La penna degli Altri 24/11/2012 10:13
Dentro Pescara cè tanto Zeman
ABITUDINI - La sua avventura pescarese è cominciata bene ogni mattina, quando dopo il caffè si affacciava dal terzo piano della sua casa sulla riviera nord, Lungomare Matteotti, e vedeva persone di ogni età dedicarsi allo jogging con dietro uno sfondo azzurro, declinato in ogni totalità, fino all'intersecarsi dell'orizzonte tra mare e cielo. «
In questa città corrono tutti e pure gratis », disse una volta ai suoi giocatori, «
a maggior ragione dovete farlo voi che siete pagati ». Insigne, Immobile e Verratti si guardarono terrorizzati, solo dopo capirono.
Ogni giorno lo stesso rito. Sigaretta in bocca, al volante della sua Citroen C4 nera, direzione Città Sant'Angelo: dieci chilometri di strada in direzione nord sul lungomare fino allo svincolo autostradale, poi si va a scollinare verso l'interno, strada facile facile fino al Poggio degli Ulivi, la sua seconda casa. E qui, in un crescendo rossiniano di entusiasmo, man mano che il suo Pescara comincia a diventare irresistibile(...). La moglie Chiara, che abita a Roma, lo raggiunge il sabato precedente alle partite casalinghe, insieme ai figli Karel e Andrea, gli prepara i sughi per la settimana. Zdenek spesso li dimentica nel frigorifero e va fuori per l'immancabile seduta conviviale. Il suo ristorante preferito è da "Franco", specialità pesce, locale elegante e cordiale, incastonato nell'incantevole Porto Turistico, in via Papa Giovanni XXIII. Ma non disdegna il resto. (...). Il tutto mentre può ripassare i suoi schemi dal momento che il titolare ha fatto stampigliare su tutti i tovaglioli la scritta "4-3-3" (...)
DAL DOLORE AL SOLLIEVO - Di quel periodo si ricorda uno Zeman armato di pala che cerca di liberare il campo di allenamento. E dire che in questo angolo dell'Adriatico la temperatura è quasi sempre mite, incredibile come per quasi un mese la città sia rimasta paralizzata dai cristalli ghiacciati del blizzard. Poi, una primavera per nulla dolce, anzi maledetta. L'improvvisa morte di Franco Mancini, che il boemo considerava un figlio, due settimane dopo la disgrazia di Morosini durante Pescara-Livorno allo stadio Adriatico. Zeman è devastato dal dolore, ma riesce a reagire. Parla di meno, ha perso il sorriso, trova un po' di sollievo solo sul campo da golf. E' quello di Miglianico, venti chilometri a sud-ovest della città, in Contrada Cerreto 58, è proprio un gioiellino. A volte si confronta con gli imprenditori Mario Dragonetti e Marco Tuccella, handicap 16 come lui, vince anche un torneo. Ma se la spassa veramente solo quando sfida il suo vice, Vincenzo Cangelosi, che da fedele e silenzioso scudiero, si trasforma sul green in un irascibile e rissoso sparring partner. Il fatto è che il "maestro" è troppo forte per lui. (...)
LA GRANDE FESTA - L'ultima volta che è stato visto in giro per la città si trovava su un pullman scoperto con 100mila tifosi che lo osannavo e lo imploravano di restare. Non poteva, di fronte al richiamo irresistibile della Roma. Qualcuno se lè presa a male, altri hanno capito, ma Zeman a Pescara sarà sempre di casa. Due settimane fa, proprio il giorno dopo la sconfitta nel derby, un altro richiamo irresistibile: gli arrosticini di Giacomino a Villa Celiera, nella provincia, 30 chilometri da Pescara, insieme al presidente Daniele Sebastiani. Giurano di aver parlato di tutto tranne che di calcio. (...)