Altre 23/01/2012 20:57
TOTTI: "La Nazionale? Mai dire mai. Aver giocato sempre con la stessa maglia vale piu' di un Pallone d'oro" (VIDEO)

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«Questa maglia vale più del Pallone d'oro. La Roma può dire la sua in futuro». Francesco Tottisi gode il doppio momento d'oro, a livello individuale e di squadra. Il numero 10 ha raggiunto quota 211 gol con la casacca giallorossa: nessuno, in Serie A, è mai riuscito a realizzare più reti con la stessa casacca. Nell'ultimo mese e mezzo, la Roma allenata da Luis Enrique ha preso il volo: vittorie su vittorie e i problemi di inizio stagione sono finiti nel dimenticatoio. A settembre, Totti non sembrava un pilastro del nuovo progetto. Il capitano della Roma fece scalpore anche per una semplice t-shirt indossata: la scritta 'Basta' sembrava un messaggio chiaro. «Non c'era nessuna polemica contro nessuno. È stato montato un caso che non è mai esistito. Ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti, quando le cose non vanno nel migliore dei modi, si amplificano situazioni che non esistono», dice Totti in un'intervista al Tg1.
«È emersa la verità: remiamo tutti dalla stessa parte. Ho sempre detto che serviva tempo, con tanti giocatori nuovi. Il cambiamento è stato totale, sono arrivati tanti calciatori stranieri. In Italia si gioca un altro calcio, l'allenatore l'ha capito e i risultati si sono visti. Siamo rimasti uniti e siamo usciti dalle difficoltà», dice prima di soffermarsi sulla relazione con il tecnico Luis Enrique. «Con l'allenatore ho avuto un grandissimo rapporto sin dall'inizio. Ho sempre detto di far parte del gruppo, mi sono messo a disposizione. Quando ho giocato, ho fatto abbastanza bene e sono stato preso in considerazione. Luis Enrique è una grande persona, è vera», afferma Totti. «Ha tanti pregi, vuole portare una nuova mentalità. Mi piacciono moltissimo le sue idee, anche se inizialmente non ero molto contento per la posizione in cui giocavo. Ha avuto ragione lui: mi diverto io, si diverte la squadra, si diverte la gente», dice. La Roma, oggi, è «una squadra giovane, che vuole vincere. Possiamo dire la nostra in futuro». Totti, secondo l'Internazionale di Storia e Statistica del Calcio, è il calciatore più noto del continente. «Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere. Sono orgoglioso, me lo sono meritato sul campo. Ho sempre voluto indossare una sola maglia, i risultati mi hanno dato ragione», dice. «Sono contento di quello che ho fatto e di quello che farò. Aver indossato una sola maglia è una doppia vittoria: ho avuto tante possibilità di andar via, l'amore ha prevalso. Questa maglia è più importante del Pallone d'oro, anche se sono cose diverse», spiega.
È ancora presto per pensare al futuro. «Ho altri 2 anni di contratto. Se sono in queste condizioni spero di arrivare fino a 40 anni. Ma per ora sono solo chiacchiere: se non sarò all'altezza, sarò il primo a gettare la spugna. Ora penso solo a divertirmi, cambierò lavoro quando non sentirò stimoli», afferma.
Domani, a Torino, la Roma affronta la Juventus nei quarti di Coppa Italia. Potrebbe essere una delle ultime occasioni per sfidare Alessandro Del Piero, che a fine stagione pare destinato a lasciare la Vecchia Signora. «Mi dispiacerà se sarà la sua ultima partita contro di noi. Ha fatto la differenza in Italia e in Europa, la Juve dovrebbe trattarlo con i guanti bianchi. Spero che possa rimanere fino a quando lo vorrà», dice Totti. Se dovesse assegnare l'Oscar del calcio, il capitano giallorosso non avrebbe dubbi: «Ibrahimovic». Chiusura dedicata all'ipotesi di tornare in azzurro. «Mai dire mai», dice. «Mi fa piacere che il ct Prandelli mi prenda in considerazione. Ho sempre detto che con lui ho un grandissimo rapporto, anche se mi ha allenato solo una settimana, dieci giorni. Ha fatto grandi cose con la Nazionale», dice Totti. «Se a maggio arriverò in questa condizione, valuterò. In genere, a 35 anni bisognerebbe essere in una fase di discesa. Invece, io sono in salita. La cosa più importante è essere professionisti fino in fondo»