Altre 07/07/2009 11:12
Dott. Brozzi: "Roma pagina importante della mia vita. Oggi mi dedico ai giovani"

Sulla stagione appena conclusa e sui tanti infortuni che lhanno caratterizzata, questa lanalisi dellex medico sociale giallorosso: Nel mondo dello sport, che non lo invento di certo io, cè il fenomeno conosciuto con il nome di Open Window. Quando ognuno di noi vive uno stress acuto va incontro ad un calo delle difese immunitarie, che a loro volta impiegano un certo lasso di tempo per potersi ricostruire biologicamente. Per recuperare da fenomeni stressanti occorre circa 78 ore, tempo questo necessario al nostro patrimonio immunitario per rigenerarsi. Nel calcio di oggi si gioca ogni 72 ore e questo significa che i ragazzi sono costantemente in situazioni di depressione immunitaria, che in medicina è correlata con qualsiasi malattia. Sul ritiro e sulla decisione dei giallorossi di tornare in montagna, questa lanalisi di Mario Brozzi: Il ritiro è il momento in cui nasce un gruppo, un team, un progetto. E il momento in cui tutti insieme ci si riunisce per costruire quel sogno di vittoria che dovrà essere consacrato durante la stagione. Il caldo può in qualche maniera condizionare il lavoro degli atleti? Il problema del caldo nello sport occupa la voce numero 54, prima vanno risolti gli altri 53 precedenti. Non sono i luoghi a fare la differenza ma lo spirito con il quale il gruppo si avvia, ed in questo il mio amico Luciano Spalletti è molto bravo e competente. Quindi tra i due nessun attrito come sostenuto da molti in passato: Tra Mario e Luciano - continua Brozzi- non cè stato mai attrito. Ci possono essere state delle visioni diverse come spesso accade nella vita, sempre con il massimo rispetto reciproco. Io non dimentico mai che quando ho avuto problemi di natura personale Luciano mi è stato molto vicino e questo lo porterò con me per sempre. Io non ho avuto mai problemi con nessuno nella mia vita, dovresti chiamare tutti gli altri per chiedere se hanno avuto loro problemi con me. A sei mesi dalladdio cosa manca a Brozzi del mondo Roma? La squadra, i ragazzi, landare la mattina a Trigoria e ricevere il loro saluto, il loro abbraccio. Mi mancano quegli sguardi dove cercavo di trasmettere loro lentusiasmo, lorgoglio di appartenenza e serenità. Ciò che mi manca è quel flusso emozionale che cera tra me e la squadra. Per il resto, confesso, che non mi manca niente altro. Laspetto umano continua- lho portato via con me, perché mi sento con molti ragazzi. Lultimo è stato proprio ieri (lunedi 6 luglio, n.d.r.) con un calciatore andato via da Roma due anni fa che mi ha telefonato per sapere come stavo.
Sul capitano giallorosso e sulle critiche piovute in settimana Brozzi sottolinea come conosco Totti da quando era bambino e veniva al campo con Fabio Petruzzi perché non aveva la patente. Ho vissuto i suoi sguardi giovanili spaventati, smarriti ed ho visto questo sguardo crescere con il passare del tempo fino alla consacrazione odierna. E persona che stimo profondamente perché non ha mai nascosto i suoi limiti, anzi li ha esaltati fino a farli diventare grandi pregi. Francesco aggiunge- ha il peso del suo nome, che deve portare avanti con molta serenità e pacatezza danimo. Credo che la sua miglior risposta sta nel promuovere sempre questa immagine di rettitudine, di ragazzo da sempre solidale e rispettoso di tutti quelli che sono i problemi dei giovani. Dopo di che se qualcuno può parlare male di lui ben venga, ma la maggior parte della gente saprà realmente di chi è Francesco Totti."
