Altre 11/04/2009 11:19
Il derby particolare dei terremotati

GASPORT - La verità sorprendente, non scontata - è che, nei Roma Club abruzzesi, questo derby non sarà vissuto con laccesa rivalità di sempre. Avrà il sapore delicato, dolce, inevitabilmente umano, di chi per un momento vuole fermarsi e andare lontano con la testa, romanisti e laziali, a Carsoli come ad Avezzano.
Carsoli, appunto, è giusto a metà tra Roma e Laquila. Lunico Club giallorosso ha come presidente Luigi Di Sarra, "detto Il Barbiere: lo scriva, altrimenti i miei compaesani non mi riconoscono. Posso dire con fierezza che quasi tutti i 5000 abitanti di Carsoli sono romanisti". Gli abitanti - o tesserati, come li chiama Luigi - hanno tutti dei soprannomi. Cè Alfredo Ferrante, detto Il Coccione ("per via della sua capoccia dura: durante le partite vuole sempre avere ragione"), cè Enzo Giuliani, detto Settebello ("è fortunato: pesca sempre il settebello, quando giochiamo a carte"), cè Ezio Digiobattista, detto Il Peperone ("perché già il padre si chiamava così"). Tutti guardano le partite della Roma al circolo, e qualche volta allOlimpico. "Sì, oggi porteremo il nostro striscione in Tevere Centrale, abbiamo bisogno di distrarci con la partita. Anche se siamo daccordo con Mazzone: questo derby andava giocato dopo Pasqua. Il nostro stato danimo non è quello di sempre. Non abbiamo voglia di rivalità, proprio adesso, che ci sentiamo uniti nella tragedia". Ora, la voce di Luigi si fa bassa. "Cè un ragazzo qui del Club, Carlo Lucangeli, studente universitario a LAquila: dopo aver visto con noi Roma-Bologna, qui al circolo, è tornato a casa e ha vissuto il dramma. Ha tutto per aria, ci ha raccontato: lavatrice rovesciata, piatti rotti per terra. Un altro, Filippo Nazari, mi ha detto che si è salvato perché si è nascosto sotto il tavolo grosso della cucina. Oggi, sa una cosa?, sono contento che venga con noi anche Enzo "Settebello", ha 60 anni ed è laziale, ma in un momento come questo noi abruzzesi siamo tutti amici.
Più vicino al capoluogo dellAbruzzo cè Avezzano. Il suo Club giallorosso è fondato da Lucio Testa: "Non ci importa chi vince. I nostri soci sono tutti ragazzi che tornano a LAquila la domenica sera o il lunedì mattina, quindi potete immaginare che umore hanno questo week end. In 20 secondi, domenica scorsa, sono morte quasi 300 persone. La partita di pallone ci farà respirare, ci farà distrarre, tutto qui, ma poi torneremo tutti alla cruda, amara, feroce realtà".