Mercato 25/03/2009 11:56

Clamoroso scambio Prandelli-Spalletti


Luciano Spalletti, che ha mancato per un rigore la qualificazione ai quarti di , fatica a riagganciare l’Europa dopo la pessima partenza: cinque sono attualmente i punti di distacco dal quarto posto del
. Ma ciò che pesa sul suo futuro è la dicotomia con di cui non condivide né il ruolo di leader né la posizione in campo. Un malessere vecchio di mesi. Altrimenti il tecnico di Certaldo non avrebbe pensato lo scorso giugno di lasciare la Roma e addirittura di passare un anno sabbatico. Poi ci ha ripensato. Ma i problemi sono rimasti. A suo parere il capitano non è più in grado di essere il terminale dell’attacco per via dell’età e soprattutto degli acciacchi. Meglio che giochi da seconda punta, come fece benissimo al Mondiale vinto in Germania. Lui avrebbe voluto un centravanti vero, invece ha ricevuto in sorte dalla società due trequartisti come Menez e Baptista. In una recente intervista ha detto: « al centro del nuovo progetto? Dovremo parlarne». Solo in un secondo momento ha corretto il tiro augurandosi di avere il
in grande spolvero. Di sicuro però non vuole sentirsi ostaggio di situazioni predeterminate al momento di impostare modulo e formazione. Ecco perché a fine campionato potrebbe salutare la Capitale e incrociare il suo destino con quello di Prandelli.


Il tecnico viola, benché si trovi ad appena due lunghezze dai preliminari di , fatica a ripetere le tre stagioni precedenti. Dove la sua
, punti alla mano, è sempre rientrata fra le prime quattro della classifica. In più ha mancato, anche lui alla lotteria dei rigori, l’accesso all’ultima finale di Coppa Uefa. Bene, benissimo, direte. Ma quest’anno il gioco latita.


In più occasioni i viola hanno dovuto ringraziare Santo Frey per i miracoli compiuti. A centrocampo la squadra è vulnerabile. Il suo modulo non è pienamente condiviso dai tifosi viola, e non solo, che lo criticano di soppiatto. Gli vogliono troppo bene per alzare la voce. È però evidente che il tecnico non ha sfruttato appieno i rinforzi arrivati da una campagna acquisti costata 50 milioni. È come se la macchina si fosse inceppata, forse per usura. Niente vieta, in definitiva, che lui e Spalletti si scambino le panchine. Potrebbero essere contenti tutti fino a prova contraria.