Altre 21/10/2013 19:46

Perchè Totti non è un fuoriclasse

Struttura e muscolatura sono usurate e ogni sforzo agonistico, ancorché limitato ad una partita settimanale, viene pagato a caro prezzo. Non è una colpa, sono tributi che bisogna concedere alla biologia. Tempus fugit e nessuno può evitare questa tagliola, meno che mai chi intende giocare fino a quarant’anni.

Perché non è un fuoriclasse? Perché non ha mai accettato di misurarsi in realtà più competitive della Roma e dell’Italia, perché ha vinto poco nel club e mai a livello internazionale, perché nel 2006 ha fatto un Mondiale da convalescente (Italia sempre senza un uomo se lui era in campo) ritrovandosi campione per meriti altrui. Non senza fondamento, la maggioranza obietta: ma ha segnato più di tutti (230 gol) ed è sulle orme di Piola. E’ vero, ma se guardiamo solo ai gol allora c’è da fare una serie di distinguo: 63 sono stati segnati su calcio di rigore e 20 su punizione. Più di un terzo, dunque, da calcio da fermo la posizione più consona all’indole tottiana. E poi un fuoriclasse – se lo è veramente – non sputa agli avversari (Poulsen all’Europeo di Portogallo) e meno che mai prende a calci per pura frustrazione un avversario migliore di lui (Balotelli nella finale di Coppa Italia del 2010).

Perché è un calciatore finito? Perché il suo galleggiare (3 gol fatti di cui uno su rigore) è senza prospettiva, perché gli infortuni sono frequenti e dolorosi, perché sta facendo una stagione ordinaria in un contesto nel quale eccezionali sono gli altri (con il , uscito lui, la Roma ha vinto comunque e si è esaltato). Candidarlo per un rientro in nazionale non è né realistico, né rispettoso di chi ha fatto e farà più di lui. Come tutti dovrebbero ricordare, al Mondiale si gioca ogni quattro/cinque giorni e il attuale fatica a giocare una partita intera ogni sette. Se in una manifestazione del genere fosse vittima di un infortunio di media entità (gli stiramenti di cui soffre), la sua partecipazione sarebbe esaurita dopo una o due partite e la nazionale si sarebbe bruciata un posto. E poi con tutti i calciatori giovani e maturi che sono saliti alla ribalta negli ultimi due anni, l’Italia ha bisogno proprio di per sentirsi rappresentata?

VAI ALL'ARTICOLO ORIGINALE

 (discoveryfootball.it - g. padovan)