Altre 24/10/2011 21:45

Roma si gode il talento di Lamela. E anche Totti lo applaude

D'altronde, il capitano aveva speso belle parole per il giovane talento sudamericano ancor prima di vederlo debuttare: «È un giocatore che può fare la differenza, ha le potenzialità per riuscirci - l'opinione di su Lamela -, ma è giovane e dobbiamo farlo crescere con tranquillità perchè Roma è una piazza importante, difficile. Erik mio erede? Lo spero, magari. Avendolo già in casa sarebbe una fortuna». E fortunata, e brava, è stata la Roma a puntare forte (con un investimento complessivo da quasi 20 milioni di euro) su un giocatore inseguito da tempo dai maggiori club europei (nel novembre 2010 è stato visionato a lungo anche dal Milan). Non a caso il - dopo averlo visto all'opera a 12 anni in un torneo in Galizia, in cui fu premiato alla fine come miglior giocatore - aveva provato a strapparlo al River Plate tentando la famiglia con un contratto da 120 mila euro l'anno più altri 8 mila provenienti direttamente dalla Nike.

Il River convinse però i Lamela a restare in Argentina offrendo una borsa di studio ad Erik e ai suoi due fratelli, Axel e Brian, e cedendo al padre una percentuale sulla futura vendita. «Ho fatto bene perchè sono rimasto a giocare con i miei amici, e la mia famiglia è rimasta unita», il giudizio a distanza di anni. Proprio la famiglia, assieme alla passione per il calcio, è la cosa più importante nelle vita di Erik Lamela. I genitori Josè e Miriam, assieme ai fratelli e alla fidanzata Sofia Herrero, si sono trasferiti nella Capitale per non farlo sentire solo e per farlo ambientare nel minor tempo possibile. E il ragazzo li ha ripagati dedicando loro il bellissimo gol realizzato al Palermo. «Forse ha preso qualcosa da me, anche se io sono mentre lui è mancino», ha detto in una intervista concessa in patria il padre, ex giocatore negli anni '80 e soprannominato 'il Panettiere' per l'attività di famiglia aperta dal nonno di Erik, Manuel.

Più curiosa invece la storia legata al soprannome del figlio: «Quando era piccolino mia moglie lo vestì tutto di jeans ed un nostro domestico gli disse che sembrava un 'cocoritò. Da allora è stato per tutti el Coco». Da allora, però, Erik è cresciuto tanto non solo fisicamente («30 cm tra i 12 e i 16 anni»), ma anche di testa. «Lo trovo più concentrato e maturo» le parole di papà Josè. Sembrano lontani insomma i tempi in cui Lamela veniva punito a scuola perchè rispondeva male agli insegnanti. Forse anche per merito della fede: «La mia vita è cambiata. Ho trovato molta pace e tranquillità. Imparo a perdonare». Questo non gli impedisce però di mettere in campo tutta la sua grinta, tanto che lo ha subito etichettato come «bravo e tignoso».

Ma anche 'stiloso'. Lamela infatti è un ragazzo molto attento alla propria immagine (taglio dei capelli sempre curato, vestiti alla moda, brillanti ai lobi delle orecchie), con una passione per i tatuaggi, le belle macchine e i social network. I profili su e gli servono per tenere aggiornati i fan e comunicare con l'esterno, come all'esordio: «Molto felice perchè ho iniziato a giocare e anche di più perchè abbiamo vinto. Forza Roma!». E chissà che i problemi fisici di (il cui rientro potrebbe slittare a dopo la sosta, in occasione della gara col Lecce) e (gli accertamenti non hanno per' evidenziato alcuna lesione muscolare) non regalino al 'Coco' un'altra giornata da protagonista in quel di Genova.

(ansa)