La penna degli Altri 14/02/2012 09:03

Luis Enrique: «Malissimo, ma ci rialzeremo»

E il rendimento continua ad essere altalenante. Si può accettare un cammino così? Luis Enrique parla di obiettivi: «Sì, perché dipende proprio dall’obiettivo che abbiamo. Il rendimento a singhiozzo ci può stare se il traguardo è un altro. In questo momento, evidentemente, se guardiamo troppo avanti andiamo in difficoltà. E allora continueremo a lavorare settimana dopo settimana, per ottenere il meglio. Dobbiamo pensare di partita in partita, non abbiamo la regolarità per pensare in prospettiva» . Ma, al di là di traguardi da raggiungere, la Roma ieri è stata davvero poca cosa, non in grado di creare pericoli seri e costanti al Siena: «Evidentemente non era la nostra giornata, troppi calciatori hanno giocato molto al di sotto del loro livello, ho visto tantissimi errori. La conseguenza è stata che il possesso non era lineare, e non siamo riusciti praticamente mai a verticalizzare. Anche se penso che non siamo stati inferiori al Siena»

 

ANALISI - Nel primo tempo però la Roma ha fatto davvero poco. Ha seguito le richieste del tecnico, attivando il consueto possesso in attesa di trovare la soluzione, l’imbucata giusta. Il problema è il solito però: la palla gira e rigira tra i piedi dei giallorossi ma gli avversari, nell’occasione il Siena, aspettano l’errore, ne approfittano e ripartono, rendendosi spesso pericolosi.
 
E il fulcro è proprio qui: la Roma gioca, gli altri hanno praticamente sempre due, tre, quattro occasioni nitide a partita. «Avevamo una grande occasione per fare un salto in classifica, siamo ancora lontani dall’avere continuità. E’ stato un Siena bravo un difesa, ha chiuso ogni nostra possibilità. All’inizio avevo visto un atteggiamento adeguato, la voglia giusta, ma dopo il rigore abbiamo accusato troppo. E comunque abbiamo portato sempre tanti dei nostri in area avversaria, ma il Siena è stato bravo a difendersi. La partita l’abbiamo persa per i rigore, che ha inciso tantissimo» . Di singoli, come sempre, non si parla: «No, perché siamo una squadra. Una volta sbaglia uno, una volta un altro. Ma non possiamo pensare ai diversi giocatori, dobbiamo ragionare da squadra. Kjaer attaccante? Soluzione che non mi piace, da ultimi cinque minuti. E quando l’abbiamo fatta non abbiamo crossato...»

 

RIPRESA - Nel secondo tempo poi, una innocua reazione, più riconducibile a motivi di orgoglio. Ma per il resto poco ordine, poche idee. Perché come spesso già accaduto in passato, una volta passata in svantaggio la Roma dà la sensazione di perdersi d’animo, di non credere più di tanto alla rimonta. Limite, forse, di personalità, di una squadra giovane che se si trova in vantaggio è capace anche di grandi cose sulle ali dell’entusiasmo, ma in caso contrario fa un’enorme fatica a ritrovare il bandolo. «E’ mancata un po’ di cattiveria, ma siamo stati in difficoltà durante tutta la partita, non solo dopo il loro vantaggio. Avere il pallone non vuol dire che dobbiamo rischiare. La mentalità è offensiva, ma poi l'interpretazione è dei giocatori. Non è una scienza esatta, perché se facciamo dieci errori di cui comunque abbiamo parlato in settimana, provando a corregerli, poi la partita va male» . Ma Luis non molla: «La squadra ha una sua identità, ci rialzeremo. Alla fine vinceremo»