La penna degli Altri 10/10/2012 12:31

Mai dire mai, e alla fine arriva il gol

Come nei libri gialli, le pagine più avvincenti sono le ultime, anche all’estero. Eppure in Germania solo il 18% delle reti arriva nel quarto d’ora conclusivo, chissà se per radici tecniche o antropologiche. In fondo, l’Italia è la terra dei Cesari e di Cesarini, il Renato oriundo che piegò l’Ungheria al fotofinish e si fece eponimo del minuto in cui alberga l’ultima speranza.

«Ma in Germania si gioca con ali vere, si punta subito a far gol, gli esterni si chiamano Robben o Ribery, qui facciamo passare per centrocampisti dei semplici terzini», spiega ancora Ballardini. «Com’è che diciamo? Primo, non prenderle. Pensiamo subito e poi, più avanti, a fare gol. Aggiungete che noi allenatori quando operiamo un cambio siamo più propensi a mettere forze fresche in attacco che in difesa, e questo spiega l’aumento dei gol nel finale, quando subentra la stanchezza».

Questione di testa: nel finale rimane poco da perdere e sboccia la voglia di rischiare. Questione di gambe: nel campionato che lancia pochi giovani e tutti in attacco, perché dietro serve l’esperienza, il gap di energie fra difensore e punta (spesso subentrata) aumenta strada facendo. Questione tattica: gli schemi con più attaccanti trovano spazio in corso d’opera.

Il fenomeno dell’incidenza crescente della zona Cesarini sulla fertilità è stato analizzato anche in una tesi di laurea in Scienze motorie a Milano. Un mese fa, in occasione delle gare di qualificazioni mondiali, l’allibratore Paddy Power ha rimborsato le scommesse perdenti in caso di gol realizzato negli ultimi 5 minuti. Una sorta di polizza contro le sorprese dell’ultima scena.