Altre 30/08/2011 13:15

Montali: "C'era troppa distanza con Baldini, impossibile coesistere. La Roma ha un potenziale da top club, bisogna avere pazienza"

Montali come sta?

“Sono rimasto defilato per un po’ di tempo, ma adesso è arrivato il  momento di parlare e raccontare qualcosa”.

 
Perchè hai lasciato la Roma?
 
“Legittimo che una nuova proprietà scelga i propri manager. Nella  scorsa stagione ho occupato un posto con la consapevolezza che avrei  avuto anche successivamente un ruolo importante nel progetto. Mentre  la trattativa andava avanti  ho  iniziato a non condividere alcune cose del progetto stesso; la nuova  società aveva scelto di inserire Franco Baldini e all’inizio si  pensava che potessimo coesistere, invece eravamo troppo distanti. Roma  è un top club, così va trattato e allora ho consigliato alla banca di  escludere un pesce piccolo come  Montali e di uscire dala gestione  sportive. Due generali non possono coesistere. Gli americani -  prosegue Montali – hanno scelto Baldini, e di Baldini saranno i  successi o gli insuccessi. La banca ha fatto bene a uscire dalla parte  sportiva. Saranno solo i risultati sportivi a giudicare il lavoro”.
 
La tua esperienza a Roma?
 
“Ho vissuto due anni come fossero un decenni, passando per tutte le  situazioni possibili. Ho conosciuto la piazza, la tifoseria e posso  dire che il potenziale sia commerciale che sportivo della Roma è da  top-club. Io la considero tale e per questo, con un top-club, devi  essere esigente, soprattutto dal punto di vista delle motivazioni. Se  decidi di tenere i giocatori importanti, hai la necessità di creare  delle motivazioni comuni. I cosiddetti “senatori” giudicano il tuo  lavoro dalla scelta degli acquisti e dall’allenatore che prendi.
 
Luis Enrique?
 
“All’inizio sono rimasto perplesso. Io avevo pensato a un allenatore  diverso, abituato a vincere e a gestire i cambiamenti. Ma devo essere  sincero: il suo gioco, sul campo, mi piace molto. Adesso è un momento  molto delicato: va supportato in tutti i modi perchè altrimenti si  rischia di far fare esperienza a un allenatore sulle spalle della Roma.
 
La nuova società Roma?
 
“I ruoli nella Roma sono ben definiti. C’è un amministratore delegato,  un direttore sportivo che è un bravissimo scout e un direttore  generale al momento assente. Serve pazienza. E coerenza. ho visto  troppe retromarce. La parte fondamentale sono i calciatori. E ci sono  alcune cose che sono molto pericolose per la gestione degli stessi,  bisogna stare attenti, altrimenti si rischiano situazioni come quella  di Francesco ( n.d.r.)”.
 
Rimarrà nel calcio?
 
“Quella che fa la differenza nel nostro mondo è la passione, chi vuole  solo lucrare uccide lo sport. Ho investito tre anni della mia vita  professionale ed economica sul calcio, con molta umiltà e curiosità. E  sono ancora qui a studiare, perchè voglio continuare in questo mondo,  perchè sono convinto che si può vincere con un certo stile”
Secondo te è pigro?
 
“Ho lavorato due anni con . Dal punto di vista sportivo  è tutt’altro che pigro. E credo che anche Baldini abbia  successivamente spiegato che non intendesse il lato sportivo della  pigrizia. Sull’altra cosa a cui si riferisce Baldini, io comunque non  sono d’accordo. Io rispondo con un’altra domanda. Quanti hanno  lasciato il segno come ? Lui ce l’ha fatta, anche  grazie al suo entourage. Quello che per qualcuno è un tallone  d’Achille, per me è stato un suo punto di forza. Credo che nelle  dichiarazioni di Baldini ci sia qualcosa di personale”.