Sulla nuova stagione che sta per cominciare questo il suo auspicio: "Mi aspetto esclama Brozzi- che tutti si divertano: tifosi, dirigenti, staff tecnico e giocatori. Non dobbiamo dimenticare che il divertimento è il padre del successo e della vittoria. Auguro poi a tutti i tifosi di amare questi colori che amo da quando sono bambino, di esaltarli, di portarli avanti con orgoglio e dignità, perché Roma è Roma."
Sul futuro Brozzi ha le idee chiare, impegnarsi nel settore giovanile e tutelare la salute dei giocatori di domani: Sono talmente giovane che non so dirti cosa farò da grande, con il tempo si chiarirà. Una cosa è certa: lotterò con tutto me stesso affinchè i ragazzi di questo Paese, attraverso lo sport, possano non rischiare più la vita e mi adopererò per far sparire quel certificato di morte che ogni anno interessa sessanta ragazzi. Spenderò i miei giorni affinchè questo si avveri. Lex responsabile dellarea sanitaria giallorossa è già da tempo impegnato in prima linea per sviluppare un programma volto alla prevenzione e salvaguardia della salute dei giovani atleti. Il tutto parte molti anni fa in seguito alla tragica morte di Giorgio Castelli sul campo del Tor Sapienza: Se quel giorno ci fosse stato un defibrillatore -esclama Brozzi- unito ad una cultura della vita, secondo la quale ognuno di noi può imparare e far sue quelle manovre di cardioresuscitamento in caso di arresto cardiaco, forse Giorgio avrebbe avuto qualche chance in più di vivere. Dopo questo episodio- aggiunge- lallora Sindaco di Roma Walter Veltroni mi commissionò uno studio per cercare di creare un protocollo sanitario che potesse salvaguardare la vita dei giovani che fanno sport. In seguito ad uno studio la cosa che saltò ai miei occhi, in maniera abbastanza evidente, fu che il fenomeno di morte improvvisa si manifestava sistematicamente nel mondo dilettantistico, lasciando indenne quello dei professionisti. Iniziai a studiare quindi le differenze tra il protocollo dei professionisti e quello dei dilettanti e mi accorsi che erano completamente differenti. Patrizio il primo, mentre assolutamente Plebeo il secondo. Da qui la nascita del progetto che prende il nome Sport per la vita, che prevede la promozione di una campagna che possa estendere a tutti il protocollo usato dai professionisti. Lo studio condotto in anni di ricerca ha visto il coinvolgimento di migliaia di giovani: Dei 4.000 ragazzi sottoposti a controllo il 3% era a rischio di morte improvvisa, perché nessuno fino a quel momento si era accorto che avevano dei seri problemi di salute. In due casi si è dovuto ricorrere ad un intervento chirurgico al cuore e oggi questi ragazzi fanno attività fisica in assoluto benessere. Ci tengo a sottolineare che qualora fossero morti sarebbero stati un numero da consegnare alla statistica. Sarebbero stati catalogati come tragica fatalità mentre si può dire che erano figli di una morte plebea, una morte di una medicina plebea che viene applicata ai nostri figli. Ho creato questo protocollo- sottolinea Brozzi- che metto a disposizione di tutte quelle famiglie che intendono mettere i loro figli allinterno di un contenitore per la vita e nel frattempo, quando vanno a fare sport, curare il loro sovrappeso, problemi di postura e tutte quelle problematiche spesso ignorate. Il programma, già operativo, oltre a sottoporre i ragazzi ad accurata visita medica, metterà a loro disposizione una struttura sanitaria qualificata in caso di incidente traumatico: A breve sarà possibile accedere a questo programma anche via web. Fino ad oggi il centro è operativo presso Villa Stuart e ognuno di questi giovani ha la possibilità di sottoscrivere una polizza assicurativa, a prezzi calmierati, che gli permetterà di essere operato gratuitamente presso la struttura dal Prof. Mariani a spese del partner assicurativo. Il costo complessivo di questo posto vita può corrispondere al costo di un pacchetto di sigarette al mese. Ripeto che quei 60 giovani che ogni anno perdono la vita non sono una tragica fatalità ma sono soltanto frutto della medicina plebea riservata ai nostri figli".