Altre 04/03/2009 17:02

Italpetroli cerca acquirenti per i suoi terreni

Proprio a Lazard è infatti stato assegnato un incarico da Italpetroli. Qualche giorno fa la società che fa capo alla famiglia Sensi ha infatti indicato che Lazard sta operando per conto del gruppo al fine di reperire possibili opportunità di valorizzazione di alcune attività dello stesso, incluse quelle petrolifere, dove non si escludono possibili partnership con soggetti terzi.

In realtà la partership di cui si parla dovrebbe aprire vere e proprie cessioni. Il nodo sono infatti i debiti verso il gruppo UniCredit di Alessandro Profumo: complessivamente 370 milioni di euro, dei quali circa 130-150 scaduti alla fine dello scorso anno e non rimborsati alla data prevista. Tanto che oggi l’unico modo per la banca di piazza Cordusio di rientrare su questi finanziamenti, entro il 2010, è di accelerare nel piano di dismissioni previsto e stabilito all’atto della firma del piano di ristrutturazione tra Unicredit e i Sensi nel luglio dello scorso anno.

Proprio per facilitare la cessione degli asset, il gruppo Italpetroli è stato razionalizzato tramite la creazione di tre subholding, per settori di attività: una per il petrolio, una per gli immobili, la terza per la Roma calcio. Ecco perché Lazard sta cercando compratori per l’area di Torrevecchia a Roma: circa 50 ettari (ovvero 265mila metri cubi), solo in parte edificabili e sui quali avviare uno sviluppo immobiliare. La giunta Veltroni aveva puntato sull’edificabilità dell’area, dando il via libera alla nascita di un progetto che prevederebbe una sorta di cittadella dello sport, ma anche residenziale. Con la giunta Alemanno l’area è ancora inserita nell’accordo di programma. Proprio in questi giorni i potenziali compratori hanno ricevuto la documentazione sull’area immobiliare oggetto di vendita. Acquirenti dell’area potrebbero essere alcuni imprenditori: come il gruppo Scarpellini (Immobilfin) che ha già in corso il progetto Romanina in zone limitrofe. Tra i soggetti potenzialmente interessati viene indicata anche la Parsitalia di Sandro , che tuttavia smentisce un suo coinvolgimento. Fino a qualche anno fa questi terreni, entrati anche nel radar prima dei fratelli Toti e poi di Caltagirone, erano valutati 80-90 milioni di euro.


In vendita ci sarebbe poi l’attività di stoccaggio, cioè i depositi di Civitavecchia: impianti obsoleti sui quali l’eventuale compratore dovrà investire, ma interessanti in prospettiva grazie al miglioramento della rete infrastrutturale. Su cui potrebbero puntare alcuni grandi gruppi italiani: come Saras, la società della famiglia Moratti, ma anche la Erg dei Garrone fino all’Api di Brachetti Perretti. Con la conseguenza che, per una strana analogia calcistica, i Sensi potrebbero essere salvati dagli attuali azionisti dell’inter e della Sampdoria.

La cessione di questi asset dovrebbe bastare a far tirare un sospiro di sollievo alla famiglia Sensi e ad accontentare la volontà di Unicredit a rientrare sull’esposizione? Rosella Sensi, dopo la scomparsa del padre Franco, ha rinnovato la volontà di conservare la Roma Calcio. Sarebbe pronta a cedere tutto il resto, ma non la squadra giallorossa.

Tuttavia qualche osservatore fa notare che Unicredit potrebbe cercare di convincere la famiglia a valutare una proposta anche per il club capitolino, nel caso si presentasse un compratore. Qualche mese fa il gruppo bancario aveva intrecciato una discussione, finita nel nulla, con alcuni bracci finanziari del governo libico, entrato nel capitale di piazza Corsusio. Con un occhio agli stabilimenti di Civitavecchia, visto che il governo di Gheddafi possiede anche la Tamoil, società petrolifera di Stato guidata da Roger Tamraz.

E, prima ancora, per acquistare la Roma Calcio si era mosso un fondo d’investimento che faceva capo al finanziere americano George Soros. Ma quell’offerta per il club capitolino (tra 270 e 283 milioni) era stata rispedita al mittente. Ora tuttavia i tempi stringono e la banca guidata da Alessandro Profumo conta di avere una situazione più chiara sulla posizione debitoria di Italpetroli entro il 2009