La penna degli Altri 21/05/2013 10:57

Senza pace



Giornata aperta dall’agguato subìto nella notte di domenica dal Milan alla stazione di Campo di Marte di Firenze da parte di un gruppo di tifosi viola, in cui non sono mancati insulti razzisti all’indirizzo di Mario. A chiudere il campionato c’è ancora il suo uomo copertina, nel bene come nel male: suo il rigore che aveva rimesso in partita il Milan a Siena lanciandolo verso la .
Suo il volto “sfregiato” dalla discriminazione per il colore della pelle negli stadi e non solo. Balotelli che divide la critica con i suoi atteggiamenti, Balotelli che in campo diventa il nemico da sconfiggere con qualunque arma e con qualunque mezzo. Aveva detto di essere pronto a lasciare il campo qualora fossero proseguiti quei “buu” insopportabili nei suoi confronti.



A lasciare lo stadio saranno invece quei tifosi idioti che continuano a fare uso dell’insulto razzista per offendere l’avversario, anche quando si trova a 200 chilometri di distanza. La sentenza del giudice Tosel stavolta non ha lasciato dubbi: una fetta di stadio chiuso per punire la «pervicace recidività» di «discriminazioni razziali». E in caso di nuova recidiva, chiuderà l’intero stadio. La prima conseguenza della durissima presa di posizione di Blatter nei confronti del calcio italiano, dopo i “buu” rivolti proprio a Balotelli una settimana fa.



Grave però che sia servito attendere l’ultima giornata, mentre per tutta la stagione gli episodi di intolleranza sono stati sanzionati con ammende. Anche se ripetuti, come nel caso dei tifosi juventini (9 episodi, più di tutti) o interisti. Il Milan di Balotelli aveva preso una posizione forte contro il razzismo indossando maglie apposite. La Roma aveva fatto altrettanto, domenica all’Olimpico e prima, definendoli «comportamenti totalmente inaccettabili da parte di qualsiasi tifoso, compresi i nostri». Non è bastato: come non è bastata la presenza di Marquinhos per tutto il primo tempo in quella stessa curva che di lì a poco avrebbe ripreso a ululare contro Mario.