La penna degli Altri 28/01/2012 09:44
Roma sottosopra. Erik dalle stelle alle stalle: «Ma torno subito a volare»
Montagne russe Aveva bisogno di svagarsi, va capito. El Coco, al secolo Erik Lamela, in pochi giorni è passato dalle stelle alle stalle. Geniale contro il Cesena al sabato, espulso contro la Juventus al mercoledì, multato dalla Roma il giorno dopo, squalificato per due giornate ieri. Ai giovani capita di frequente, vivono salite e discese a velocità doppia. Lamela è il talento più puro capitato tra i piedi della Roma, il primo che abbia fatto gridare al nuovo Totti, o che almeno abbia mostrato di avere titoli e requisiti per riceverne l'eredità. Non a caso, la squadra gira se i due si prendono, se quel giorno il feeling è alto e la coppia funziona. Viceversa, e il 3-0 inflitto dalla Juventus lo ha dimostrato, i meccanismi si inceppano, la squadra perde colpi e il possesso palla torna l'esercizio sterile di un paio di mesi fa. Lamela ha talento, numeri, personalità. Ma ha pur sempre 19 anni, ed è appena sbarcato nel calcio europeo: alla sua età e nelle sue condizioni alti e bassi sono la norma. Si vive sulle montagne russe, ma nel frattempo si cresce, se si è disposti ad imparare dagli errori.
Piccolo grande uomo Anche qui, Lamela sembra sulla buona strada. È in cammino verso la maturità, dentro e fuori dal campo. In una lunga intervista concessa ieri a Il Romanista, il ragazzo ha detto tante cose, alcune ovvie altre interessanti, qualcuna sorprendente. Si è scusato con tifosi, compagni e società per l'espulsione rimediata a Torino, ha rivendicato la buona fede del calcione a Chiellini, ma ha scagionato l'avversario. «Non mi ha minimamente provocato». Ecco, questo significa essere uomini a 19 anni.
Che carattere Anche Luis Enrique e i dirigenti avranno apprezzato quel passaggio dell'intervista. Ora, non si può tornare indietro: la brutta figura, la ramanzina, la multa e la squalifica restano. Però, si può provare a ripartire subito, fidandosi della sua voglia di rivalsa, affidandosi alla sua personalità. Il carattere in questo frangente può tornargli utile, come l'umiltà. «Non mi monto la testa se mi dicono quanto sono bravo. So cosa significa partire dal basso e lavorare duro per risalire», ha detto sempre a Il Romanista.
Se non ora quando? Il Bologna è più vicino al Cesena che alla Juventus. Non esiste avversaria ideale, ma poteva andargli peggio. Sempre ammesso che giochi. Luis Enrique ci sta pensando, se confermare lui o dare fiducia a Borini, se dare l'ennesima chance a Bojan. Lamela potrebbe anche scontare la pesantezza di questa settimana: non tanto l'espulsione, quanto la fatica psicofisica che ha accumulato. Comunque vada, lui ha chiaro di cosa si tratta. «So bene dove sono e quale responsabilità ho». Scommettiamo che crescerà in fretta?