Altre 29/11/2010 16:57

Crisi Ancelotti, l'addio a Giugno non è un azzardo


Una crisi di risultati più che di gioco, ma soprattutto di fiducia. Perchè l'ultima passione del patron Roman Abramovich, ovvero Pep Guardiola, rischia di costargli la panchina. A prescindere dal verdetto del campo. Perchè se è vero - lo dicono i numeri - che novembre è stato un mese orribile per i Blues (quattro punti in cinque partite), fin qui la stagione resta comunque ampiamente positiva: secondo posto in Premier a -2 dalla capolista Manchester United, qualificazione agli ottavi di con due giornate di anticipo. Risultati ottenuti con la stessa squadra dello scorso anno (l'unico acquisto è il brasiliano Ramires, mentre per Yossi Benayoun la stagione è già finita), rinforzata solo dagli innesti dal settore giovanile. Una rosa che per molti osservatori è ormai logora, per di più assottigliata dagli infortuni (Frank Lampard indisponibile da agosto, John Terry da quasi un mese).


L'unica colpa di - se tale può essere - è non aver alzato la voce per richiedere qualche aggiustamento in corsa. Il Chelsea ha sì sposato la linea dell'austerity ridimensionando gli investimenti sul mercato e abbassando il monte-ingaggi, senza però ridimensionare gli obiettivi: vittorie e spettacolo. Complice anche un calendario favorevole, in avvio di stagione i Blues avevano illuso, poi la crisi. Solo quattro degli ultimi 15 punti a disposizione, un brusco rallentamento costato il primato. Perchè nel frattempo il Manchester United ha recuperato 7 punti di ritardo, 5
e Manchester .


La crisi del Chelsea è fin troppo evidente: una difesa incerta, un attacco che non punge. Come da statistiche: solo due gol all'attivo negli ultimi 450', 7 al passivo. Dati sorprendenti se raffrontati alle prime 10 partite della stagione quando il Chelsea correva spedito ad una media di quasi tre gol a partita (2,7), subendone in totale solo 3. Il pari nell'ultimo turno sul campo del Newcastle (quando il Chelsea per la sesta volta nelle ultime otto partite si è trovato in svantaggio) è poco più curativo di un brodino. Una sconfitta avrebbe prodotto un terremoto, ma il punticino non basta per riportare il sereno. Perchè nel frattempo le voci su Guardiola sono sempre più insistenti, e trovano indiretta conferma nel serrato corteggiamento a Txiki Begiristain, ex direttore sportivo del Barca. Abramovich sogna di replicare il modello blaugrana a Londra, da qui la scelta di puntare sugli uomini chiave del Barca: Begiristain e appunto Guardiola. E per realizzare il suo progetto non ha esitato a far fuori in poche settimane prima il vice di
Ray Wilkins, quindi il direttore sportivo Frank Arnesen. Drastici cambiamenti a stagione in corso che potrebbero destabilizzare la posizione di se non contasse sul fermo appoggio dei giocatori. Un patto di lealtà con lo spogliatoio che non gli fa perdere il sorriso neppure in queste ore: «Ho sentito le voci su Guardiola ma non dovete chiedere a me. L'allenatore è sempre l'ultimo a sapere certe cose». Come la moglie tradita. Questo non lo ha detto, ma di certo sa che la gratitudine non è un sentimento di cui Abramovich è ricco.

(ansa)