Altre 26/08/2011 14:26
UFFICIALE, rinviata la prima giornata di Serie A. Beretta: "Da parte dell'Aic resistenza incomprensibile". Abete: "Limitare la protesta a una sola giornata". Tommasi: "Ora ci vorranno dei mesi"

Dopo il no della Lega, Damiano Tommasi, presidente dell'AIC, ufficializza lo sciopero: "La prima giornata di serie A non si gioca".
il rinvio della prima giornata è stato ufficializzato dalla Figc con una nota. "A seguito dello sciopero dei calciatori per la mancata sottoscrizione dellAccordo Collettivo LNP Serie A-AIC, la prima giornata del Campionato di Serie A, stagione sportiva 2011-2012, è rinviata ad una data successiva, che sarà fissata dalla LNP Serie A.", si legge nel comunicato
(figc.it)
La prima giornata del campionato di calcio di Serie A è stata rinviata. Lo ha ufficializzato da Coverciano il presidente della Figc Giancarlo Abete. «L'Aic ha confermato l'intenzione di non scendere in campo -ha detto Abete- in mancanza della firma sull'accordo collettivo, e io ho interpretato di conseguenza la delega avuta all'unanimità dal Consiglio federale per rinviare la prima giornata». Nell'esprimere tutta la sua «amarezza», Abete ha anche affermato che «permane il rischio pensando alle gare successive», visto che «l'ipotesi di uno sciopero ad oltranza è uno dei problemi che si pone». Il presidente della Figc è stato anche sollecitato sull'ipotesi di un commissariamento della Lega. «Non voglio parlarne adesso - ha risposto Abete - Voglio valutare qual è l'iter per arrivare alla firma per l'accordo collettivo. Poi faremo gli approfondimenti sulla situazione, che saranno di carattere giuridico e di natura sportiva. Anche per questo sto mantenendo il coordinamento con il Coni». Si sente direttamente coinvolto dal rifiuto della Lega? «Ogni soggetto si assume le proprie responsabilità. Ho letto che c'era anche un presidente d'accordo con la soluzione-ponte presentata da Tommasi. Comunque adesso non resta che cercare l'iter per arrivare ad uno sbocco che sia valido»
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«Per quanto ci riguarda non possiamo rimproverarci nulla, è la Lega che ha cercato la rottura, c'è chi va da una parte chi da un'altra. E ora 15 giorni potrebbero non bastare, l'impressione è che ci vorranno mesi». Il rischio di un blocco ad oltranza del campionato dunque c'è e oltre al presidente federale Giancarlo Abete anche Damiano Tommasi non fa nulla per nascoderlo. Il presidente del sindacato dei calciatori ha cercato fino all'ultimo di evitare che saltasse la prima di campionato e anche per questo ha lasciato presto il tavolo degli ospiti per stare fisso al telefono a caccia di una mediazione durante la tradizionale cerimonia a Coverciano per il primo raduno stagionale degli arbitri.
Queste le parole di Damiano Tommasi dopo l'ufficializzazione dello sciopero e del conseguente slittamento della prima giornata di campionato:
"C'erano tutte le condizioni per giocare, mi dispiace molto soprattutto per la gente. Abbiamo chiesto un accordo collettivo ma le società si erano già organizzate per non giocare. La situazione in Lega non è delle migliori, spero che la situazione si ricompatti. C'è la sensazione che siamo stati strumentalizzati".
(sky sport)
«Purtroppo però la Lega ha detto no davanti al nostro ultimo passo - ha sospirato Tommasi - il che conferma che questo stop non è dipeso da noi. Fino all'ultimo ho cercato di far giocare ma non ci sono riuscito, la proposta avanzata stamani avrebbe potuto risolvere la questione, figurarsi che mi sono preso anche dei rimbrotti da qualche collega. Ma alla fine è prevalsa la linea del no a prescidere. Basti pensare che la Lega ci ha chiesto di mandare due righe per annunciare lo sciopero, non per arrivare ad un'intesa». È deluso e amareggiato, l'ex centrocampista della Roma e della nazionale: «Evidentemente il sistema calcio ha al suo interno una componente che fatica ad essere propositiva e costruttiva, quindi c'è il rischio di una paralisi. Spero non ci trascinino tutti. Ora è difficile trovare una controparte. Sono rammaricato, non volevamo tutto questo ma se la Lega dice no a prescindere non possiamo fare altro». Tommasi ha fatto capire che al suo interno la categoria dei calciatori è compatta: «Ho parlato con tutte le squadre, la linea comune è che non si può scendere in campo senza la firma sull'accordo collettivo, di qui la decisione di fermarci». Già, ma ora qualcosa andrà fatto: «Ci confronteremo ancora, ovvio che prima di tutto bisogna arrivare a questo accordo anche se probabilmente non interessa a tutti riuscirci. E dire - ha aggiunto Tommasi - che come accade in Spagna pure noi ci stiamo battendo per assicurare uno spettacolo migliore. Capiamo l'amarezza generale ma quanto stiamo facendo è anche per non trovarci fra qualche mese a gestire una situazione ancora più complicata. Ai calciatori dispiace tutto questo però non è un capriccio nè una questione economica, dietro c'è un problema reale, oggettivo».