La penna degli Altri 17/07/2011 10:46
E' passione allo stato puro
Ci pensa lentusiasmo di Verre e Caprari, che per rincorrere un pallone cade sulla pista datletica. Ci pensa Daniele De Rossi, che quando corre sotto alla tribunetta dove sono sistemati i tifosi è subito ovazione. Pura. Passione allo stato puro, o allo "stadio puro" per citare lo slogan della campagna abbonamenti della Roma. Quella che tanto sta facendo parlare: a Roma, dove il responsabile della biglietteria giallorossa, Carlo Feliziani, ha ribadito che «non cè stato nessun permesso del Viminale per concedere di abbonarsi anche ai non tesserati », ma pure a Bologna, dove la società pensa di replicare liniziativa giallorossa, e a Riscone. Anche e soprattutto a Riscone, dove fin dalla mattina compare lo striscione: «No alla tessera del tifoso »
. Si canta anche. Lo scorso anno prevaleva la rabbia, questanno la speranza che le cose possano cambiare. In molti si abboneranno, qualcun altro chiede informazioni per capire meglio, si leggono i giornali per cercare notizie. «È una meravigliosa sorpresa», fa qualcuno di prima mattina. Cè il sole sul campo di allenamento della Roma: i tifosi sono tutti in abbigliamento estivo, i bambini cercano autografi - quelli più grandi - oppure cercano di capire cosa sta succedendo. Cè Emma, dieci mesi, occhi azzurri come il cielo e una mamma che viene da Livorno: «Anche il papà - racconta a due passi dallarea stampa, proprio mentre Luis Enrique mostra un video ai suoi giocatori - è livornese, di scoglio. Ma è tifoso della Roma da sempre e quindi mi ha portato qui, con la scusa della vacanza in montagna che fa bene alla bambina». Non ha avuto bisogno di scuse Laura, 26 anni, di Macerata, di professione operatrice turistica. La sua è una storia quasi surreale: anni fa si è innamorata di Nicolas Burdisso e da quel momento lo segue ovunque. Andava a Milano a vederlo, adesso che è a Roma fa lo stesso. Indossa un braccialetto dellArgentina al polso, gli scrive lettere di auguri per i compleanni dei figli, è andata persino a trovarlo a Trigoria: «Era il 17 marzo, lui mi ha riconosciuta e mi ha permesso di entrare. Mi ha promesso la maglia, la sto aspettando». Una storia damore, sembrerebbe. Se non fosse che a Riscone di Nicolas non cè traccia: «Lo so - ammette - ma ormai avevo deciso di venire e quindi, anche se lui è in Coppa America mi faccio qualche giorno qui. Per ora da sola, poi mi raggiungeranno mamma e zia».
Di storie come la sua ce ne sono a centinaia. Cè Fabio, ad esempio, che vive a Londra e che ha portato la fidanzata a Riscone: «È la nostra prima vacanza. Se non me lascia sta volta...». Difficilebiasimarlo, cosìcomeparedifficilebiasimaretuttiquei tifosi delusi dal fatto che cè poco spazio per gli autografi dei giocatori. «Per fortuna - dice qualcuno - che Luis Enrique si ferma sempre con noi». E infatti gli applausi più forti sono per lui. Che ormai, da queste parti, è già per tutti Lucho. Anzi, er sor Lucho. Che quando entra in campo è concentratissimo ma poi, quando i tifosi lo cercano, rispondeagliapplausi. Sembraquasichiamarli. Manonèruffianeria. Lui è fatto così. Quando sale in sala stampa per sistemare le sedie in vista della proiezione video, viene fermato da alcuni tifosi. Si ferma, sorride, si mette in posa. In sottofondo cè la musica di Renato Zero che canta "Mi Vendo", qualche tifoso non gradisce. Lui si toglie anche gli inseparabili occhiali da sole. Ringrazia e torna al lavoro. E qualcuno commenta: «A noi va bene così. Limportante èchefacorreegiocabenelasquadra. Perlefotocèsempretempo».