Altre 25/11/2008 18:56

Corti,aggressivi e con problemi di ... abbondanza

autorevole e indiscutibile e i parametri di riferimento

con cui da anni ormai in questa rubrica si analizzano

le partite si riassestano su livelli di lettura immediatamente

comprensibile. Due dati su tutti: guardate su quanti metri

s’è disposta la Roma e il rapporto con la collocazione del baricentro:

39,1 metri la lunghezza, 55,6 metri il baricentro.

Squadra cortissima e molto offensiva. Alla fine della lunga ricerca,

insomma, Spalletti è riuscito ad arrivare all’obiettivo

che per troppe settimane gli era sfuggito: quello di presentare

una squadra compatta ed equilibrata, abbastanza tecnica

da spaventare gli avversari ad ogni possesso palla, sicuramente

tonica per resistere ad ogni offensiva, decisamente compatta

per ridurre le possibilità agli avversari, indubbiamente

mai passiva. Rileggete quel parametro, 39,1 e 55,6: è il più bel

voto all’organizzazione tattica di una squadra. Onore a Spalletti,

dunque, che ha saputo rimediare ad errori volontari ed

involontari, ad errori della società e a certe controversie del

destino: questa è la strada per riprendersi il futuro.

Restano ovviamente da capire alcuni aspetti: intanto,

quanto ha inciso sulla eccellente prestazione della Roma l’apparente

debolezza del Lecce? Quanto la ritrovata forma dei

giocatori? Quanto la sicurezza di una coppia centrale di difesa

finalmente solida? Quanto la presenza di ? Quanto il


sistema di gioco? Di tutto un po’ ovviamente e visto che non

è possibile stabilire con esattezza scientifica come vadano ripartite

le diverse percentuali d’incidenza, ognuno dia il valore

che ritiene più adeguato. Quel che è sicuro è che non può

essere un caso se la Roma ha ritrovato la sua solidità proprio

nel momento in cui e gli altri giocatori più importanti


sono tornati a disposizione in buono stato di forma e quando

Spalletti ha scelto un altro sistema di gioco. Il fatto è che fin

qui si è perso sin troppo tempo e ora rischia di essere tardi per

raggiungere qualche obiettivo. Per lo scudetto lo è di sicuro.

Tra gli indubbi protagonisti di questa fase di stagione ci

sono giocatori fondamentali, a conferma che nel calcio per

quanto si parli spesso di tattiche, di fattori atletici, cabalistici

e persino dei rapporti tra allenatore e protagonisti, alla fine la

cosa che conta di più è la qualità di chi va in campo. E in questo

momento a far la differenza sono stati, più di altri, i centrali

Mexes e Juan, i centrocampisti e Brighi, gli attaccanti


e Vucinic. Semmai desta curiosità, adesso, capire


in quale direzione evolveranno le scelte di Spalletti, ora

che sono tornati praticamente a disposizione tutti i titolari,

sin dalla sfida di domani in Romania. Seguendo il filo della logica,

infatti, si potrebbe pensare che mentre alcune maglie

sono sicuramente assegnate, per tre di esse ci sarà un affollamento

di sei candidati. Perché di sicuro Doni è il titolare della

porta e in difesa giocheranno sicuramente in quattro (Cassetti

o Cicinho a destra, a sinistra Tonetto se ha smaltito la febbre,

in mezzo Mexes e Juan), poi è ovvio che davanti alla difesa

ci sarà e che in attacco giocheranno e Vucinic,


intoccabili per l’incisività che garantiscono. Restano

dunque da assegnare le caselle che corrispondono ai

tre/quarti del rombo, per i ruoli di interno e sinistro e


di trequartista: a competere sono Brighi, Perrotta, Pizarro,

Taddei, Aquilani e Julio Baptista. La Bestia è anche la prima

alternativa a , così come Menez è la prima riserva di Vucinic.


Difficile indovinare già adesso le scelte di Spalletti che presumibilmente

cambieranno a seconda dell’avversario e del tipo

di partita che si prospetta. A voler fare delle ipotesi si potrebbe

pensare che togliere Brighi oggi sembra una scelta

sconsiderata e che difficilmente il tecnico si priva di Pizarro

se non c’è connesso qualche rischio muscolare, come è accaduto

a Lecce. E tornando il cileno, presumibilmente da trequartista,

è difficile che tocchi ancora a Baptista. Così per l’altro

ruolo restano tre candidati: Perrotta, Taddei e Aquilani.

Giocherà chi sta meglio. Sono i classici problemi di abbondanza:

bentornati.