidente della Lega si appella quindi al ''buon senso'' e fa riferimento alla decisione della corte di giustizia federale di riaprire le curve dell'Inter e della Roma, dopo la prima sanzione che era stata inflitta ai due club dal giudice sportivo: ''In questi casi -dice- ha prevalso il buonsenso e soprattutto ha iniziato a farsi strada con i ricorsi l'idea che e' sbagliato sanzionare migliaia di persone per comportamenti di poche unita'''.
(adnkronos)