Altre 25/10/2010 16:56

No alla tecnologia, Platini: "sarebbe calcio da Playstation"

Più occhi vedono, meglio è», dice riferendosi all'impiego dei giudici di porta. «Dobbiamo aiutare gli arbitri, questa è la mia filosofia. E loro si possono aiutare da soli, hanno il potere di guadagnarsi il risoetto. Quando ero un calciatore, se mi avvicinavo all'arbitro fino al faccia a faccia venivo ammonito. E non mi avvicinavo di nuovo», aggiunge l'ex fuoriclasse della . «Se l'arbitro non mostra il dà un segnale di debolezza: questa è la realtà. I direttori di gara devono poter fare il proprio lavoro. Hanno molta pressione, sta a noi aiutarli», dice sollecitando l'impegno dell'intero movimento. «In un mondo perfetto, si rispettano le decisioni anche in caso di errore. Noi abbiamo campagne all'insegna del rispetto e del fair play, ma siamo lontani da un buon livello di comprensione».

L'arbitro è sotto pressione perchè è un uomo solo. Nel tennis, c'è un giudice di sedia ma attorno a lui ci sono 12 persone, ciascuna competente per una porzione di campo. In un mondo perfetto, si rispettano le decisioni anche in caso di errore», dice evidenziando l'impegno gravoso delle giacchette nere su campi vivisezionati dalle tv. «Un arbitro non è sufficiente, soprattutto in un'era in cui ci sono 20 telecamere. È una situazione squilibrata: le telecamere vedono tutto mentre l'arbitro ha solo due occhi. Ogni volta che commette un errore, le telecamere sono lì a sottolinearelo. Ecco perchè negli ultimi 10 anni ho chiesto di modificare il lavoro dei fischietti, per migliorare le cose e garantire maggior sostegno. Oggi per diventare arbitri bisogna essere proprio masochisti...»

 

(adnkronos)