Esclusive 05/09/2011 10:02

Sotto esame

È proprio vero: il rapporto con l’allenatore è il minore dei problemi per il capitano. Certo, non ha gradito la sua gestione nella doppia sfida con lo Slovan ma ha capito come ragiona «Lucho» e quella sostituzione è già acqua passata. Non si fermano alla gestione di i grattacapi dell’asturiano. Fino a mercoledì non avrà la squadra al completo (solo , diffidato in nazionale, potrebbe essere liberato un giorno prima dalla Bosnia) e per l’inserimento dei nuovi ci sarà bisogno di tempo. Quello che la Roma non ha: servono subito i risultati per non dare continuità al clamoroso flop europeo. Il tecnico, in realtà, resta più concentrato sul gioco. La strada per trasformare la squadra in un qualcosa che assomigli al è «lunga e tortuosa», per usare le sue parole, e inevitabilmente ci saranno delle cadute e degli intoppi. Luis Enrique è chiamato a gestire una rosa fin troppo «large» per i soli due impegni nostrani, campionato e coppa Italia, e dovrà fare i conti con un bel po’ di musi lunghi. Borriello e Pizarro, a naso, saranno le due situazioni più complicate. Gli infortuni sono un capitolo a parte. La Roma inizierà senza Cicinho, Pizarro e Lamela, ai quali probabilmente si aggiungeranno Greco e Juan, entrambi reduci da infortuni. La crisi di rigetto agli allenamenti duri ha costretto il tecnico a diminuire le sedute. Anche per ripristinare la cultura del lavoro c’è bisogno di tempo. E pazienza. Quella che dovrà avere lo stesso Luis Enrique, con i giocatori e i giornalisti. La società gli ha chiesto di «ammorbidirsi» un po’, interviste comprese, lasciandogli comunque la massima libertà di manovra. Ora è tutto nelle sue mani.