Esclusive 03/05/2012 10:32
Roma, l'ora della verità
Ma lasturiano non ha detto a nessuno che andrà via. Ieri ha diretto lallenamento regolarmente, senza discorsi fuori programma al gruppo, tantomeno al ds Sabatini. Baldini è volato a Londra, dove è sbarcato anche lad Pannes dagli States, ma il viaggio non ha nulla a che vedere con la questione-allenatore. Il dg in primis sta cercando di trattenere sulla barca Luis Enrique. Lo vede stanco, sfiduciato, pronto a farsi da parte perché non crede di meritare la conferma, ma Baldini la pensa esattamente al contrario e proverà a convincerlo fino allultimo. Martedì nel post-partita di Verona Sabatini ha spiegato i dubbi di Luis Enrique. «Sta pensando di andarsene? È un ragionamento mio, non riconducibile a nessuna sua dichiarazione, ma credo di sì: non sentendo il sostegno per se stesso, non sente di poterlo trasferire alla squadra e quindi non vuole mettere la Roma, squadra e società, in una situazione di squilibrio». Lo spagnolo effettivamente teme di essere diventato un elemento che attira negatività sui giocatori. «Il prossimo passo della società è quello di confrontarci con lui - prosegue il ds - e cercare di convincerlo. Luis Enrique è un ragazzo esageratamente onesto, deve decidere serenamente, non vogliamo pressarlo oltre misura, perché lui sa quello che è meglio per se stesso e per la sua famiglia. Noi vogliamo che lui rimanga, ma se così non sarà faremo altre scelte: cinque minuti dopo l'ultima partita di campionato cominceremo a progettare il futuro».
La caccia al successore non è partita. Ma una certezza da Trigoria arriva con fermezza: non sarà eventualmente Villas Boas lerede di Luis Enrique. Le notizie di un accordo con lo Special Two rimbalzate dal Portogallo sono prive di fondamento. Lex vice di Mourinho era uno dei candidati per la Roma la scorsa estate, si è pentito di aver accettato il Chelsea e lo ha detto anche a Baldini in una cena a Londra risalente a febbraio. Ma questo non significa che la Roma lo richiamerà. Tuttaltro. Se Lucho molla, la scelta ricadrebbe su un allenatore più integrato nella realtà italiana e comunque capace di proseguire nella ricerca di un calcio dattacco e spettacolare. Mai un Mazzarri, magari un Montella anche se il ritorno dellAeroplanino sarebbe un pericoloso ritorno sui propri passi. La Roma preferirebbe evitare il problema, tenendosi Luis Enrique. Anche nello spogliatoio la maggioranza sta con lui, a cominciare dai capitani Totti e De Rossi. «Io - ha spiegato il secondo a Verona - non devo più dire cosa penso dellallenatore, tocca agli altri. A calcio - sottolinea De Rossi - però si gioca anche senza Luis Enrique. Mandarlo via non significherebbe buttare tutto allaria: adesso c'è da vedere qual è il bene della Roma. Io un anno così lo avevo messo in preventivo, ma adesso basta. Il nostro problema? Non vinciamo mai» lanalisi amara di Capitan Futuro. «Me ne sono accorto, ho visto il tabellone a fine partita» il commento sarcastico di Luis Enrique. Ma il problema non è tra loro due, è molto più grande. E lo può risolvere nella sua testa soltanto lallenatore.