Altre 17/03/2012 14:52

Stadio Roma, ZAVANELLA: “Avevamo scelto la Massimina, dovrebbero riprendere il mio progetto” - MARCHESE: "Recentemente ho parlato con Fenucci e con Baldini"



In Italia c’è bisogno di stadi di proprietà?

“Io credo di si, oggi l’Italia ha un parco stadi assolutamente inadeguato e obsoleto rispetto al resto d’Europa e del mondo. Le squadre avevano bisogno di patrimonializzarli e creare il loro stadio a loro immagine per gestirla correttamente, avere i giusti ricavi e dare ai tifosi uno spettacolo in un ambiente adeguato ai tempi che corrono”.

Roma è pronta per questo progetto?

“Si, tutti i tifosi italiani sono pronti e sicuramente anche la loro minore affluenza seppur leggera è causata dal fatto che probabilmente vedere la partita in HD a casa è meglio che vederla in stadi non adeguati, spesso non coperti e con pochi servizi di accoglienza”.

Ovviamente vivibile 24 ore su 24…

“La società ha la possibilità di fidelizzare il tifoso. Noi dobbiamo pensare che il giorno della partita è un giorno dedicato alla propria squadra dalla mattina alla sera con possibilità di utilizzare il tempo con servizi e spettacoli come ormai avviene in gran parte d’Europa. L’Emirates ha degli introiti eccezionali, ovviamente dando dei servizi eccezionali”.

Di cosa ha bisogno uno stadio moderno?

“Io nelle ricerche che sto facendo nei miei stadi che sto progettando come quello di Palermo che è pronto alla partenza, vedo che uno c’è bisogno di servizi pubblici, parcheggi, infrastrutture. Credo che questa società che sta facendo quest’indagine sarà avvantagiata dalla semplicità della stessa”.

Per lo Stadio Franco Sensi avete fatto queste ricerche?

“Erano state individuate almeno 6-7 aree che gli esperti avevano vagliato e la Massimina era quella che prestava le migliori caratteristiche”.

Si potrebbe lavorare ancora sul suo progetto, magari con una sua collaborazone?

“Io me lo auguro, il mio progetto ad oggi ha in alto a sinistra il marchio della Roma che è stato dato dalla società giallorossa. Non era stato presentato dalla Sensi, ma dalla Roma. Era stata fatta una seria indagine per dare alla Roma il meglio, quindi io e tutti quelli che ci hanno lavorato hanno scelto la migliore opzione e credo che valga la pena riprenderlo in esame e non buttarlo”.

Ha mai incontrato i nuovi soci americani?

“No non ho avuto nessun onore e piacere, non c’è mai stato nessun contatto, ma ho incontrato e Baldini”.

Dopo le voci su una possibile costruzione di uno stadio di proprietà della Roma, Cino Marchese ex presidente I.M.G. Italia ed esperto in comunicazione sportiva, è intervenuto anche lui ai microfoni dell'emittente radiofonica. Ecco le sue dichiarazioni:



Analisi tecniche dietro alla costruzione di uno stadio?

“Senza dubbio i tempi sono cambiati, oggi c’è una più chiara visione di quello che si deve fare. Uno stadio di ultima generazione richiede una ricerca specifica per capire bene cosa il pubblico di quella à vuole avere. Ogni stadio deve essere fatto su misura per la latitudine, per la tifoseria e per come dovrebbero essere gestite le cose. Non è una cosa semplice”.

In Inghilterra la F.A. rischiò di fallire…

“Intervenì la I.S.G. una società satellite della I.M.G. che si occupava di commercializzare la fascia migliore degli stadi. Poi si è distaccata ed ha continuato il cammino per conto suo. E’ stata già coinvolta con la Roma, poi si è arrivati ad una situazione di stallo. Io sono ancora un loro collaboratore e ci terremmo a lavorare ancora con la Roma. Recentemente ho parlato con e con Baldini e dovremmo avere presto un appuntamento per vedere se è possibile rilanciare questo discorso”.

C’è un progetto in divenire con la Roma?

“Ai tempi di Franco Sensi c’era una situazione padronale precisa, c’era una famiglia padrona della società e noi avevamo un ottimo rapporto con loro, ma anche li si sono volute bruciare le tappe e fare un progetto che secondo me non va bene. Il modello da adattare ad uno stadio moderno, deve essere studiato a tavolino in maniera appropriata che possa dare quei risultati che tutti si aspettano. Il vero motore è il coinvolgimento delle aziende, con contratti a lungo termine che possano generare dei ricavi. In Italia non siamo un paese in grado di capire bene il merchandising. Lo stadio nuovo della Roma ha dal 18% al 20 % dei posti di prima qualità che sono quelli che portano denaro vero”.

Conosce il Cashman & Wakefield?

“Sono una grossa società immobiliare americana che non centra niente con quello che facciamo noi. Ho parlato proprio oggi con Claudio Barbaro, che è il relatore della nuova legge sugli stadi, che ha avuto dei rinvii per le vicende della politica italiana. Questa legge è indispensabile perché ti da la possibilità di uno sfruttamento immobiliare adeguato senza fare cose da megalomani”.

Zona più adatta alla costruzione?

“Roma con il raccordo anulare che verrà ampliato è abbastanza raggiungibile in tutte le sue latitudini. Noi scartammo perché c’era troppo roba da quelle parti, ma in generale tutte le zone sono buone. Gli esperti ora stanno vagliando la migliore zona da sfruttare per creare un nuovo linking di attività nella zona. Il Casilino era ottimo e l’Aurelia non era la più brutta”.

Dopo ci sarà una sorta di bando di concorso…

“Bisogna andare piano, ma la società che ha ingaggiato la roma conosce il mestiere e conosce quello che si deve fare in questi casi. Non bisogna creare prima un aspettativa per poi pagare di più i terreni. Devono individuare una zona cercando di pagarla il meno possibile per creare le migliori premesse per uno sfruttamento immobiliare dopo. Poi interverremo noi e penso che il concetto di proprietà degli stadi è un concetto moderno che devono tutti avere”.