Altre 28/11/2008 20:28

Botte per uno, Totti per tutti

li ha fatti viola parecchie volte. Francesco

è tornato, è di nuovo il capitano,


è di nuovo goleador, è di nuovo lui e vuol far piangere

Mutu dopo i tanti flirt estivi via sms. Sia

chiaro, si parlava solo di calciomercato. Si diceva,

è tornato. In realtà non è mai andato via, è bene

ricordarlo ai denigratori, che dopo il derby lo

avevano giudicato come «un giocatore finito che

dovrebbe fermarsi, perché così fa pietà a se stesso

Affermazioni che lasciano il tempo che trovano,

peraltro pure sbagliate perché, se si va a vedere

la zuccata di Baptista, c’è anche lì il suo indelebile

marchio (cross pennellato sulla testa del

brasiliano). Il solito chiacchiericcio via etere, per

fortuna, stavolta, non di matrice romanista.



GOL E NUMERI

Dopo aver incantato l’Europa

con l’ennesima gemma, Francesco vuol confermarsi

contro la , che qui all’Olimpico


ha già punito sei volte in carriera, mentre lì al

Franchi mai. C’è tempo. Intanto, a Cluj si è confermato

bomber e tiratore scelto di punizioni.

L’ultima rete realizzata da calcio da fermo, in ordine

di tempo, l’aveva messa dentro a Cagliari il

29 marzo 2008. Da ricordare è pure quella battuta

in casa contro il Livorno il 19 aprile 2008,

che non realizzò, ma che nella caduta gli procurò

l’infortunio al legamento del ginocchio. In

, invece, è stata la sua prima realizzazione


dalla distanza, se non consideriamo quella

di Leverkusen del 2004, che passò tra una selva

di gambe e di tocchi dei difensori avversari. La

Uefa non gliel’ha mai assegnata, per questo a oggi

il suo score nelle coppe recita 22 gol (10 in Uefa

e 12 in ). L’ultimo gol messo


a segno nella massima competizione europea,

invece, risale a Roma-Dinamo Kiev del 19 settembre

2007, salvo poi doversi fermare a lungo

per uno stop al collo del piede prima e al ginocchio

poi.



CAPITANO CORAGGIOSO

Acqua passata, il peggio è alle spalle come ha confermato lui stesso

dopo la sfida vinta in Romania: «Ora sto bene.

L’infortunio fa parte del passato. Ho segnato un

gran bel gol anche per chi mi critica. Continuassero

pure a parlare sul mio conto, tanto più ne

dicono e più segno». Messaggio chiarissimo di

chi vuol riprendersi tutto e di chi non accetta ingiustizie.

Se ne è accorto pure il romeno Trinca

che, prima di aver attentato all’incolumità di

Marco Cassetti, si è ritrovato preso per il collo

(letteralmente...) da quel genio con la maglia numero

dieci, contrariato (eufemismo) per l’entrata

criminale. Un gesto da leader vero, che ha ricordato

i “capannelli” del Nela dei bei tempi, ma

anche del capitano coraggioso che abbiamo apprezzato

da queste parti. Per esempio, quando

col Perugia, nell’anno dello scudetto, andò a

rimproverare la curva per la contestazione ad

Antonioli, colpevole qualche minuto prima di

una papera in area di rigore su Saudati. Ma anche

quando a Siena, in una partita di coppa Italia,

si prese la briga di andare a calmare il settore

giallorosso che lanciava fumogeni. Senza dimenticare

la sua presenza a bordo campo nel

derby del 26 febbraio 2006, quello del record e

del popopopo’, quando i cugini ebbero il coraggio

di dire che non poteva stare lì, seduto vicino

alle panchine in compagnia di Bruno Conti e Vito

Scala. Cose che... .