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Altre 09/02/2009 17:47

Serie A, oltre 200 milioni i debiti fiscali

In gran parte si tratta di somme che i club devono versare all'Erario a titolo di Irap o per le ritenute Irpef sugli stipendi pagati ai calciatori nei mesi precedenti alla chiusura dei bilanci e che quindi costituiscono una voce del passivo in qualche modo fisiologica. Oltre un determinato livello, però, trattenendo queste risorse i club realizzano - salvi gli eventuali crediti d'imposta vantati verso lo Stato - una sorta di auto-finanziamento.

Ai poli opposti della classifica delle società-contribuenti si collocano Cagliari e Lazio. Il club di Massimo Cellino, tra le sorprese sportive di questa stagione, deve al Fisco "solo" 123mila euro. La Lazio di Claudio Lotito invece sta ancora smaltendo il maxi-accordo transattivo sottoscritto nel maggio 2005 con l'agenzia delle Entrate relativo alle imposte Irpef e Iva dovute a tutto il 31 dicembre 2004 e non versate dalle precedenti gestioni per 108,7 milioni (ai quali vanno aggiunti gli interessi legali per un totale di 140 milioni). A carico della società biancoceleste restano debiti tributari superiori agli 80 milioni.

Tra le "grandi" del campionato italiano, la più virtuosa si dimostra la che ha accantonato poco meno di 6 milioni tra ritenute e altri tipi di imposte non versate. Inter e Milan che hanno il monte ingaggi più cospicuo della serie A hanno debiti tributari, rispettivamente, per 21 e 18,6 milioni di euro. Per entrambe le milanesi, peraltro, le proprietà sono state costrette anche quest'anno a varare aumenti di capitale per coprire perdite d'esercizio che nel caso di nerazzurri hanno sfiorato i 150 milioni. La Roma ha chiuso in attivo il bilancio per 19 milioni di euro a fronte di debiti tributari per quasi 18. Mentre tra le "provinciali" spiccano le posizioni fiscali negative di Atalanta (per 9,6 milioni) e Chievo (8,1).