Esclusive 13/04/2012 10:06

Garanzia Totti

Il teorema, in fondo, è semplice semplice: la forma di sta alla Roma come la pozione magica ai Galli di Asterix e Obelix. Se il capitano è in palla tutto gira a meraviglia, se non è al meglio le conseguenze si riflettono su tutto il resto della compagnia. La concomitanza del ritorno al gol di , dopo un'astinenza durata 81 giorni, con quello (quasi) in pompa magna della Roma nella corsa al terzo posto non è affatto casuale. Così come non può essere un caso che la prima rete da tre punti nell'ultima mezz'ora di gioco dall'inizio di stagione, quella che ha piegato il fortino dell'Udinese e fatto esplodere l'Olimpico, sia stata firmata proprio dal capitano. I casi che non possono essere casi, però, non finiscono qui: c'è un dato che sentenzia che nelle dodici gare in cui è sceso in campo dal primo minuto insieme ad Osvaldo, l'altro alfiere delle voglie giallorosse di con 11 reti, la Roma ha fatto più punti (24, con una media di due a partita, contro i 26 raccolti nelle altre 20 partite) e c'è anche un capitano sempre presente in quelle che per la critica sono state indiscutibilmente le cinque migliori recite stagionali (a , a e contro Cesena, Inter e Udinese all'Olimpico) della «proposta» di Luis Enrique. Morale della favola: una coincidenza è una coincidenza, due coincidenze fanno una prova e tante prove, come nel caso di , fanno una certezza. Dalla Tottidipendenza, in fondo, non se ne esce. Anche per colpa dell'elisir di lunga vita calcistica del capitano, entranto insieme all'amico Del Piero nella tribù dei highlander del calcio. La Roma, se vuole ancora sperare di sentire la musichetta della , si è rassegnata a non guarirne anche per questo finale di stagione. L'uomo del sogno per le prossime sei «finali», insomma, sarà sempre . Quello con 267 reti all'attivo, che ieri si è goduto l'ennesima piccola grande rivincita della carriera, ha lavorato come da programma in palestra e ricevuto la visita, con tanto di una speciale maglietta giallorossa in regalo, di una delegazione dell'Unicef. Quello di sempre