Altre 04/12/2009 13:49
Antonio FELICI - Totti al Mondiale per il Pallone d'Oro
Nuova puntata di 'PUNTO di VISTA' . Spazio alle opinioni, ai giudizi e ai punti di vista degli addetti ai lavori su un tema d'attualità riguardante, ovviamente, l'AS Roma.
LAROMA24.IT ha contattato Antonio Felici, corrispondente italiano di France Football ed esperto di calcio internazionale, per fare un'analisi dell'Europa League, e non solo, dopo la conferma matematica della qualificazione a seguito della vittoria di ieri contro il Basilea.
La Roma, dopo la partita di ieri con il Basilea conclusasi 2 a 1, è matematicamente qualificata al prossimo turno. Quanto sarà importante l'ultima sfida con il CSKA Sofia che determinerà il piazzamento al primo o al secondo posto nel girone?
"Beh decisamente importante. Chiudere al primo o al secondo posto con è questione irrilevante. Il primo posto nel girone consente di evitare le transfughe della Champions. Quest'anno, oltre tutto, scenderanno in Europa League squadre molto forti del calibro di un Liverpool o un di Bayern. Direi che più che una Europa League si profila una sorta di Champions 2. Perciò bisogna vincere a Sofia. D'altra parte la Roma è di gran lunga più forte dei bulgari e non vedo come la gara possa finire con un segno diverso dal 2".
Quali sono le squadre che sarebbe meglio evitare nel proseguo della competizione, considerato anche l'arrivo delle terze qualificate dei gironi di Champions League?
"Non è difficile fare nomi. Ajax, Valencia, Shakhtar, Amburgo e Werder andrebbero decisamente evitate. Non parliamo poi di quelle provenienti dalla Champions che saranno quasi tutte di altissimo livello. Penso tra l'altro ad una tra Rubin e Dinamo Kiev che stanno facendo soffrire oltre modo Barcellona ed Inter".
Quale squadra potrebbe essere la rivelazione?
"Nelle ultime edizioni, la Coppa UEFA/Europa League è stata terreno di conquista per le formazioni dell'est. Mi riferisco a Zenit e Shakhtar e qualche anno prima il CSKA di Mosca. In questa edizione ho la sensazione che la coppa tornerà ad uno dei grandi paesi europei, ad esempio Germania o Spagna. Quindi non mi aspetto rivelazioni particolari questa volta".
Un'idea interessante, sempre nell'ottica di ridare prestigio alla manifestazione, potrebbe essere la vincente dell'Europa League ammessa di diritto alla successiva edizione della Champions League. Cosa ne pensa?
"Può essere un'idea. Però io credo che per rivitalizzare questa coppa occorra innanzitutto eliminare alla svelta una stortura insopportabile rappresentata dal passaggio in Europa League delle squadre eliminate dalla Champions. Proprio non capisco cosa sia passato nella testa di chi ha elaborato le nuove formule nelle coppe europee quando ha immaginato questo mostro regolamentare. Consentire che squadre di un'altra competizione, nella stessa stagione, confluiscano in un'altra significa stravolgerne il significato tecnico e competitivo. Soprattutto perché in questo modo non si dà nessun significato alle fasi precedenti, visto che la coppa diventa davvero interessante solo quando arrivano i nobili decaduti della Champions. In secondo luogo farei una fase a gironi composta al massimo da otto raggruppamenti. Insomma seguirei esattamente la stessa formula della Champions, ma chi eliminato va a casa senza ripescaggi. Fatto questo, l'idea di consentire alla vincitrice, oltre a disputare la Supercoppa Europea, anche di partecipare alla successiva edizione della Champions League può essere uno stimolo ulteriore".
La UEFA, come dicevamo, si sta impegnando per ridare prestigio ed appeal all'Europa League, spesso snobbata dai top team negli ultimi anni. Resta però l'enorme divario di introiti per le partecipanti alle due competizioni. Cosa suggerirebbe alla UEFA in merito?
"Il punto è proprio il divario economico. A conti fatti chi vince la Champions porta a casa nel complesso una cifra circa dieci volte superiore a chi vince l'Europa League. Se non si arriverà almeno a dimezzare questo gap, non ci sarà niente da fare".
Non può mancare un commento al Pallone d'Oro vinto quest'anno, a mani basse, da Lionel Messi. Sei d'accordo? Quali sono i criteri di assegnazione?
"Sulla vittoria di Messi non può esserci nessun dubbio. Ricordo che i criteri principali per l'assegnazione del Pallone d'Oro sono il palmarès stagionale e il ruolo determinante che il giocatore deve avere nel conseguimento dei successi del suo club. In questo senso Messi quest'anno è imbattibile. Il suo Barça ha vinto proprio tutto: Champions, Liga, Coppa del Re. E lui è stato sempre determinante. Mai come stavolta non c'è discussione".
Torniamo alla Roma, in particolare a Francesco Totti; può il Capitano della Roma, pur non giocando in uno dei top team europei, ambire al più prestigioso premio individuale?
"Io lo ripeto da anni e l'ho detto anche a Francesco quando l'ho intervistato per France Football: Totti fuoriclasse al punto che avrà la possibilità di vincere il Pallone d'Oro fino all'ultimo minuto della sua carriera. Per fare questo, però, siccome la sua Roma al momento è fuori dal giro internazionale che conta, l'unico modo per emergere è la Nazionale. Per questo Totti deve fare il Mondiale. Nel 2006 ha avuto l'unica vera occasione per diventare il re d'Europa. Purtroppo però è arrivato al Mondiale in precarie condizioni fisiche e pur risultando decisivo in molte circostanze, come contro l'Australia, non è riuscito a diventare il simbolo dell'Italia. Un'altra sfortuna è stato il fatto che quella Nazionale colpiva soprattutto per la forza della difesa, piuttosto che per la brillantezza dell'attacco. Per questo alla fine è stato premiato un difensore. Ma se tra un anno Francesco dovesse prendere in mano l'Italia e diventarne il leader come accade nella Roma e la Nazionale dovesse arrivare almeno alle semifinali, magari con Totti capocannoniere, allora per lui i giochi tornerebbero ad aprirsi. Anche perché, voglio dirlo chiaramente, se è vero che in Italia Totti non è simpatico a tutti e molti fanno finta quasi che non esista, all'estero si sa benissimo che lui è l'unico fuoriclasse prodotto dal nostro paese dopo Roberto Baggio. Sta a lui dare agli osservatori internazionali un ottimo motivo per premiarlo".
Infine, per concludere, una sua considerazione sul derby di Domenica, argomento caldo di questi giorni...
"Al derby arrivano due squadre con stati d'animo opposti. La Roma è in ripresa e l'umore è buono. Contro il Salisburgo ho visto una Lazio sull'orlo di una crisi di nervi. La squadra è isterica, bloccata, ha paura, soffre di quella strana sindrome per cui non riesce ad arrestare la sequenza di risultati negativi. Naturalmente i biancocelesti getteranno in questa partita tutto quello che hanno e per questo motivo sono pericolosi. Io credo però che se la Roma manterrà il sangue freddo e soprattutto se la smetterà di continuare a fare errori pacchiani in difesa ha tutti i numeri, sia sul piano tecnico che tattico, per vincere la partita".