Altre 07/01/2009 18:18
Nakata: "Quel gol alla Juve mi cambiò la vita"
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Nakata, comè la vita senza calcio professionistico?
«Splendida. Ho girato molto e visitato tanti posti incantevoli. Succedeva anche quando ero calciatore, ma vedevo soprattutto aeroporti, hotel e stadi, mentre adesso giro per le strade, conosco gente e ascolto storie. Il calcio professionistico mi mancherà sempre, ma non avevo più stimoli e i soldi non erano un incentivo sufficiente. Prima giocavo solo per me stesso, ora invece ho conosciuto tanti miei ammiratori, sparsi per il mondo, che mi hanno fatto capire quanto è importante il pallone per loro».
Lhanno convinta a riprendere?
«No, è solo unidea che però un anno fa non mi sarebbe neppure passata per la testa ».
Potrebbe accettare lofferta in arrivo da Dubai?
«Non lo so. Di certo se ricominciassi lo farei per dare il 100%, altrimenti... ancora viaggi».
In quanti paesi è stato nel 2008?
«In 41 nazioni diverse tra le quali Italia, la mia seconda casa, Francia, Inghilterra, Spagna, Ghana, Tanzania, Uganda, Congo, Namibia, Mali, Sudafrica, Kenia, Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan, Turkmenistan, Bhutan, Russia, Ucraina, Romania, India, Brasile, Argentina, Cile, Uruguay... Forse facciamo prima a dire dove non sono stato. Giro più di un pilota daereo e ho dormito in poco meno di 150 hotel diversi. Amo più i paesi del terzo mondo rispetto alle grandi città perché nei paesi più poveri cè sempre unidea, un tentativo per mascherare quello che non hanno. Gli esseri umani sono forti e chi non possiede soldi si adatta accontentandosi di ciò che ha. Il calcio può fare molto per aiutare chi soffre».
Ha in mente qualcosa?
«Voglio organizzare una mia squadra con ex calciatori che disputino non una, ma molte più partite durante lanno, in giro per il mondo. Il ricavato lo daremo in beneficenza. Potrebbe essere il primo passo».
Quelli successivi?
«Vorrei coinvolgere grandi star del calcio come, per esempio, Baggio e Zidane. Per un anno potrebbero essere i capitani di squadre nazionali fatte di ex calciatori. Giocheremmo ovunque raccogliendo soldi per chi ha bisogno. Sarebbe un bel progetto e gli sponsor non mancherebbero».
Il calcio lo segue ancora?
«Quando posso e mi sembra che sia cambiato: rispetto a qualche anno fa la forza fisica e la corsa hanno preso il sopravvento sulla tecnica. Prima cera meno ritmo e più spettacolo, ora invece gioca soprattutto chi corre. Per il calcio non è un bene. Il livello tecnico si è abbassato e gli aggettivi più ricorrenti per un giocatore adesso sono forte e veloce, mentre prima veniva usato soprattutto spettacolare».
Uno spettacolare è Del Piero che a 34 anni fa sempre la differenza.
«Alex è uno dei pochi grandi campioni rimasti, uno che ha una continuità incredibile. Gioca tanto e sempre a grandi livelli. Quando lo vedo in tv fa cose delle quali pochi sono capaci. E un esempio per i giovani».
E il suo ex compagno Totti?
« E come Del Piero. Mai visto uno che influenza il rendimento della sua squadra come Francesco. Lui è capace di trasformare la Roma da una buona squadra a
unottima squadra».
Di Mourinho invece cosa pensa?
«Lho conosciuto a giugno in Giappone a una mia partita benefica e mi sembra una persona seria, ma allo stesso tempo dotata di ironia, uno capace di interessare il suo interlocutore e di motivare i giocatori. E bravo a farsi capire. Mi sarebbe piaciuto averlo come allenatore: il suo calcio fatto di unodue tocchi per me sarebbe stato il massimo ».
E felice per il Bologna tornato in serie A?
«Ora è dove gli compete. Con una città carina come Bologna ho avuto un buonissimo rapporto anche se abbiamo lottato per non retrocedere e cè stato da soffrire. Mi ricordo con affetto dei tifosi e di Mazzone».
E della Fiorentina cosa ci dice?
«Ero certo che con i Della Valle sarebbe arrivata in Europa. Al loro progetto non ho potuto dare il mio contributo perché quando ho indossato la maglia viola avevo la pubalgia e se non stai bene non riesci a dare il massimo. Alla Fiorentina ora manca lultimo passo che le consentirà di lottare per lo scudetto con Milan, Inter e Juve. Non dimentico però neppure Parma e Perugia dove mi hanno trattato bene».
La Roma lha lasciata per ultima?
«Lì ho vinto lo scudetto e sono ricordato con affetto. Me ne accorgo ogni volta che torno nella Capitale: i tifosi romanisti sono calorosi. Non ho giocato tanto, ma la rete alla Juve nellanno del tricolore mi ha cambiato la vita».
Il suo ex allenatore Capello lha più visto?
«Qualche mese fa sono andato a trovarlo a Londra nel ritiro della nazionale inglese. Ha fatto bene ovunque e non fallirà neppure stavolta. E come Mourinho: un allenatore duro, ma una bravissima persona. Secondo me i due si assomigliano».
A oltre due anni di distanza, che idea si è fatto di calciopoli?
«Quello che è venuto fuori per me non è stato una grande sorpresa. Certe voci e certi sospetti erano arrivati anche allorecchio dei calciatori, ma noi dobbiamo pensare a giocare e a vincere ».
Qual è la squadra che gioca il miglior calcio in Europa?
«Il Barcellona. Con tutti quei fuoriclasse è spettacolare».