La penna degli Altri 17/02/2011 09:06

NY Yankees, è il nostro futuro

campionato di baseball degli Stati Uniti d’America. Squadra del secolo nel 1999 nonché del decennio per gli anni 1990-1999. È la società sportiva, secondo i dati dell’Annual Review of Global Sports Salaries, ad avere gli stipendi più alti con quasi 100 mila euro a settimana. Parliamo dei New York Yankees, una delle squadre professionistiche di baseball americana, che ha scritto pagine e pagine nella storia della MLB in campo e soprattutto fuori rivoluzionando il concetto di business sportivo.

Il modello societario dei New York Yankees, lo stesso che DiBenedetto e soci vorrebbero adottare per l’As Roma, negli anni è stato copiato dalla maggior parte dei team sportivi e non solo del mondo del baseball ma anche nella NBA, il campionato di basket americano, e

nella NFL, la più grande e più popolare lega professionistica di football americano del mondo.
Padre di questa grande rivoluzione fu George Steinbrenner, proprietario dei New York Yankees dal 1973 e scomparso lo scorso luglio, all’età di 80 anni, stroncato da un infarto.

Quando nel 1973 Steinbrenner, o meglio il “Boss” come preferivano chiamarlo qui in America, comprò gli Yankees

per 10 milioni di dollari dalla CBS, uno dei più grandi network televisivi presenti negli Stati Uniti, le condizioni della squadra non erano delle più rosee. Oggi il franchising dei New York Yankees vale 1.6 miliardi di dollari. Una rivoluzione resa possibile da quella che oggi viene chiamato il modello della benzina, delle sigarette e della soda.

Un modello che si basa sul presupposto che ogni azienda ha una parte di essa, la benzina, procurarsi i clienti. Steinbrenner non fece altro che fare del baseball la sua “benzina” per arrivare a comprare “le sigarette e la soda”. Il primo passo fu nel ’75 con una mossa che diede il via all’era moderna della free Agency ed alla rivoluzione degli ingaggi dei giocatori. Steinbrenner, infatti, per migliorare il più velocemente possibile la squadra, tramite le free Agency, riuscì ad ingaggiare il lanciatore star James Augustus “Catfish” Hunter, dal lontano Oakland. Fatto il pieno di benzina, c’era da concentrarsi sul resto. Nel 1997 la seconda

Yankees vide Steinbrenner firmare un contratto di sponsorizzazione con l’Adidas di 10 anni per un valore di 95 milioni di dollari. Una cifra mai vista nel mondo del Baseball fino a quel momento, che permise all’azienda di abbigliamento e scarpe di pubblicizzare i proprio prodotti in aree altamente visibili dello Yankee Stadium e legare il suo nome a quello della squadra.

Nel 2001 poi, insieme a Goldman Sachs, Steinbrenner fondò la YES, la Yankees Entertainment & Sports, la prima rete televisiva via cavo proprietà di una società sportiva. Secondo i dati della rivista Forbes, oggi la YES ha un valore di mercato di circa 3 miliardi di dollari.

Queste le mosse fondamentali che hanno portato i Yankees, oggi, ad essere un punto di riferimento per tante altre società sportive. Oggi intorno al marchio dei New York Yankees girano numerose attività collaterali. Come ad esempio la società di catering, fondata da Steinbrenner con Jerry Jones, proprietario della squadra di footbal americano Dallas Cowboy, che oggi gestisce l’ospitalità ed i servizi degli stadi di entrambe le squadre.



Capitolo stadio. Nella lunga ascesa dei Yankees ha recitato un ruolo fondamentale. Lo Yankee Stadium, la casa della mitica squadra di baseball di New York. Il tempio del baseball la vera passione degli americani. Costruito nel 1923 da Jacob Ruppert, proprietario degli Yankees, quando la sua squadra si spostò da Harlem al Bronx, oggi lo Yankee Stadium è qualcosa di più di un semplice stadio. È una piccola à dentro la à. All’interno della struttura, infatti, si trova trova un enorme centro commerciale di circa 90 mila metri quadrati, fast-food, ristoranti, tra cui un Hard Rock Cafe, cinema, negozi, musei, palestre, piscine e centri benessere. Una struttura costata 1,5 miliardi di dollari, cifra che lo ha reso il secondo stadio più costosa al mondo, dopo lo stadio di Wembley.

Tornando al modello della benzina, delle sigarette e della soda, ecco che si capisce meglio la strategia usata da Steinbrenner. Il baseball, in questi anni à stata solo la benzina per arrivare a comprare la soda, la sua rete via cavo che vale più degli Yankees stessi, o per comprare le sigarette, cioè i ristoranti, gli sponsor e le licenze.