Esclusive 05/10/2022 19:22
Stadio Roma: tutti gli step dopo la consegna dello studio di fattibilità
LR24 (FERNANDO MAGLIARO) - Ci vorrà ancora qualche giorno, probabilmente fino almeno a tutta questa settimana, prima che dall’Assessorato all’Urbanistica del Comune partano le convocazioni agli uffici per far partire la Conferenza di servizi preliminare che dovrà esaminare il progetto Stadio della Roma di Pietralata il cui studio di fattibilità è stato presentato lunedì mattina al sindaco, Roberto Gualtieri, dall’ad giallorosso, Pietro Berardi.
LA PREPARAZIONE DELLA CONFERENZA DI SERVIZI PRELIMINARE
In queste ultime ore, gli uffici di viale del Turismo stanno esaminando il dossier - due faldoni, relazioni e alcune tavole - per capire chi, del Comune, dovrà essere chiamato a valutarlo sotto il coordinamento del direttore del Dipartimento Urbanistica, Gianni Gianfrancesco. Si seguirà la stessa procedura ideata per Tor di Valle da Giovanni Caudo (allora assessore all’Urbanistica della Giunta Marino): creazione di un gruppo di lavoro dedicato e ristretto che riunisca i principali vertici dei Dipartimenti capitolini interessati. Quindi, Urbanistica a parte, al tavolo saranno chiamati i direttori dei Dipartimenti Mobilità (Antonello Fatello), Lavori pubblici (Ernesto Dello Vicario), Patrimonio (Tommaso Antonucci), Ambiente (Giuseppe Sorrentino), Attività produttive (Francesco Paciello), e Sport (Patrizia Del Vecchio). Rispetto a Tor di Valle, l’aggiunta sarà duplice: il Patrimonio, chiamato in causa perché le aree su cui dovrebbe sorgere lo Stadio sono di proprietà pubblica, e lo Sport, essendo previsto un playground dove troveranno spazio campi per attività sportive. Ovviamente, se il progetto sarà approvato (a parte le prescrizioni) l’iter per arrivare al voto sul pubblico interesse prevederà che a ciascun dipartimento faccia fronte l’omologa Commissione consiliare che dovrà rilasciare il proprio parere. Anche sotto la Raggi era rimasto sostanzialmente in vigore questo strumento di lavoro solo che era stato posto alle dirette dipendenze del vicedirettore generale del Comune di area Urbanistica e Lavori pubblici, Roberto Botta, che, con Gualtieri, è però recentemente stato trasferito alla struttura dedicata al Giubileo e il cui incarico non è ancora stato riassegnato ad altri. Tuttavia, è possibile che, in aggiunta ai direttori di Dipartimento, venga convocata anche la vicedirettrice generale dell’area Cultura e Sport, Cinzia Esposito. Per cui, ad esaminare il nuovo progetto si ritroverebbero i due direttori apicali dell’Urbanistica che hanno lavorato a Tor di Valle: Fatello con Caudo fino all’approvazione del pubblico interesse del 2014 e la Esposito, arrivata a guidare l’Urbanistica alcune settimane dopo l’addio di Paolo Berdini all’Assessorato, e che aveva condotto le trattative prima fino alla redazione del testo della Convenzione mai sottoscritta e poi alla revoca della Delibera di pubblico interesse.
LA CONFERENZA: COMPITI E TEMPI
La normativa ancora vigente - la legge 147/2013, esattamente la stessa di Tor di Valle - prevede che, dal giorno del deposito del progetto, quindi da lunedì 3 ottobre, il Comune debba convocare la Conferenza di Servizi “preliminare”. Cioè un organismo che raccolga intorno allo stesso tavolo tutti quei soggetti che, in qualche modo, sono interessati al progetto. Da un punto di vista amministrativo, quindi, sono il Comune, la Città Metropolitana, la Regione e lo Stato. Ciascuno di essi con le sue articolazioni: per Regione, Comune e Città Metropolitana sono i vari dipartimenti e alcune delle società partecipate e controllate come Acea, Atac, Cotral, Asl e Azienda ospedaliera Sandro Pertini. Per lo Stato, i Ministeri dell’Interno coinvolti come Prefettura, Questura e Comando dei Vigili del Fuoco, delle Infrastrutture per la Mobilità, della Cultura, con la Soprintendenza. Ciascun ufficio si ciascun Ente dovrà esaminare il progetto per gli aspetti che lo riguardano direttamente e rispondere a due domande: la prima, se esiste per quell’ufficio una ragione ostativa insormontabile che richieda la bocciatura del progetto. Oppure, secondo quesito, se non esiste questa ragione ostativa, quali sono le prescrizioni che quell’ufficio prevede di assegnare al proponente per concedere ill via libera al progetto definitivo. Tutte queste operazioni si devono concludere entro 90 giorni. Che, in questo caso, scadono esattamente il 1 gennaio. Va ricordato che la Conferenza ha la possibilità di chiedere una sola volta una sospensione dei termini a fronte della richiesta ai proponenti di presentare integrazioni documentali.
IL PUBBLICO INTERESSE
Conclusi (si spera positivamente) i lavori della Conferenza di Servizi, parte l’iter per arrivare alla delibera di pubblico interesse. Il verbale della Conferenza viene fatto proprio dalla Giunta con una propria delibera che poi viene portata per i pareri al Municipio IV e a tutte le Commissioni a specchio rispetto ai Dipartimenti chiamati ad esaminare il progetto. Incassati tutti questi pareri, con o senza prescrizioni, la Giunta porta il tutto al voto in Consiglio comunale.
