Esclusive 01/11/2012 09:51

Roma affondata



Al Tardini sembra un film già visto, fotocopia di quanto accaduto tre giorni addietro all'Olimpico contro l'Udinese. La Roma parte fortissimo, va a segno con l'ennesima perla di Lamela (sesto gol stagionale terzo consecutivo) e sembra aver la pratica in tasca. Ma anche stavolta dura venti minuti, poi il vigore si trasforma in timore, la squadra si allunga a dismisura e gli spazi diventano enormi. Il Parma non si tira indietro ci si infila a capofitto e la Roma va in bambola. La squadra di Zeman difende a centrocampo e nelle ripartenze lì dietro si va sempre sotto e paga, puntualmente, carissimi tutti gli errori che commette. Il «buco» di un Dodò in evidente affanno spalanca la strada del pari firmato Belfodil (entrato al posto di Amauri con). Il pareggio colpisce la Roma e dà forza al Parma che percepisce la fragilità difensiva giallorossa che lì in mezzo, nonostante l'assenza dell'«imputato» Tachtsidis, continua ad avere un buco grosso così. Il raddoppio dei padroni di casa, su un campo che sembra di calcetto saponato, è solo questione di tempo e arriva (complice anche un po' di sfiga) poco prima dell'intervallo. Ancora Belfodil, stavolta in discesa sulla fascia destra, mette dentro un pallone che trova la Roma di nuovo scoperta. Due giocatori liberi in mezzo all'area non si possono lasciare e Parolo fa due a uno complice un pozzangherone traditore.



Il campo col passare dei minuti diventa un lago artificiale e non si può più giocare: per tutti tranne che per D'Amato. Così, tra un rimpallo, una carambola e un lancio nella pozzanghera di turno arriva il terzo gol del Parma: irregolare. Fuorigioco netto sull'avvio dell'azione che poi si concretizza col solito flipper davanti ai pali dell'incolpevole Goicoechea (entrato per Stekelenburg)e il tocco finale del 3-1 di Zaccardo. Finita? Macché, nel tutti contro tutti alla viva il parroco, la Roma prova a rimettere la testa in avanti fino al rigore che tiene vive le speranze. sul dal dischetto (sulla ribattuta) accorcia per i venti minuti finali della disperazione. Succede di tutto, tranne quello che serve alla Roma: quarta sconfitta, seconda consecutiva, un disastro. Zeman sul patibolo, altro che scherzetto: il boemo ora vede le streghe.