Altre 28/11/2008 09:06
Niente veline, tatuaggi e tv: ecco Brighi, l'anti-calciatore

Per questo oggi non ha voluto festeggiare, non è andato a pranzo fuori (come invece ha fatto Baptista dopo il gol nel derby), non è andato in giro per la città a vedere la reazione della gente perché non rientra nel suo carattere, silenzioso e riservato. «Visto? Ora segno anche». Un sms al suo procuratore subito dopo la partita e niente di più. Questo è Matteo Brighi. «Un grande uomo», come ha detto Totti ieri sera.
L'apprezzamento più gradito dal centrocampista che ci tiene ad essere apprezzato dal punto di vista umano prima che calcistico. Dai suoi compagni, così come dagli amici e soprattutto dalle donne. Non vuole veline, attrici o modelle. Single, cerca una ragazza che noti l'uomo e non il professionista. E per ora evidentemente non l'ha trovata. A Roma ormai è uno dei single più richiesti, ma lui non cede facilmente. Non è calciatore neanche in questo. Non gli si può chiedere una sovraesposizione mediatica, né di coinvolgere la sua famiglia (oggi ha chiesto ad una troupe tv di non intervistare i genitori). Riminese, secondo di quattro fratelli tutti maschi, è cresciuto nell'oratorio sotto l'ala protettrice di Don Oreste Benzi (fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII, scomparso nel novembre del 2007), ha fatto lo scout, ha sognato di diventare maestro elementare ed ha un rammarico: non aver preso una laurea, magari in sociologia. Non ha mai avuto abbastanza tempo, racconta, e non riesce a perdonarselo.
Ha un diploma di ragioneria e per prenderlo ha rifiutato la Juventus a 17 anni («Se la merito adesso vorrà dire che saprò meritarla anche quando avrò preso il diploma», ha risposto a quei tempi. E così è stato). Gioca alla play station come i ragazzi della sua età e molti dei suoi compagni di squadra, ma legge anche molto, non ha tatuaggi e gli piace il cinema, magari film impegnativi. Chi lo conosce bene lo descrive come il marito che tutti i padri vorrebbero per le loro figlie.