RAFFRONTO CON TOR DI VALLE
All’epoca di Tor di Valle, Eurnova depositò lo studio di fattibilità il 29 maggio 2014. Il 31 luglio si insediò la Conferenza di Servizi preliminare i cui lavori (con interruzione per consegna di integrazione documentale) si conclusero il 4 settembre 2014 con immediata delibera di Giunta e, quindi, con l’inizio dell’iter per il pubblico interesse. A fine settembre i Municipi IX e XI, entrambi interessati, avevano già espresso parere favorevole. Solo che il voto arrivò il 22 dicembre di quell’anno, rimanendo il testo in un paio di mesi di limbo anche a causa delle tensioni interne alla maggioranza Dem che sosteneva Ignazio Marino.
QUEL CHE SAPPIAMO OGGI
65mila posti è la novità principale. Saranno 61mila di base con altri 4mila posti utilizzabili in speciali occasioni. E l’obiettivo (ambizione di cui parleremo dopo) è quello di aprire per il centenario, cioè giugno 2027. Curva Sud più o meno “sovrapponibile” all’attuale come dimensioni per cui più o meno ciascun abbonato dovrebbe ritrovare lo stesso posto dell’Olimpico a Pietralata. E Sud è l’unico nome che la Roma ha fatto trapelare fra quelli dei vari settori. Da metà a due terzi degli spettatori dovrebbero arrivare con i mezzi di trasporto pubblico (sempre se Atac uscirà dallo stato comatoso in cui l’hanno ridotta gli ultimi sindaci) visto che si contano la fermata Quintiliani della metro B a meno di 400 metri dal catino dello stadio. La fermata Tiburtina Fs di metro B a circa 6-700 metri e distanza analoga per la stazione Tiburtina dove arrivano i treni alta velocità, quelli regionali e quelli da e per Fiumicino Aeroporto (che attraversano praticamente tutta la città). La fermata Bologna (metro B/B1) è distante 1 km e 200 metri dal catino dello Stadio, andando a piedi. Due ponti ciclopedonali previsti nella versione light del progetto, quella presentata a fine aprile scorso (e da confermare in questa): uno di scavalco della ferrovia da via Livorno e uno dall’uscita lato Pietralata della Stazione Tiburtina. Questa forte predominanza del trasporto pubblico e la piantumazione di 3mila nuovi alberi, molti dei quali ad alto fusto con la funzione di barriera fonoassorbente rispetto all’antistante Ospedale Sandro Pertini, dovrebbero fare di Pietralata uno stadio assolutamente green.
LE INCOGNITE: I TEMPI
E qui arriviamo all’ambizione. Aprire da giugno 2027 è possibile ma tutt’altro che facile: la prima incognita è data dal tempo che sarà necessario alla Roma, incassato il pubblico interesse dopo questo primo step, per redigere il progetto definitivo. Per Tor di Valle fu necessario un anno e mezzo. Qui, forse servirà meno tempo vista la quantità decisamente ridotta di progetti da presentare.
IL PROBLEMA DELLE AREE ESPROPRIATE
Secondo interrogativo: gli eventuali ricorsi dei vecchi possessori delle aree. Com’è noto, il quadrante di Pietralata era quello sul quale, a partire dalla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso, lo Stato aveva deciso di realizzare una specie di città di uffici e ministeri, nota come il Sistema Direzionale Orientale o SDO. Quindi erano iniziate le procedure per espropriare i terreni. Procedure che si sono trascinate per decenni e che dovrebbero essere più o meno tutte terminate negli anni ’90. Ora, semplificando, la normativa dice che chi espropria ha 10 anni di tempo dalla conclusione dell’esproprio per costruire l’edificio per il quale si è ricorsi all’esproprio. Altra cosa: non si può cambiare la destinazione d’uso di un terreno espropriato. Quindi, in soldoni se ti ho espropriato per farci un Ministero non posso poi decidere di farci uno Stadio. Se avviene che dopo 10 anni non si è ancora realizzato l’oggetto che ha causato l’esproprio o si cambia la destinazione d’uso è facoltà del vecchio proprietario chiedere indietro al Tribunale le aree espropriate, la cosiddetta “retrocessione”. Questo renderebbe Pietralata un sito dove non si potrebbe costruire nulla se non lo SDO. Secondo gli uffici comunali e anche secondo la Roma, però, esistono delle vie d’uscita che rendono meno “capestro” queste norme. La prima questione è il trascorrere del tempo. Lo SDO non è mai stato costruito nei 10 anni previsti e dalla scadenza di questi 10 ne sono passati altri 20 (abbondanti) per cui i vecchi proprietari avrebbero perso il diritto a chiedere indietro le aree. Inoltre, la dichiarazione di pubblico interesse all’opera la renderebbe appunto, opera di interesse pubblico. L’incognita però è che eventuali riscorsi potrebbero comunque far perdere tempo alla Roma. Ultima incognita da non sottovalutare: il pubblico. Abbiamo già visto con Tor di Valle come sia difficile e frustrante trattare con gli uffici pubblici: archeologia, paesaggi, comitati vari e la politica possono contribuire a far perdere settimane, mesi e anni. Fino a che un progetto viene stravolto e reso completamente da buttare.