Altre 30/09/2009 19:33
Giorgio MARTINO - La Roma e l'identità da ritrovare
'Parlare del nuovo stadio in questo momento non mi entusiasma molto, perché non credo che la Roma possa trarne i benefici economici di cui ha bisogno; ameno non nellimmediato. Alla presentazione di questo progetto erano presenti molti personaggi di spicco: non vorrei che si fosse trattato più di una manovra dimmagine per queste persone che di una strategia seria per rilanciare la società. Non dico che la Roma non abbia bisogno di uno stadio di proprietà, ma in questo momento non mi sembrava fosse il problema più importante da affrontare. Domani sera la Roma giocherà con il CSKA Sofia e si tratterà subito di una prova decisiva per proseguire la sua avventura in Europa League. Una sfida fondamentale, in cui un risultato positivo è assolutamente necessario, soprattutto per il morale dei giocatori. Morale inteso anche come condizione mentale vera e propria. Come si dice molto spesso oggi, lapproccio alla partita sarà decisivo. Io credo che Daniele De Rossi intendesse proprio questo, quando parlava di una squadra che non è né carne né pesce. A volte sottovalutiamo limportanza della condizione psicologica dei calciatori: quando li vediamo arrancare sul terreno di gioco, pensiamo subito che sia la condizione fisica a mancare; invece è proprio la testa a determinare landamento di una partita. Probabilmente è quello che è accaduto a Totti e compagni nellultima partita di campionato: una gara in cui tutti sembravano fuori condizione e di cui salverei solo il risultato. Non sono mancate né le gambe né il cuore domenica pomeriggio, ma proprio la cattiveria agonistica, la mentalità vincente che può cambiare la prestazione di un gruppo. Penso che la Roma di Ranieri sia proprio alla ricerca di questo: la consapevolezza dei propri limiti, dei propri difetti e della propria forza. La squadra giallorossa è ancora alla ricerca della sua identità. Si tratta di un traguardo che questo gruppo può raggiungere solo se ogni giocatore, per le sue caratteristiche, inizi a rendersi conto di quanto la sua preparazione sia importante. Esistono delle individualità importanti in questa formazione, ma anche molti giocatori che devono sacrificarsi per tutta la squadra. Ognuno, nel suo piccolo, deve applicarsi e mettersi a disposizione dellallenatore. Non siamo nuovi, nel nostro calcio, a partite in cui una cosiddetta grande viene battuta da una squadra modesta: la chiave di tutto, e che non dobbiamo dimenticare, è che quando una squadra entra determinata sul terreno di gioco con unapplicazione, oserei dire, quasi feroce riesce anche a battere una compagine tecnica più preparata.
È ancora troppo presto per vedere il gioco e limpostazione di Ranieri: potremo parlare del suo lavoro proprio quando questa squadra troverà la sua identità.'
Giorgio Martino