Altre 23/08/2013 16:43
DE SANCTIS: "Livorno? Importante per noi partire bene. Fiducioso per la crescita del gruppo, Garcia è preparato. De Rossi? Ragazzo maturo e disponibile" (FOTO)
ASROMA.IT/MEMBERSHIP - Il nuovo portiere giallorosso, Morgan De Sanctis, ha rilasciato un'intervista esclusiva per i registrati alla membership della società giallorossa. Questa l'intervista INTEGRALE - GUARDA LA FOTO -
Lesordio in campionato a Livorno: cosa ti aspetti?
"Il Livorno ha il vantaggio di non aver cambiato tantissimo. L'allenatore è rimasto, parecchi giocatori sono rimasti e questo potrebbe essere un vantaggio, conoscersi e sapere quello che c'è da fare. È vero che tanti giocatori sono alla loro prima esperienza in A, avranno un pizzico di insicurezza che noi dovremo essere bravi a trasformare in debolezza. È importante partire bene per noi e fare una grande prestazione. Per valori tecnici la Roma è superiore, non dobbiamo farci cogliere di sorpresa dall'entusiasmo e dal fatto che il Livorno gioca insieme da più tempo di noi".
Quanto tempo ci vuole per creare un gruppo?
"Sono processi che durano abbastanza, ma sono fiducioso che il processo è già iniziato, sono arrivati giocatori con più esperienza sulle spalle e questo può aiutare un gruppo a crescere più velocemente. È arrivato un allenatore molto preparato, che ha lavorato negli ultimi anni stando al Lille, squadra di non primissima fascia, e ha costruito successi con la qualità del gruppo. È un processo che potrebbe durare anche più anni, però contiamo di farlo in maniera rapidissima perché abbiamo bisogno di partire forte e di tornare ad essere protagonisti in Serie A, con il raggiungimento di quegli obiettivi che permetteranno alla Roma di essere protagonista anche fuori dall'Italia".
Cosa dici su Totti e De Rossi?
"Totti viene da una stagione positiva e questo glielo hanno riconosciuto tutti, ma una stagione personalmente positiva non è mai appagante come una positiva di squadra, quello è l'obiettivo di tutti noi. Per quanto riguarda Daniele è il giocatore della Roma che conosco meglio perché ho avuto opportunità di stare con lui in nazionale. È un ragazzo maturo e disponibile, uno di quei giocatori sui quali puntare per il discorso di squadra, è abituato a prendersi responsabilità e quest'anno ci sarà ancor più bisogno di giocatori come lui, che possano aiutare la squadra a fare le cose per bene e a trascinarla verso successi importanti".
La cravatta giallorossa alla presentazione?
L'ho fatto quando sono stato nel Siviglia e nel Galatasaray, a Napoli per problemi tecnici con i diritti d'immagine non ebbi tempo per prepararmi. A Roma l'ho fatto perché lo ritengo aspetto importante, dai segnale di appartenenza ai nuovo tifosi. Sei nuovo e hai bisogno di far capire che appartenenza c'è fin da subito. È doveroso nei confronti di una tifoseria che fino ad adesso ancora non mi ha conosciuto bene e spero possa apprezzarmi.
Da avversario che sensazioni ti dava la Curva Sud?
Giocare all'Olimpico da avversario, quando si entra in campo, con quei colori e quell'inno ti mette soggezione. Magari con gli anni ti abitui. Non vedo l'ora di viverla da giocatore della Roma, è uno stimolo importante per fare bene. Il discorso va completato, però: l'ultima all'Olimpico è stata negativa, i tifosi sono giustamente delusi e frastornati, sta a noi riportarli dalla nostra parte. Impegno, dedizione e sudore possiamo garantirli. Poi sappiamo che servono i risultati per riportare la gente e render loro orgogliosi.
La scelta del numero 26?
Sono abituato a prendere l'1, rappresenta bene il ruolo del portiere. Ma apparteneva a Lobont da più tempo ed era giusto che la tenesse lui. Per questo ho ripiegato sul 26. Rappresenta la mia data di nascita e uno dei pochi numeri liberi non troppo bizzarro.
Un giudizio su Skorupski?
Lukasz è un ragazzo talentuoso, ha voglia di imparare. Se penso a queste due cose sono fiducioso che possa rappresentare il futuro della Roma. Come i tanti ragazzi giovani che abbiamo, deve avere la possibilità di dar contributo in contesto di squadra che funziona. Sta a noi, giocatori più esperti, dare la possibilità di costruire una squadra in cui siano tutelati.
Mai sfiorato la Roma prima?
Con Spalletti ho avuto un grande rapporto, dentro e fuori campo. Nel 2005 voleva portare ragazzi dellUdinese alla Roma, non avvenne perché lUdinese doveva fare i preliminari di Champions e perché alla Roma venne inflitto il blocco del mercato. Era alta in quell'estate la possibilità di venire alla Roma. Succede con qualche anno di ritardo, adesso sono più completo e più forte rispetto al passato. Poi il risultato dei due anni alla Roma dipenderà da tante cose, anche dal rendimento della squadra.
Quanto pensi di dare ancora al calcio?
Ragiono con una scadenza breve. Quest'anno ho fatto 37 anni e ho deciso di lasciare l'Italia, avevo bisogno di dedicarmi al Napoli con più tempo. Se non hai possibilità di essere protagonista in Nazionale, alla mia età devi concentrarti sulla squadra di club. Conto di far benissimo in questi due anni, per concludere alla grande la mia esperienza nel calcio europeo. Poi se ci saranno possibilità di giocare lontano dall'Europa, valuterò con la mia famiglia.
Che impressione ti ha fatto il presidente Pallotta?
Tutto quello che riguarda lapproccio americano rispetto allo sport mi impressiona sempre favorevolmente. È un modello da seguire costantemente da parte di noi più cittadini latini, più passionali. Pallotta è una persona estremamente intelligente e un presidente affidabilissimo, sapevo che la Roma stava facendo grandi cambiamenti, ma non esaltati dalla mancanza di risultati. Ora sono consapevole di cosa significhi e spero che i nostri risultati accendano i riflettori su questi cambiamenti.