Esclusive 02/06/2012 11:24
Lì dove è nata Zemanlandia
Il Foggia ha dato a Zeman calore, soddisfazioni, fiducia. Lamore è così, un dare e un ricevere, ma senza tornaconto, gratuitamente. Non cè un solo tifoso foggiano, ancora oggi, cui al nome di Zeman non vengano le lacrime agli occhi, perché lui è come un Dio, ha lonnipotenza di fare e disfare, vincere e perdere, e in ogni caso sarà osannato.«Zeman è foggiano dadozione - dice Daniele Affatato, uno dei tifosi di spicco della Curva Sud della Zaccheria -. Tra lui e la tifoseria rossonera cè un rapporto damore ossessivo. Cè chi gli regalerebbe lappartamento o gli porterebbe la spesa a casa tutti i giorni!». Zeman abitava in Piazza Padre Pio, tutti giorni faceva colazione al bar Cocozza e leggeva il giornale. Chiunque passava di lì per vederlo e stringergli la mano (ancora oggi quel bar è il più frequentato della città). Amava la musica, era un eccellente direttore dorchestra quando coordinava il trio delle meraviglie Signori-Rambaudi-Baiano, e quando uno di loro segnava, lurlo dei tifosi era incontenibile, altro che musica...: Mosè che separa le acque del Nilo, un meteorite che cade sullo Zaccheria. I foggiani sono malati di Zeman. Prima di ogni partita giocata in casa, la squadra faceva rifornimento di zuccheri: non appena lallenatore si andava a sedere in panchina, il tifoso Fernando Iannucci gli passava una manciata di caramelle: «Prenda mister, le porteranno fortuna». Zeman ha sempre accettato sorridente quelle caramelle, e ha sempre vinto. Cè chi sostiene di avergli attaccato il vizio di fumare almeno tre pacchetti di sigarette durante la partita, di passare in bianco la notte prima della gara. Cè chi lo vedeva andare a fare la spesa con la moglie Chiara, un donna semplicissima, come lui. Un uomo autentico prima ancora che un allenatore. Non era strano vedere giocatori di serie A che si allenavano nel piazzale dello stadio in mezzo alla strada, tra le macchine e i bambini, quando loratorio San Ciro era impraticabile perché aveva piovuto; giocatori che si allenavano portando sacchi di sabbia salendo i gradoni dello Zaccheria, perché «se non cè qualità ci deve essere quantità».
I tifosi ricordano così: «Non giocavano a calcio, pattinavano. Ogni domenica era meglio di un cult al cinema. Diceva sempre che ai giocatori piace più attaccare che difendere, quindi li lasciava fare. Juve o Milan? si chiedevano i giornalisti: meglio il Foggia». Dopo aver rivoluzionato il calcio italiano con il Foggia e aver regalato ai tifosi sei stagioni indimenticabili, arrivando addirittura ad un passo dalla qualificazione alla Coppa Uefa, Zeman non ha rinnovato il contratto in seguito allarresto di Casillo. Ma a Foggia poi è tornato perché ha amato - e ama - quella città e il primo amore non si scorda mai. Zemanlandia nasce e rinasce a Foggia non per caso. Nasce lì dove si aveva la pazienza di aspettare e non la fretta di arrivare, ma a Foggia le cose sono cambiate. Non è nemmeno un caso che se Zeman fu lunico ad aspettare Casillo fuori da Poggioreale. «La prima cosa che ha fatto quando è ritornatoha detto il proprietario del noto bar- è stata venire qui a comprare le sigarette, almeno tre». Nella prima partita del Foggia della stagione 2010-11 cera uno striscione "Bentornato a casa Zdenek". Tutto era rimasto come lui lha lasciato: Casillo, il tifoso Iannuccio a regalargli caramelle, il campetto della parrocchia San Ciro, la città ambiziosa, la tifoseria in visibilio. «Alla presentazione di Zeman allAriston cerano cinqemila tifosi e tanti altri erano fuori davanti al maxischermo».
E Zeman ha continuato ad andare alla pizzeria Rugantino con la squadra dopo ogni partita, a svagarsi al Tennis club in Via del Mare, a praticare il suo calcio, ad entusiasmare a suon di gol. Gli abbonamenti da 1.800 sono diventati 3.800. Ha fatto registrare il miglior attacco con Lorenzo Insigne e Marco Sau. Ha portato il Foggia al sesto posto, ma non è bastato. Voleva la promozione (tutti la sognavano, la storia poteva ripetersi) così non è stato. Forse perché i rapporti col presidente non erano più idilliaci, forse per problemi economici, solo Zeman lo sa. O nessuno. Eppure i tifosi lo amano ancora: «Tutto gli era concesso per quello che ha dimostrato in passato- ha detto lallenatore uscente del Foggia Paolo Stringara-, gli sono state perdonate tutte le sconfitte, era il padrone qui. Per i foggiani è meglio di Mourinho». Il Foggia adesso rischia liscrizione al prossimo campionato della Lega Pro e la proprietà è in bilico. Zeman invece sta per riprendersi la sua Roma: se così sarà - e sarà così - nella Capitale potrebbe esserci qualche tifoso in più, perché chi ama davvero piange, ride, urla e segue il suo amore in caput mundi.