Altre 10/11/2010 19:33

Vittori: "Infortunati? allenamenti da impiegati del catasto. Mourinho l'unico che ha capito"

Questa l'analisi di Carlo Vittori, storico di Pietro Mennea e Roberto Baggio, sui tanti infortunati del campionato di calcio. «Purtroppo - spiega intervenendo a 'A Tempo di Sport' su Radio 24 - si sono seguite delle vie sbagliate, e in Italia hanno fatto diventare l'allenamento una attività routinaria, ripetitiva, da impiegati del catasto o da funzionari di un ministero, con tutto il rispetto per le categorie». Secondo Vittori è questo il «peccato originale alla base dei numerosi infortuni» in Italia. «Quando un'atleta ha la mente offuscata dal tedio di un allenamento sistematicizzato, pieno di schemi e ripetizioni, succede che quando va a giocare con il sistema nervoso frastornato si fa male perchè non ha più il controllo sulla sua muscolatura. Le attività fisiche non sono più sostenute da un'attività ormonale che li rende naturali. Perciò uno che fa le cose per forza alla fine si fa male».

La base di tutto starebbe «nell'aver travisato il concetto di allenamento. Il calcio è una disciplina basata sull'abilità che ha bisogno di mettere la parte fisica a servizio della creatività, della particolare destrezza tipica del calciatore». «In Italia siamo all'anno zero - accusa - Da noi c'è l'idea che il calciatore deve allenarsi perchè è un professionista come se l'allenamento fosse quella specie di paravento per tutte le boiate che si fanno durante la preparazione atletica. In Italia si lavora secondo un concetto contrario alla biofiosiologia umana: se due atleti stanno calando di condizione gli si fa riprendere subito la preparazione, ma questa è follia pura. Così succede che riprendono la preparazione e alla prima partita si rifanno male. Qui il gioco del calcio è talmente distorto che a volte il miglior allenamento diventa quello che non si fa».

«È possibile impostare una preparazione di 60 giorni - il suo consiglio -, rispettando anche tutti i sabati e le domeniche, ma una volta riempito il serbatoio, durante il periodo agonistico, non bisogna più aggredire l'atleta con una preparazione fisica, ma farlo giocare con il pallone. Beato Mourinho, è l'unico che ha capito che questa è la strada giusta. L'efficienza di un calciatore non viene meno perchè è allenato poco, ma perchè il sistema nervoso centrale è stanco e deve riposare».

«I nostri preparatori - insiste - non sanno cosa sia il sistema nervoso scarico. Noi alleniamo gli ormoni, ma gli ormoni vengono mossi da motivazioni psichiche forti che sono all'interno del sistema nervoso centrale. Sono le emozioni che danno la lucidità, la freschezza mentale e le motivazioni per scattare dietro al pallone come una vipera. Pensiamo ai panchinari - conclude Vittori - che hanno il fuoco dentro e bruciano il legno della panchina da tante motivazioni hanno in corpo. Un esempio? Pippo Inzaghi: a 37 anni, ha una biologia giovanile che gli permette di fare due gol in 25 minuti come con il Real Madrid».

(ansa)