Altre 06/01/2009 19:22

Moggi e il processo Gea: carte in tavola

La Gea è saltata per aria ed è stata soppiantata da nuovi consorzi, come insegna la legge della giungla. Moggi è tutt’altro che un santo o un martire, ma neppure quel mostro spietato che la pubblica accusa ha tratteggiato. In una guerra per bande, come è da anni il calcio mercato, sono molti i mezzi che giustificano il fine, a maggior ragione se corredati da soffiate ai giornalisti amici. Nessuno meglio di noi, quando viene titillato, sa creare l’atmosfera. Aver costruito una fortissima è un’aggravante e non un’attenuante, soprattutto in relazione al modo in cui l’ex ha gestito i rapporti con i designatori e gli arbitri, fermo restando che San Dulli, con le sue sentenze a capocchia, ha scavato un fosso troppo profondo tra la e le altre, tra Moggi e gli altri. Pesa Arbitropoli, non Geapoli, le cui sanzioni - per le testimonianze rese e le prove emerse - avrebbero dovuto essere esclusivamente sportive.