La penna degli Altri 12/04/2013 21:48
Roma, c'è il Toro ma il pensiero è già all'Inter
Non chiamatelo ritiro punitivo, qualcuno potrebbe arrabbiarsi. Per la Roma è soltanto un'occasione per lavorare insieme, lontano anche dalle pressioni della città, tra radio e giornali, e preparare con concentrazione la partita che davvero vale una stagione. Tra l'appuntamento di domenica con il Torino e quello di mercoledì Milano, dove contro l'Inter la Roma giocherà il ritorno della semifinale di coppa Italia, tre giorni di ritiro a Novara per una trasferta lunga addirittura 5 giorni. A Novarello, centro sportivo della squadra piemontese, si preparerà la semifinale di coppa: l'indicazione è partita da Andreazzoli e il ds Walter Sabatini, ha trovato terreno più che fertile negli altri dirigenti, ha preso corpo accolta favorevolmente anche dalla squadra, contenta di evitare due viaggi, Torino-Roma-Milano, ritenuti inutili: addio allora alle concessioni in stile Spalletti e Luis Enrique (ritiri prepartita azzerati), e tanti saluti anche alle accuse di eccessivo buonismo rivolte sia al tecnico che al management. Si lavora uniti, lontano da casa, certamente concentrati, per preparare quella gara che potrebbe garantire l'accesso alla finale di coppa Italia: perché la proprietà Usa e ovviamente gli uomini che ne interpretano la gestione nella capitale vogliono fortissimamente un trofeo, il primo della New Era, per cancellare l'immagine di un'ennesima stagione disastrosa che accompagna la Roma dal 2 febbraio, giorno dell'addio a Zeman e ai sogni utopici di calcio spettacolo e successi rumorosi.
E pensare che proprio uno degli ultimissimi atti della cura zemaniana era stato il successo nella gara di andata di coppa che ora consente ai giallorossi di ripartire contro l'Inter dal risultato di 2-1. E di pensare a preparare la gara della vita a Novara, tutti uniti: ma tutti davvero, perché al ritiro lontano da Roma parteciperanno anche quei giocatori indisponibili domenica (De Rossi) o che, squalificati, non potrebbero scendere in campo a San Siro, come Burdisso e Osvaldo. Che, evidentemente, dovrà rinunciare all'idea di una nuova fuga d'amore.